Meanza & De
OU
Laptop e sitar. Un'equazione improbabile la cui soluzione sta tutta nelle mani di Bob Meanza (compositore elettronico) e Filipe Dias De (suonatore di sitar), che insieme giocano con i linguaggi arditi di una ambient-techno che non teme le ibridazioni e gli accostamenti più inusuali.
Le frastagliate polveri glitch increspano anche le superfici più lievi (Spree 1, Spree 2), per uno scorrere pizzicato da corde preparate di sitar e rappreso in densi layer sintetici che distorcono spazi e tempi. C'è una visione a tutto tondo -lo si capisce fin dall'inizio- in OU, uno sguardo poetico (la cui metrica sta nelle giunture tra kosmische e techno) capace di narrazioni soniche che muovono brani apparentemente scomposti entro un ordine definito, armonico.
Così un pezzo come Nominale Steigung, seppur rigidamente incastonano in austeri rigidismi techno, trova sbocchi negli interventi dubstep alla Kode9 + the Spaceape (beats stretchati, vocals cavernosi e gorgoglianti), che intervengono ad aggiungere spessore e dinamicità al tutto. Meanza e De sono capaci di far traspirare anche i brani più asettici e sperimentali: le pulsazioni di OSC sono introdotte da un profumato fraseggio di sitar che rimane a striare il brano in interazioni sempre più fitte, il collage di Puppets (intricata giungla di tape reverse, ritmiche industrial e minacciosi frammenti vocali) trova nelle sue squadrature nette una vocazione passionale e hardcore, le manipolazioni rugginose di corde di Età del Ferro si avviluppano in spire che conservano una loro originaria fragranza (del tutto sprigionata, invece, nella distesa ambient di Floyk).
Ciò che spicca, riassumendo, è proprio la dialettica tra estemporaneità (calore) e calcolo (freddezza), una dialettica che è materia stessa dei brani in scaletta, imbevuti di questa doppia natura. Frutto di un metodo preciso: le take arrivano da una live session al Robot Festival di Berlino (anno 2013), ma ciò che ascoltiamo è stato rimaneggiato a dovere (e a distanza) da Meanza. Ed ecco spiegata la formula magica: catturare il guizzo dell'attimo e incastonarlo su disco. Esperimento riuscito.
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