R Recensione

7/10

Beck

The Information

La genialità di Beck Hansen è indiscutibile, e ne è in fondo una dimostrazione indiretta anche l'esclusione di The Information dalle classifiche di vendita dei prodotti musicali stilate dalla Official Chart Company. L’ agenzia britannica ha negato l’accesso a causa delle innovazioni della confezione che potrebbero avvantaggiare le vendite del prodotto. L’originalità del packaging consiste in una serie di adesivi per personalizzare la copertina volutamente spoglia e in un dvd contenente 16 video non-sense, artigianali, giocosi, interpretati dal folletto californiano e da vari buffi personaggi.

L’opera è rimasta in cantiere per ben 3 anni: Beck aveva interrotto le registrazioni per dedicarsi all’ uscita del poco convincente Guero, e per questo si nota una disomogeneità tra le prime e le ultime tracce. Il lungo calvario di The Information è accompagnato da Nigel Godrich, storico produttore dei Radiohead, che aveva già collaborato con Beck in Mutations e Sea Change, che assiste il musicista di LA nel dipingere un ricco affresco di stili differenti, levigando le sfumature elettroniche e aiutando il biondino californiano a miscelra, come tradizioni, le più disparate correnti musicali.

Il disco si apre con l’azzeccata Elevator Music, ascensore dai ritmi folk che porta ai piani alti dei viaggi beckiani. Si prosegue con Think I’m In Love, con le sue riuscite melodie pop con tanto di archi, a cui succede Cellphone’s Dead, il discutibile primo singolo dove risalta il rap su basi folk/elettroniche.

Ogni brano dell’album è un universo a parte e va valutato indipendentemente: si passa dalla rollingstoniana Strange Apparition alla maratona psichedelica, forse troppo pretenziosa, The Horrible Fanfare/Landslide/Exoskeleton, dai ritmi frenetici folk di Nausea all’elettronica kraftwerkiana di Motorcade, dai ritmi blues del basso di No Complaints all’esperimento 1000 BPM, con le sue strizzate d'occhio ai Beastie Boys. Il tutto condito da inserti sonori come Bip digitali, campanelli, elettronica assortita in canzoni acustiche e viceversa.

L’album si chiude sul mix di folk e disco music di Inside Out, non presente nella versione americana. Probabilmente il brano migliore è The Information che sembra anticipare possibili scenari musicali futuri.

Nel complesso l’ultima fatica di Beck è discreta: discreta perchè, nei suoi alti e bassi, difficilmente lascerà il segno nell’ ambito della musica internazionale e forse nemmeno della discografia di Mr. Hansen: la cui unica "colpa" è forse quella di essersi autocondannato a stupire sempre e ad averci abituati a ben altre opere. E ben altri standard qualitativi. 

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 4 voti.
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REBBY 6/10

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 5 questo disco) alle 0:43 del 11 febbraio 2008 ha scritto:

bella recensione

scritta molto bene e lucida nella visione d'insieme. Non condivido il voto che secondo me dovrebbe scendere di un paio di tacche. A me l'ultimo Beck mi ha lasciato proprio perplesso.

Utente non più registrato alle 19:10 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

ma gli altri album?