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R Recensione

7/10

Mum

Finally We Are No One

“Finalmente siamo nessuno” dicono questi Mum (pronunciato /mu:m/, ci assicura wikipedia). Cosa avranno voluto dire? Risaliamo alla loro musica. Collettivo islandese, come i colleghi Sigur Ros appartiene ai primi anni del nuovo millennio e asperge nell’atmosfera effusioni cristalline, suoni limpidi, distese ghiacciate e interni crepuscolari e rustici tipici di un paesino disperso nell’estremo nord. Come potete immaginare da soli grazie a queste poche parole, una musica di tal fattura sa come avvolgere l’ascoltatore in un piacevole turbinio di respiri rarefatti, aria gelida, lievi pulsazioni elettroniche.

Classico album con minute gemme tirate a lucido finemente lavorate e lunghe suite che tendono all’annullamento della musica stessa. Suoni per ambienti – termine inflazionato e antico come il mondo – ma non solo, anche strani intermezzi strumentali che sembrano usciti da una deviazione degli anni ’80, sonorità create con strumenti “vintage” (dice wikipedia), canzoni, forse non proprio in forma canzone, ma non è questo che ci interessa, ci interessa capire perché va tanto di moda questo genere di cose.

Perché va di moda questo genere di cose? Forse per la solita storia dell’individuo che, in una realtà meccanizzata e veloce e sempre meno alla portata di uomo, si deve concedere un momento per sentirsi in pace con se stesso, con il mondo, con la natura, allora già che c’è si compra un bel loft tra le alpi e nel lettore dell’impianto stereo dolby sorround del loft inserisce il suo bel cd dei Mum (sempre pronunciato /mu:m/ mi raccomando), non un cd new age qualunque con il piscio del ruscello e il cinguettare dei cardellini, quello fa troppo casalinga depressa, e si concede un momento per bere una cioccolata calda, anzi meglio un the formula relax, per leggere un libro, per farsi un bagno con le candele (e non la doccia, quella è per milanesi stressati, lo dice anche De Crescenzo, è vero che il protagonista di questo quadretto è un signore milanese, ma ora cerca di non essere stressato, altrimenti perché dovrebbe ascoltarsi tale cd?), si regala qualche giorno per non pensare, sì per non pensare soprattutto al mutuo che ha dovuto firmare per pagarsi il loft, che gli dissanguerà mezzo stipendio, motivo per cui forse gli toccherà lavorare di più quando è finito questo bel weekend, e quindi si sentirà ancora più stressato, e finisce che, come in un circolo vizioso, il nostro impiegato, non ci è dato sapere con precisione quanto guadagna al mese e che lavoro fa, d’altra parte non ci interessa perché non è lui l’oggetto della recensione, insomma finisce che il nostro impiegato cercherà di procurarsi tutta la discografia dei Mum per isolarsi anche mentre, diretto al posto di lavoro, è pressato in mezzo ad altre cento persone isolate sul vagone metropolitano, o immobilizzato nel traffico tra migliaia di automobili tremanti – accidenti doveva partire prima, rischia di arrivare in ritardo, per fortuna la musica del gruppo in questione lo aiuta a preservare la sanità mentale e a sbollire l’agitazione, almeno tutto questo ghiaccio e questo sole gelido e queste lande sconfinate su cui Gunnar Örn Tynes, Örvar Þóreyjarson Smárason, Gyða e Kristín Anna Valtýsdóttir hanno immaginato la loro musica sono serviti a qualcosa. Sì, i loro nomi sono illeggibili, potete limitarvi a guardarli.

Attenzione a non fraintendere le mie parole, forse lievemente innevate dal sarcasmo, come lo zucchero a velo su una torta al cioccolato, con una critica negativa: la musica è realmente valida, bella, interessante, a tratti emozionante, adatta al clima autunnale (pensavamo di scrivere “alla tiritera folkettara sull’autunno” ma abbiamo temuto di sembrare acidi, e con i Mum nello stereo non si riesce ad essere acidi) dovunque voi siate, sia nel loft che in città che al mare: più che stare qui a perdere tempo con la recensione il consiglio è di fiondarvi a comprare il disco, il miglior modo per conoscerne la musica è ascoltarla, in questo caso: vi suggeriamo anche se vi capita di dare qualche chance in più all’ultimo disco dei Sigur Ros, dal titolo “Takk”, che a nostro modesto avviso, rimanendo su questo genere, riempie alcune lacune dei cari Mum, ovvero un afflato di passionalità, l’avvolgente sensazione di totalità orchestrale e qualcos’altro che lasciamo scoprire a voi. Ma questa è un'altra storia. Non abbiamo nemmeno cercato di spiegare perché “finalmente siamo nessuno”. Pazienza, vi lasciamo scoprire anche quello.

V Voti

Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 12 voti.
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babaz 10/10
F-000 8/10
fly69 9/10

C Commenti

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tramblogy (ha votato 9 questo disco) alle 10:12 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

OPS IL PRIMO.

stupendo!

(ma a me piace anche quello dopo...bocciato da tutti.sigh)

tramblogy (ha votato 9 questo disco) alle 10:12 del 18 febbraio 2009 ha scritto:

OPS IL PRIMO.

stupendo!

(ma a me piace anche quello dopo...bocciato da tutti.sigh)

alburno (ha votato 9 questo disco) alle 23:17 del 26 aprile 2009 ha scritto:

No stressati!!

Malgrado la recensione lasci un po’ a desiderare, svelando poco sul reale valore musicale-artistico di questo splendido album, e andando ad affiancare con facilità ceci e fagioli solo perchè entrambi legumi (sarcasmo permettendo..), vi posso dire che la musica dei Mum si distingue per unicità in quanto portatrice di una propria e rara forza evocativa, nonché suggestiva, che poco ha da accomunargli ai loro straordinari colleghi islandesi, ad iniziare dalla particolare componente elettronica assente in quest’ultimi. Necessità sicuramente di un ascolto più lento e accurato, ma è questione di orecchio e credo di ascoltatore. .....Vietato l’ascolto ai stressati in cerca di relax.

babaz (ha votato 10 questo disco) alle 11:43 del 18 febbraio 2010 ha scritto:

Per me è da 5 pieno!!un sogno ad occhi aperti...soprattutto Finally We Are No One e The Land Between Solar Systems!!

Bellerofonte (ha votato 9 questo disco) alle 13:24 del 5 settembre 2010 ha scritto:

L'Islanda non delude mai....

Proprio come i Sigur.. Questo per me è il capolavoro dei MUM

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 17:44 del 19 dicembre 2011 ha scritto:

ieri e oggi riascoltato questi Mùm, ammazza che discone! anche a distanza di anni mantiene intatto un potere evocativo niente male! lavoro che meritava di entrare nella nostra classifica best 133 del decennio!!

fly69 (ha votato 9 questo disco) alle 18:08 del 9 dicembre 2012 ha scritto:

a distanza di dieci anni rimane un assoluto capolavoro .... a cui la recensione non rende merito

ThirdEye (ha votato 9 questo disco) alle 21:04 del 21 febbraio 2014 ha scritto:

Solo 7? Mah, a parere mio, disco bellissimo. Ne fui davvero stregato al tempo. Elettronica così gelida, eppure mai così calda. Un mezzo capolavoro per il sottoscritto!