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R Recensione

7/10

Teho Teardo

Music, Film. Music

L’esperienza mi insegna che presto o tardi, quelli che cercano trovano; ma nei passaggi che dividono il cercare e il trovare ci sono momenti molto importanti, momenti come quelli che si possono ascoltare su questo meraviglioso album” – Ennio Morricone  

 

Di Passaggio

Nessun altro incipit sarebbe stato maggiormente credibile e pregnante per descrivere in quale zona crepuscolare si muove la musica di Teho Teardo. Una dedica speciale da un compositore ad un altro, con diversa “tradizione”, ma con la stessa caratteristica: rendere immortali immagini in movimento e fare in modo che la musica possa non essere semplicemente asservita ad un film ma che talvolta un film possa diventare la colonna visiva ad una musica. Se non un passaggio di consegne, certamente un attestato di stima che unisce due sensibilità differenti dedite ad un fine comune. Non è un caso che Teardo si sia aggiudicato proprio il Premio Ennio Morricone come miglior compositore, e il David di Donatello per l’O.S.T. de “Il Divo”, dopo ben quattro candidature.  

 

Musica, musiche. Visioni.

Music, Film. Music” è una raccolta che colleziona i passaggi più suggestivi del suo lavoro di creatore di soundtrack. Basta scorrere i titoli dei film, al cui successo ha evidentemente contribuito, per capire quanto importante è stato l’apporto compositivo del musicista di Pordenone: “Una Vita Tranquilla” (di Claudio Cupellini), “Il Passato é una Terra Straniera” (Daniele Vicari), “Lavore con Lentezza” (di Guido Chiesa), “La Ragazza del Lago” e “Il Gioiellino” (Andrea Molaioli), “Gorbaciof” (di Stefano Incerti), “L’Amico di Famiglia” e “Il Divo” (Paolo Sorrentino) Il suo stile, seppur non immune da influenze classiche (sottolineate dalla presenza da ampie sezioni d’archi), si evolve dall’unico focus creativo che risiede nella capacità di Teardo di destreggiarsi alle chitarre, al basso, al piano, ai synth, alle programmazioni elettroniche, con il theremin, con il glockenspiel, con le onde martenot. Tutto ciò rapportandosi con grande rispetto, ma anche con impeto innovatore, con spirito ontologicamente punk, al modo italiano di concepire il senso e il significato della colonna sonora, distruggendo ogni stucchevole inclinazione lacrimevole e ogni tendenza sinfonica all’epicità. A compendio di quanto detto andrebbe ascoltata Sarà Per Voi (da “L’Amico di Famiglia”). Qui abbiamo una autentica sontuosità minimale: sono i dettagli e le emanazioni che da questi derivano a pervadere spettacolo e spettatore. Chiunque abbia visto anche uno dei film indicati, sa cosa significa quando, una volta usciti dal cinema, si ha quella precisa percezione che non il film, non la sua storia, ma la sua musica ti stia continuando ad accompagnare per le strade della tua città, rendendo trasfigurata la realtà alla quale si torna.  

 

Fotogrammi

È un piacere ritrovare nella tracklist la riuscitissima collaborazione con Blixa Bargeld (voce e guida degli Einsturzende Neubauten): A Quiet Life è calda e avvolgente e fa venire l’acquolina in bocca il solo ipotizzare un intero album firmato dai due musicisti. I’m Gonna Live Anyhow Until I Die, è un altro di quei brani-manifesto attraverso i quali si manifesta la filosofia sonora di Teardo: fluidi archi in grado di rievocare un tepore ancestrale che si intrecciano a glitch e a disturbi che rievocano un freddo primigenio. Stanotte Cosa Succederà, è presente nella versione cantata/recitata (rappata?) da Elio Germano, che pur rimanendo un tra più grandi attori italiani contemporanei proprio non è credibile nel ruolo di singer: ma è questione di tre minuti e dunque passa velocemente. Toccanti, quasi a livello subatomico, gli esperimenti di chimica molecolare applicati alla musica: S/Nord, Nemmeno Io (davvero geniale), Che Cosa Ricordare di Lei?, International Rustic, Leccami le Ferite, Il Mio Ultimo Pensiero, Miss Agropontino sono pura materia per sogni, o incubi, ad occhi aperti. Più magniloquenti, a modo loro, appaiono Day One, If You Die You Die, Brake, Sarà Per Voi, Finale (da “Gorbaciof”), in cui Teardo riversa tutta la sua arte di traghettatore emozionale. Ad alcune di queste composizioni hanno collaborato degli strumentisti eccellenti come Alexander Balanescu al violino e Erik Friedlander al violoncello.  

 

Altri Maestri

Se il riferimento Morricone non può in alcun modo essere fuori contesto, allo stesso tempo nella tanta musica contenuta in “Music, Film. Music” (che inaugura la Specula Records, personale label dell’autore), sono ben rinvenibili altri “Maestri”, tutti differenti fra loro: Steve Reich, Philip Glass, Brian Eno, Fennesz, Mogwai (quelli più minimali emersi nella colonna sonora di “Zidane: a 21st Century Portrait”). La genialità alchemica di Teardo, non rende percettibili in modo immediato tutti questi rimandi, ma incorpora le loro aspirazioni in un continuum privo di giunture. Sarebbe veramente interessante apprezzare un intero lavoro del musicista senza che sia un film a dettarne le regole. Qualora ciò possa accadere, sono certo che dalla ritrovata libertà dall’ambito cinematografico potrebbe scaturire un capolavoro.  

 

 Coda

Music, Film. Music” resta una prospettiva perfetta per fotografare l’essenza del talento di Teho Teardo e, allo stesso tempo, l’approdo più confortevole per entrare nel vivo della sua musica. Accomodatevi dunque, c’è posto.

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