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R Recensione

6/10

Azari & III

Azari & III

Cos'è, adesso che la classe Hercules & Love Affair è diventata mito, è già arrivato il momento di rispenderne la filosofia per le intenzioni più spicciole? È già ora di svelare la semplicità del trucco e rivenderselo in ambienti in cui magari non lo si conosce (o peggio ancora, non lo si riconosce)? No, meglio chiarire una volta per tutte e soffocare ogni deriva dissacrante sul nascere. Perché se stiamo cercando gli eredi dell'inarrivabile picco del progetto diretto da Andrew Butler, mi pareva fossimo tutti d'accordo: Jessica 6, belli come il sole, con la stessa Nomi Ruiz che quel luccichio l'aveva ricevuto direttamente sulla sua pelle, Anthony a benedire il tutto e per di più con quella marcia in più r'n'b/soul che gli USA hanno nel sangue. Perché, qualcuno voleva qualcosa di più?

Eh già, al giorno d'oggi chi s'accontenta più? Ed ecco allora che arrivano pompatissimi dal Canada gli Azari & III. E che fanno? In pratica rubano l'ingrediente segreto della ricetta Hercules & Love Affair e la estendono a tutta la cronistoria, americana e non, di classic house, disco e Detroit techno. Ruffiani che più ruffiani non si può, ma successo garantito al mille per mille. Anche perché se spegni per un attimo (o meglio, per un'ora) il cervello e ti lasci andare alla musica, tutto fila a meraviglia: i ritmi irresistibili ci son tutti (e vorrei ben dire, con anni di storia che parlano per loro), la voce femminile mezza italo e mezza soul è perfetta, la spavalderia electro/dance funziona alla grande, i pezzi son divertenti, variegati, stimolanti e siam tutti contenti e soddisfatti. Lo marchiamo come capolavoro fuori dal tempo e via, avanti un altro, e che provi a spodestarlo.

E invece no. Perché poi ci inizi a pensare per benino e ti rendi conto che i quattro ragazzi (di una fighetteria che più fashion non si può, andatevi a guardare i loro scatti) non han fatto altro che seguire alla lettera una ricetta collaudata e lubrificata da lungo tempo, i cui apici son già stati toccati da altri più e più volte. Into The Night discende proprio da loro, gli H&LA, però è distante anni luce dallo spessore del loro debutto. Reckless è di nuovo il vecchio (sì, vecchio) trucco nu-disco, però i Jessica 6 col loro carisma se la mangiano a colazione. E quindi uno-due, subito in partenza, e sei già predisposto male per tutto il disco. Che peraltro continua: Change Of Heart è Housemeister che fa il verso a Larry Heard, solo con una parentesi centrale happy-pop (ma che è? Kylie Minogue?) che ne stravolge per un attimo la logica; Lost In Time è house newyorkese vecchio stampo, con qualche sferzata synth giusto per mascherare un po'; Manhooker cos'è, riflusso eurodance? Undecided, praticamente la Jack Your Body resuscitata per gli anni '10! Hungry For The Power: Marshall Jefferson + Junior Boys, ti piace vincere facile?

E così via, potremmo continuare per altri venti minuti. Il punto è che in quest'album ci sono i momenti di leccaculaggine musicale più nobili di 30 anni di corsi e ricorsi dance, tutti riciclati su nuove sembianze ed infiocchettati ad arte. È un disco per esteti: ammirabile nella forma ma censurabile nella sostanza. Tutto questo, ovvio, se si ragiona con la testa. Nel frattempo il resto del corpo è a un passo dall'orgasmo, con tanto di urletto incontrollato. Ma se gli Azari vogliono che smettiamo di pensare devono darci gli argomenti giusti per distoglierci l'attenzione. E a tratti ci riescono pure. Come in Manic: groove inattaccabile su loop sensuale, una gran figata, punto, al di là di qualsiasi critica possibile. O anche con Indigo, house europea con reminescenze rave, ospitate trance e citazione sopraffina delle tastierine Good Life di marca Inner City. Ma non tutto il disco ti inebria a tal punto da rinunciare a muovere certi appunti, ed è per questo che non siam qui a parlare di un capolavoro. Bravi, anzi, bravissimi, ma così è troppo facile! E anche se l'universo dance è fatto di apparenza, un minimo di rigore intellettuale impedisce questa volta di sperticarsi. Però se li incontraste per strada, stringetegli la mano con orgoglio: perché maestria e disinvoltura sono fuori discussione.

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 3 voti.
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ciccio 7/10
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C Commenti

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hiperwlt (ha votato 5 questo disco) alle 14:45 del 8 gennaio 2012 ha scritto:

per me, poche idee e quelle presenti sviluppate in modo esteticamente poco attraente (riprendendo il concetto dello scritto). in ambito (pop)house, il piglio 'funk' degli hercules & love affair si fa ancora preferire.