R Recensione

6/10

New Young Pony Club

Fantastic Playroom

Un electro-indie senza particolari novità o segni distintivi, ecco cosa propongono i New Young Pony Club, che all'esordio decidono di andare sul sicuro: impossibile che il mix di tastiere eighties, ritmi pop-rock pre-programmati e voce femminile monotona-finto-sexy non attecchisca in Gran Bretagna. In realtà, non è tutto da buttare, anzi, il quintetto londinese esegue il compitino con precisione e senza lasciare nulla al caso, ma di certo non cambierà la vita a nessuno.

Se si è amanti del genere si potrà chiudere un occhio sugli innumerevoli rimandi ad altri artisti presenti in queste dieci tracce, ma a tutti gli altri basterà l'incipit di "Get Lucky": chitarre e beats che piacerebbero agli LCD Soundsystem e la linea vocale di Tahita Bulmer che ricorda pericolosamente quelle dei brasiliani CSS. Il gruppo ha però qualche freccia al proprio arco: bisogna ammettere che "Ice Cream" è un signor singolo, con il basso a farla da padrona e sample retrò, e addirittura un sintetizzatore che sembra provenire direttamente da qualche hit di Gary Numan; "The Bomb" si accoda al carrozzone new-rave senza troppa fantasia ma con una melodia piuttosto azzeccata.

Poi però arrivano le provocazioni di serie Z di "Jerk Me" (No romantic pedigree / Suck me in and spit me out) e almeno un paio di riempitivi verso la fine: il synth pop di Grey e una F.A.N che potrebbe uscire da un qualsiasi disco anni '80 di Madonna: proprio in quest'ultimo brano la voce della Bulmer mostra tutti i suoi limiti, musicali ma soprattutto di personalità che appiattiscono il disco. Davvero buona invece la minimalista "Talking, Talking" meno arrangiata delle altre, con un riff di chitarra molto azzeccato e incursioni elettroniche che - per una volta - aggiungono spessore al brano.

Concludendo, il punto debole di questo "Fantastic Playroom" è proprio il suo voler piacere a tutti i costi: le canzoni suonano decisamente troppo costruite, e viene a perdersi quella forza che dovrebbe caratterizzare tutti i gruppi di questo genere; non resta che aspettare un (eventuale) secondo disco, magari su un etichetta meno "cool" della Modular.

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gerogerigegege alle 20:03 del 27 luglio 2007 ha scritto:

mamma mia

ma si, diciamolo pure : gran disco di merda.