V Video

R Recensione

5/10

William Basinski

Vivian & Ondine

Talvolta capita che anche un innovatore, spesso geniale, quale è senz’altro William Basinski, pubblichi un lavoro non propriamente rivoluzionario. William Basinski è divenuto famoso (relativamente, ovvio) grazie soprattutto ai suoi estatici loops. Per quanto mi riguarda una delle migliori sorprese, uno degli ascolti più coinvolgenti, in ambito elettronico, ambient, minimalista, sperimentale, negli ultimi anni.

Difficile spiegare a parole il fascino delle composizioni del musicista texano. Ancora più difficile è convincere il profano, della stupefacente capacità di Basinski di creare e rinnovare veri e propri stati di estasi emozionale, spesso semplicemente registrando il suono di nastri mandati in loop, su cui egli vi aggiunge inserti musicali minimalisti, oppure anche solamente sottili stratificazioni o impercettibili aggiustamenti. In questo senso, reputo geniali i Disintegration Loops (I, II, III, IV) risalenti all’ormai lontano 2003: Basinski registrò il suono di alcuni nastri mandati in loop, mentre i nastri stessi venivano letteralmente bruciati (disintegrati). Il suono dei loops che vengono piano piano “fisicamente” distrutti, possiede un fascino morboso. Il controllo creativo di questo fenomeno, da parte del musicista, manifesta delle doti artistiche certamente non comuni, molto peculiari.

Un’arte che si impose anche come etero-creazione, con il caso (caos?) a rendere i suoi servigi, da cui derivarono l’unicità e la non riproducibilità artificiosa di quei momenti musicali. Il risultato, in termini di ascolto, è strabiliante, nonché fonte di innumerevoli sensazioni ed emozioni. In questo contesto, il nuovo “Vivian & Ondine” lo reputo quasi un divertissement (sembra darmi ragione la circostanza che questa registrazione ha lo scopo di festeggiare un fatto privatissimo, la nascita delle due nipotine Vivian & Ondine dell’artista - chissà se i loro nomi li ha scelti lo zio William Basinski!), probabilmente un’uscita minore, un pò forzata. La copertina già suggerisce quello che sarà il tema portante: le acque trasparenti del mare, le correnti marine, il mondo acquatico.

Temi e suggestioni tra l’altro già trattati in passato dal musicista, soprattutto in “Watermusic I” e “Watermusic II”. Nel caso di “Vivian & Ondine”, la musica sfiora pericolosamente l’ambient più statica, con un mero e flebile lavoro di stratificazione, che purtroppo sa di sentito e risentito. La noia incombe dietro l’angolo, se non si è molto, ma molto, ben disposti all’ascolto. L’unica lunga traccia consiste in un semplice sample di musica sintetica (tastiere) mandato in loop per 45 minuti, con micro variazioni e micro inserti di puro richiamo ambient. Il flusso sonoro richiama alla mente un’onda del mare che va avanti ed indietro, apparentemente sempre uguale a se stessa. In pratica, la trasposizione in musica del moto marino. O se vogliamo, il rinnovarsi della vita, la nascita, la purificazione del ciclo dell’esistenza.

Tutte sensazioni e concetti cui ci suggestioniamo durante l’ascolto. E se questo era l’intento di Basinski, allora dovremmo concludere che questo lavoro è perfettamente riuscito. Solo che, nel mio caso specifico, ciò non impedisce affatto che insorga, dopo pochi minuti di ascolto, un certo fastidioso tedio. Una musica quasi evanescente, che non c’è dubbio possa anche risultare piacevole per qualcuno.

Difficile trovare particolari ragioni di interesse in un’opera a modesto avviso di chi scrive troppo ripiegata su se stessa, statica e senza quella scintilla di genialità, tipica delle opere migliori dell'autore, per tornarci nuovamente.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.