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R Recensione

6,5/10

Teen Daze

The Inner Mansions

Secondo disco dell’anno per il canadese Teen Daze, tra i migliori glo-fiers usciti nella seconda ondata del 2010, quando l’Ep “Four More Years” si era fatto notare per il tiro pop di ottima qualità unito alle ormai allora codificate peculiarità chillwaviche. Di acqua sotto i ponti, nel frattempo, ne è passata poca, ma sufficiente per far sembrare quasi lontani quegli anni. Che Teen Daze, però, recupera negli episodi migliori di questo “The Inner Mansions”: che sia già nostalgico della nostalgia?

Rispetto al precedente “All Of Us, Together”, più indirizzato verso soluzioni dance e baleariche, Teen Daze qua sceglie di mescolare le carte, alternando (persino letteralmente) pezzi guidati dal consueto beat affogato nel torpore di tastiere lo-fi e brani quasi ambient, di totale svaporamento. Mentre l’effetto indesiderato di questi ultimi è la sonnolenza, pure pesante (“Garden 2”, “The Heart of God”), o al massimo un tocco di grazia dream-pop un po’ artefatto (“By Love”), all’ascolto dei brani più dance-y si gode parecchio: “New Life”, “Divided Loyalties” e la spettacolare “Discipleship” sembrano out-takes da “Seek Magic” di Memory Tapes, nelle tinte pastello del piano che punteggia i synth sempre molto acquatici, mentre, dove compare, la voce galleggia sullo sfondo, immersa nelle solite textures trasparenti. “Spirit”, aumentando i bpm, riprende la house dove l’avevano lasciata in febbraio i Blondes, in zone di confine glo nei pressi di qualche spiaggia al tramonto. E i bei momenti sono già quattro, almeno.

Sicché la vera tara di questo ragazzo di Vancouver dal nomen-omen fin troppo didascalico è che pubblica troppo e non riesce a uscire con lavori privi di riempitivi e insaccamenti fuori registro. Per dire: cosa c’entra, qua dentro, il pur bel pezzo con Frankie Rose (“Union”), che suona come un ibrido tra Atlas Sound, Animal Collective e The Pains of Being Pure at Heart? Niente.

Ma se è vero, come sembra, che ormai è la singola canzone a contare, e pazienza il disegno complessivo, “The Inner Mansions” ha il suo valore. L'inventività non è quella dei maestri del genere, ma ce n'è per aggiungere una coda alle compile chillwave.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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