R Recensione

9/10

Deca

Simbionte

Nonostante siano trascorsi solo pochi anni dalla sua pubblicazione, avvenuta tra l'altro in sordina, questo album ha raccolto tanti e tali consensi da diventare rapidamente un classico e un disco di culto.

Considerato un outsider anche nel sottobosco del filone elettronico e industrial, l'italiano Deca (Federico De Caroli) non ha mai smesso di sperimentare e di mettersi in discussione, restando dopo oltre vent'anni di carriera artistica uno dei più evoluti compositori e creatori di suoni del panorama internazionale. Ne è la prova proprio "Simbionte", che viene considerato da appassionati e critici di mezzo mondo uno dei migliori esempi di musica elettronica e creativa degli ultimi tempi. Un album che dura solo mezz'ora e che concentra in otto tracce un'ispirazione clamorosa e piena di spunti geniali, con riferimenti a molti generi musicali in chiave dark-ambient senza tuttavia avere la parvenza di attingere a nessun altro artista o disco.

Nel 2002 l'opera cominciò a circolare su internet in formato mp3 attraverso un sito a pagamento senza grosse promozioni; ma la possibilità del preascolto in streaming diede subito la misura dell'interesse suscitato dalle atmosfere sfornate da Deca, arrivando con il brano di punta "Simbiomorphic" a decine di migliaia di contatti. Successivamente iniziarono a circolare delle copie promo su cd che tutt'oggi rappresentano una ghiotta occasione per i collezionisti incalliti, con valutazioni di mercato notevoli.

"Simbionte" è un lavoro accurato che rasenta la perfezione formale, eppure - come dice il suo autore - è stato frutto di un istinto organizzato, ovvero di un processo spontaneo di creazione ed elaborazione dei suoni in grado di dare vita senza progettualità preventiva ad un racconto coerente ai massimi livelli. E se l'elettronica è il fattore preponderante nella tecnologia usata da Deca, il risultato va ad innestarsi in una specie di rivisitazione della storia del suono in proiezione cosmica e onirica: dentro al disco infatti ci sono - spesso non riconoscibili - pianoforti e voci, violoncelli e rumori della strada, trilli elettrici e voci di animali, il tutto amalgamato in un'allucinazione artistica a tratti ipnotica e a tratti inquietante.

Il loop misterioso di "Geminaut" si interseca con le voci gutturali di divinità spaziali e l'ululato di un vento che non è terreno; le melodie ataviche di "Simbiomorphic" evocano i contatti con qualche entità che vive intorno a noi invisibile; le cattedrali d'acqua di "Obscure Epidemy" inducono a sogni sinistri e pre-infantili; i rintocchi gravi di "Omega Doom" marciano lenti e inesorabili verso un abisso di bagliori macabri che sembrano voler rivelare l'aspetto fisico del Destino. E poi ancora la enigmatica "Enthropia" e la extradimensionale "Alien Generator" e "Alpha Dawn" col suo ritmo maligno e assuefacente... trenta minuti che riescono a condensare quello che altri avrebbero diluito nel doppio di tempo e che Deca consegna a noi e ai posteri con eccezionale capacità.

Ancora lontano da un'affermazione massiva e che probabilmente guasterebbe il suo modus operandi, il musicista ha firmato con "Simbionte" il suo capolavoro e sicuramente un capitolo significativo non soltanto nell'ambito della musica strettamente elettronica.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 2 voti.
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MarioCX 10/10

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