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R Recensione

8/10

Moritz Von Oswald Trio

Horizontal Structures

L’approccio a un disco come “Horizontal Structures” non è certo semplice. Quattro brani per oltre un’ora di musica densa e corposa. Non proprio una passeggiata. Un disco avant nel vero senso della parola, di quelli destinati a spingere un po’ più in là il limite del sentire. Un monolite massimalista proveniente da chissà quale galassia. Un suono magmatico avvolto in qualcosa di alt(e)ro, sinistro, alieno. Frammenti di suono pernicioso che vanno e vengono. Sciabolate che man mano si condensano in un unico pulviscolo multimediale. Strutture orizzontali, dopo l’ascesa verticale di qualche tempo fa. “More is more”, altroché banane minimaliste. La lunga coda andersoniana come scia di una cometa al suo primo (e ultimo) viaggio. Quanti ascolteranno questo disco? Quanti lo scaricheranno non osando mai udirne nemmeno mezza composizione? Quanti ne sentiranno solo parlare? Quanti ne rimarranno influenzati o forse semplicemente esterrefatti?

Un mix di digitale e analogico quello proposto dal trio che è la summa di quanto udito negli ultimi dieci anni in differenti ambiti musicali. Il particolato dell’ultima avanguardia, della (neo)wave, del jazz più algido, del famigerato dubstep, dell’elettronica più esasperata e esasperante. E il giochino potrebbe andare ancora più indietro nel tempo: alla Warp, a Eno/Byrne, alla “mia vita nel bosco degli spiriti”, al kraut più cosmico e visionario. Il trio guidato da Moritz Von Oswald (programming, tastiere e percussioni) dipinge quadretti sonori tanto immobili in superficie, quanto dinamici e complessi nelle strutture che li sottendono. Come un lago completamente ghiacciato in superficie, ma che sotto si muove. Che sotto vive. Un viaggio della serie “sapete da dove partirete, ma non dove arriveremo”. O “sapete da dove partiremo, ma non dove arriverete”. Un tuffo alla cieca nei meandri del suono contemporaneo.

Si veda “Structure 1” che parte con un giro (quasi) melodico, il quale pian piano viene soppiantato da un tappeto di percussioni, tastiere, tamburi, ritmi ancestrali. Suoni di un passato antico. Preistorico e futuristico insieme. Inarrivabile, irraggiungibile. A spalleggiare il nostro due tipi non proprio di primo pelo. Da una parte il terrorista sonoro Vladislav Delay (Luomo, Sistol, Conoco) alle percussioni, congas e chissà cos’altro, dall’altra a fargli da contraltare il cesellatore si suoni Max Loderbauer (si veda anche lo splendido lavoro fatto con Ricardo Villalobos su “Re:ECM”) ai sintetizzatori e sequencer. La seconda traccia è un capolavoro di equilibrismo. Di delicatezza volendo, se mi passate il termine. Quindici minuti dionisiaci. Dagli abissi dell’elettronica più 'out of control' alle vette dei paradisi artificiali del Davis più eclettico. Il mood sale piano piano, con un giro di basso inarrestabile. In a silent way. Un giro sulla giostra del sound. Elettronica bianca slavata. Con la terza struttura si entra decisamente in altri territori. Stanze dub dove la ripetizione dei pattern crea un effetto di straniamento, di ipnosi. Poi a un certo punto tutto si blocca, tutto si ferma. Come un brusco risveglio da un sogno troppo reale per essere vero. E il sudore freddo che dà quella strana sensazione di benessere. Eco, riverberi, giochi di sponda tra le casse. L’ipnosi che si fa (stato dell’)arte. “Structure 4” chiude il cerchio con una purissima sintesi di antico/contemporaneo, analogico/digitale, caldo/freddo. Lo yin e lo yang del suono. Jazz, elettronica, dub, techno. Dentro un unico nocciolo nucleare in costante ebollizione. Campanelli in un loop spettrale di venti muniti. In avvitamento su se stessi.

Si può far finta che la musica si sia fermata al ’77 o al ’89 oppure si possono ascoltare dischi come questo.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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crisas (ha votato 3 questo disco) alle 1:29 del 18 luglio 2011 ha scritto:

ma anche no.

....oppure ascoltare dischi che non siano questo.

bestropicalia, autore, alle 11:04 del 26 luglio 2011 ha scritto:

esatto

bravissima/o crisas!