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R Recensione

7/10

Gil Scott-Heron & Jamie XX

We're New Here

Qui il problema non è in Jamie XX, che da bravo produttore qual'è si cimenta nel remix dell'album recentemente uscito del suo amato Gil Scott-Heron. E nemmeno in Gil stesso, ovviamente, che di problemi ne ha già tanti di suo, tra droga, carcere e riabilitazione. Il vero problema è quell'enorme bolla mediatica che è stata gonfiata intorno al personaggio di Jamie, con un tam-tam frenetico tra blog e riviste specializzate che riempendosi la bocca con questo "post-dubstep" hanno illuso tutti.

Tutti ne parlano perché tutti continuano a parlarne. Perché per tutti quei bloggers e aspiranti critici affetti da ansia da dimostrazione di competenze, discutere di post-dubstep nel 2011 è a occhio e croce l'equivalente per un quindicenne di masturbarsi davanti al nuovo film di Sasha Grey (magari). Ma di fatto, oltre al buon XX del 2009, Jamie si è "solo" dilettato in alcuni interessanti remix per gente come FaltyDL, AdeleGlasser. Distinguendosi per le soluzioni inventive e accattivanti, è vero, ma la figura di "nuovo alfiere del nuovo corso" non se l'è dipinta addosso lui, è solo un intellettualismo prodotto dal web.

E infatti We're New Here non ha praticamente nulla di post-avant-future-stuff. Il senso dell'iniziativa è da ricercare nello spirito con cui Jamie Smith destruttura e ricostruisce i pezzi di Scott-Heron, in modo da estrarne il cantato e le venature blues per poi intrecciarle ad architetture totalmente reinventate. Le malinconie di Gil non spariscono mai, ma alla fine brani come Running e Home sono pensati interamente da Jamie, ricolmi di sincopi riverberate, synth invadenti e claustrofobie UK bass: classico (dubstep) che flirta col classico (blues). I risultati a volte sono un po' forzati (fuori luogo le combinazioni funky di Ur Soul And Mine con tanto di loop vocale, come la finale Take Care Of You appare dissacrante nelle sue metriche discohouse), altre volte invece entrano in grande armonia con le basi di partenza: un esempio per tutti è il brano più in vista della tracklist, Ny Is Killing Me, abile a unire l'ossessione del dub all'intensità della parte cantata, con tanto di vocine à la Mount Kimbie.

 

L'arte del remissaggio è volta a cogliere l'essenza della base di partenza, esaltandone determinati aspetti attraverso la visione personale del proponente. In base a queste premesse, è dunque inopportuno rimanere delusi dall'assenza di innovazione stilistica, perché qui l'obiettivo è un altro. L'artista Jamie fa ciò che gli compete, seguendo solo la propria ispirazione senza rispettare alcuna direzione prestabilita e soprattutto senza ascoltare le sirene della critica. Oggi lui è rimasto ancorato a una realtà consolidata, è vero, ma stupisce più chi cade dal pero per aver cavalcato i voli pindarici degli ultimi mesi. Fly down, baby.

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Voto degli utenti: 7/10 in media su 7 voti.
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Teo 7/10
Senzanome 6,5/10

C Commenti

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thinwhiteduke (ha votato 7 questo disco) alle 13:58 del 27 aprile 2011 ha scritto:

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effettivamente il disco è dappertutto, l'ho trovato persino nella fnac di una cittadina della catalogna francese, e in un negozietto a Viareggio (mentre alla feltrinelli di Roma non s'è visto forse perché perché terminato) si vede che ha avuto larga diffusione sulla rete. è un buon disco ma parliamoci chiaro: la frase del primo pezzo dell'album (sono nuovo qui, mi fai da scorta/mi fai fare un giro?-will you show me around) per il contributo di heron suona come una presa in giro. Un poco presuntuosamente la strofa lascia pensare ad una esplorazione in due di nuovissime sonorità, così come altre parti, ma il tutto mi è sembrato uno sforzo, una produzione davvero poco omogenea come se jamie xx avesse mixato parti della voce di heron con il suo consenso ma senza la sua partecipazione. Per il resto il disco non è male, anche se all'ascolto risulta pesante dopo i primi brani

synth_charmer, autore, alle 14:10 del 27 aprile 2011 ha scritto:

"come se jamie xx avesse mixato parti della voce di heron con il suo consenso ma senza la sua partecipazione"

è esattamente così. Gil non ha lavorato a quest'album, ha solo ascoltato alla fine il risultato finale (a cui è seguito scambio epistolare tra lui e Jamie, lettere manoscritte, mica mail! . L'obiettivo di Jamie era proprio quello di "estrarre" qualcosa dal primo album e inserirlo in suoni propri, nel tentativo di produrre qualcosa appartenente a entrambi al 50%. Tentativo, appunto, perché anche a me quest'album sembra quasi tutta farina di Jamie

fabfabfab alle 15:37 del 27 aprile 2011 ha scritto:

Ma perchè non ha preso nulla da "Me & The Devil" che era il pezzo più bello dell'album?

TexasGin_82 (ha votato 6 questo disco) alle 15:51 del 27 aprile 2011 ha scritto:

l'esperimento è interessante, ma il risultato non è nulla di che.

... a proposito di Mount Kimbie... perché nessuno di voialtri illustri recensori del sito nonché sommi conoscitori del genere (non lo dico con alcuna ironia) ha trovato il tempo e la voglia di recensire Crooks&Lovers? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perché a mio modesto parere è la cosa più interessante, fresca e piacevole che ho ascoltato in campo dubstep-post-minimal-glitch-salamadonna in questi ultimi 2 anni. Li ho scoperti solo da qualche mese, ma mi hanno ispirato e invogliato a provare nuove cose nella musica che faccio.

synth_charmer, autore, alle 16:01 del 27 aprile 2011 ha scritto:

Mount Kimbie

... che per caso butti anche un occhio alle recensioni collegate prima di rivolgere richieste agli onnipotenti recensori di SdM?? l'ho recensito un anno fa Crooks&Lovers!!

TexasGin_82 (ha votato 6 questo disco) alle 17:12 del 27 aprile 2011 ha scritto:

RE: Mount Kimbie

te ghe rasun!

strano, l'avevo cercato e non l'avevo trovato, vado subito a leggere...