R Recensione

8/10

King Roc

Chapters

Era da parecchio tempo che non mi capitava di mettere su un disco e perdermi: d’altronde nella musica elettronica gli album sono un affare complicato, mai lineare, perchè a differenza del Pop o del Rock non si tratta di un insieme di belle canzoni raggruppate seguendo una certa logica, quanto piuttosto di un mosaico, dove ciascun pezzo (che nella realtà di tutti i giorni avrebbe comunque una vita propria visto che il mercato di questo particolare genere si basa appunto quasi esclusivamente sui singoli) assume una precisa posizione di modo che l’insieme sia un qualcosa di nuovo offrendo all’ascoltatore una prospettiva diversa, più coinvolgente, rispetto quella proposta dalle hits isolate.

Tutto questo di norma avviene già nei dj set e, se almeno una volta siete andati a ballare in un club un po’ serio, saprete benissimo che è tutt’altro che un’impresa facile o scontata, che per quanto successo possa avere un Dj non è detto che le sue selezioni siano dotate di forza comunicativa e allo stesso tempo di ricerca sonora e sentimento.

King Roc, un artista di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare, ci regala un disco che ben rappresenta quanto detto sopra, a partire dal titolo, “Chapters”, quasi fosse un romanzo in cui ogni capitolo è segnato da una particolare atmosfera.

Ad un primo sguardo è subito evidente l’appartenenza alla famiglia Leftfield-Orb-Orbital che, nei primi anni ‘90, crearono uno stile in grado di andare ben oltre il dancefloor senza tuttavia annoiare come la stragrande maggioranza della c.d. elettronica colta.

Eredi di questa scuola oggi possono essere personaggi come Ulrich Schanuss e lo stesso King Roc capaci di coniugare il gusto per le melodie alla continua ricerca.

Da questo punto di vista Chapters può essere considerato Techno ma nel senso più ampio del termine: ogni suono, chitarra, pianoforte o drum machine non importa, viene spinto al massimo delle sue potenzialità per dare vita ad un flusso continuo di note ed emozioni (non a caso una delle tracce più intense è intolata “Flow”) al di là di ogni riferimento di genere. Sarà poi l’ascoltatore a decidere se goderselo nell’intimità del proprio salotto o coi brividi a fior di pelle celebrando l’alba di un nuovo giorno.

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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