Damon Albarn
Everyday Robots
E già successo in passato: leader di band brit pop esordiscono da solisti con album dai toni dimessi e il battito rallentato. Evidentemente un automatismo mentale che si compie indipendentemente dallintervento della coscienza.
Non che Damon Albarn sia un novello riguardo le uscite discografiche senza i suoi compagni di merende dei Blur, ma per un motivo o per laltro questo è il primo lavoro a riportare il suo nome in copertina. Un disco lento, intimista, ascetico, molto poco primaverile, ingannevole, affascinante, moderno.
Registrato e prodotto insieme al patron della XL Recordings Richard Russell, Everyday Robots fluisce euritmico, mantenendosi sempre su livelli di eccellenza. E lo stesso Russell a curare le percussioni del disco con risultati decisamente apprezzabili: vedasi a tal proposito la titletrack e Photographs (You are Taking Now). Come anche lincedere sornione fatto di soul bianco corretto lounge di Lonely Press Play, senza dubbio uno dei pezzi migliori del lotto.
I nostri continuano a maneggiare con abile padronanza ogni spunto portato in studio dallex Blur: è il caso delle fragranze afro-exotica di Mr.Tembo (un cucciolo di elefante col quale Albarn ha familiarizzato in Tanzania), del battito trip hop di The Selfish Giant (ospite il backing vocals di Bat For Lashes), o ancora della splendida folktronica di Hollow Ponds e dei synth astrali suonati dal re delle strategie oblique Brian Eno in You and Me. Lo stratega obliquo presta addirittura la sua voce in alcuni passaggi di Heavy Seas of Love, gaudente pezzo posto in chiusura dellalbum che riporta, idealmente e solo nelle strofe, alle atmosfere glam di Here Come The Warm Jets, in un contesto gospel puntellato da una linea di basso con valide argomentazioni dub.
Conclusioni: scrittura molto buona che lambisce ma non eguaglia i fasti del clamoroso (ebbene sì) lavoro omonimo di qualche anno fa a nome The Good, The Bad & The Queen, mentre le scelte di produzione e missaggio, di squisita fattura, restano il fiore allocchiello della raccolta (prendano nota i vecchi tromboni). Robots di tutti i giorni che non siete altro, questo è disco da assorbire senza troppe riserve, difetti compresi, adesso.
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