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R Recensione

7/10

AA. VV.

Live at Robert Johnson vol. 7 Remixed by Ata

Il Robert Johnson non ha bisogno di tante presentazioni, da anni è infatti uno dei simboli principali della scena Techno di Francoforte (anzi Offenbach che ci tengono!!!). L’ex circolo di canottaggio ha sempre ospitato quanto di meglio il panorama elettronico mondiale potesse offrire molto prima del Cocoon club di Re Mida Sven Vath. L’atmosfera intimamente underground e sinceramente familiare l’hanno reso una vera leggenda per tutti i clubbers.

Meno conosciuto al di fuori dei confini nazionali ma altrettanto importante è Ata, Dj storico della scuola teutonica cotitolare del negozio di dischi Delirium e delle etichette Klang Electronick e Ongaku, nonché fondatore della prestigiosa Playhouse records, label che tra le altre cose gestisce lo stesso Robert Johnson.

Come tutti i locali di fama anche il Johnson ha messo sul mercato la propria collana di compilation, Live at Robert Johnson, ed ora, con la numero 7, è giunto il turno del vecchio leone ai piatti che, in barba alle mode del momento o a quei problemi di licenza che tirano sempre in ballo i Dj quando si limitano a metter su cd le hit degli ultimi mesi, butta giù una playlist accattivante e provocatoria degna dell’Ibiza degli anni ’80 o della Hacienda di Manchester.

Una sorta di after post banchetto nuziale (che poi l’aveva fatto per davvero Adam Beyer) a base di synth pop, new wave, disco, italo e proto house che riflette tutte le preferenze ed ossessioni danzerecce dei popoli nordici.

Il non mix alla Dave Mancuso porta con sé chicche come i Quando Quango di Mike Pickering (a proposito dell’Hacienda…) e “non ci posso credere” remix di Avventurieri della nostra nazionalpopolare Jo Squillo (!!!) o ancora gli Endgames con First, Last-For Everything.

In definitiva Ata compila un’ottima selezione perfetta per commuovere le vecchie generazioni ed offrire un buon bignami di storia alle più giovani.

V Voti

Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 3 voti.
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ciccio 8/10

C Commenti

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synth_charmer (ha votato 7 questo disco) alle 9:57 del 7 maggio 2011 ha scritto:

il bello è che Atanasios non raccoglie semplicemente una serie di conosciute hit italo disco, ma propone quei pezzi a cui è più legato personalmente, quelli che seguono gli anni dell'esplosione mutant-disco, quelli che incorporano l'estro new wave e le nuove forme post-punk. Prima ancora che risvegliare la nostalgia, Ata riesce ad esaltare quello spirito dance che, in ogni tempo, non si è mai piegato allo schema, quello che ha sempre fatto un passo avanti rispetto al resto. La premura verso l'originalità, assunta come mossa scatenante: a nessuno verrebbe in mente di abbandonare il sound del presente in una compilation celebrativa del proprio locale!