R Recensione

7/10

Cinematic Orchestra

Ma Fleur

Attendevamo impazienti il nuovo lavoro dei Cinematic Orchestra; dopo l’uscita di quel “A Man With A Movie Camera”, impostato come se dovesse divenire la colonna sonora del famoso film di Dziga Vertov, il jazz da camera e il post-rock non erano mai stati così soavi e perfettamente miscelati.

E ora, finalmente, “Ma Fleur”.

Ma la delusione è più grande dell’attesa.

Un unico capolavoro domina questo disco: “To Build A Home”. Il pezzo pop che attendevamo da qualche tempo, un ritorno all’approccio più veritiero del termine, l’essenza popular fatta di nuovo materia pura, l’uomo e lo strumento, la voce e il pianoforte, come in un lieder schubertiano s’innalzano e volano via sorretti da un vuoto avvolgente che s’interpone solo quando uno dei due tace. Dimensione puramente acustica, se ne sentiva davvero il bisogno nell’era degli elettro-shifting, degli elettro-pop, degli elettro-tutto. Abituati oramai allo strabordante barocchismo (non per questo da denigrare) del patrickwolfismo dilagante, era proprio quello di cui avevamo bisogno.

Peccato per il resto.

Non che l’attitudine acid jazz di “Child Song” o la voce soul hop di Fontella Bass nella rilassante atmosfera di “Familiar Ground” suonino male, per carità, è solo che sembra aver sentito tutto già centinaia di volte e l’album dà la sensazione di prendere le sembianze di un grande deja-vu sonoro.

Insomma il disco si fa ascoltare piacevolmente, ma il fatto è che ripensare ai Cinematic Orchestra quasi avant hop di “Motion”, grande tributo alle colonne sonore cinematografiche degli anni ’50 e punto di svolta del trip hop tutto, fa venire in mente che questa loro piccola deviazione sia solo una mossa per accaparrarsi una più grande fetta di pubblico.

Come si suol dire, chi vivrà vedrà.

V Voti

Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 14 voti.
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rael 8/10
REBBY 6/10
totò 8/10
londra 8/10
frames 8/10
musonero 10/10

C Commenti

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Nadine Otto (ha votato 7 questo disco) alle 10:32 del 16 maggio 2007 ha scritto:

Secondo me una delle migliore uscite ascoltate quest'anno. La scelta delle cantanti, Fontella Bass come sempre grande, e Lou Rhodes dei Lamb, è perfetta. Voto: 8,5

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 17:22 del 16 maggio 2007 ha scritto:

anche io sono rimasto innamorato del brano d'apertura To build a home, una perla assoluta. Il resto mi sembra che scorra però tra troppi alti e bassi. nel complesso d'accordo col recensore

frames (ha votato 8 questo disco) alle 7:28 del 28 luglio 2007 ha scritto:

tra le cose migliori che ho sentito negli ultimi mesi, sicuramente presente nella mia personale top 2007.

Marco_Biasio (ha votato 5 questo disco) alle 21:27 del 12 novembre 2007 ha scritto:

Sarò sincero

Se voglio ascoltare del post rock, mi aspetto come minimo qualcosa che sia più movimentato di questo Ma Fleur. Non avendo velleità ambient/orchestrali, e proponendosi proprio come cd rock a tutti gli effetti, si sarebbe dovuto quantomeno cercare di soffermarsi meno su un certo tipo di sonorità oniriche, che possono andare bene per tre/quattro pezzi, ma non per tutti. "To Build A Home", con i suoi intrecci pianistici e i continui crescendi/decrescendi vocalici, è in effetti un pezzo incantevole, ma poi? Che rimane, in fondo? Le altre tracce mi sembrano tutte delle pallide riproposizioni dell'opening: avrei gradito più schitarrate e meno melassa. O almeno un po' più di originalità. Non è questo il posto rock che voglio, non è questo il post rock che mi piace sentire e... lo dico? non lo dico? Ma sì, lo dico: non è certo questo il post rock che risolleverà il genere dalla sua crisi.