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R Recensione

8/10

Alva Noto & Blixa Bargeld

Mimikry

Un fischio intransigente a cancellare ogni dubbio apre uno degli album più attesi degli ultimi anni: Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten, formazione culto della scena industriale, incontra Carsten Nicolai altrimenti detto Alva Noto, colonna portante del minimalismo elettronico. Le perplessità che Fall spazza via sono quelle che avevano smorzato gli entusiasmi per un’altra jam, non troppo riuscita, tra pionieri del calibro di Pan Sonic e Alan Vega. Invece nel giro di due minuti quello che appare come il lamento di una macchina sotto pressione si rivela come un vortice di anime intrappolate nella tecnologia, dove il tempo è scandito da un quasi sacrale spoken words di Blixa, rigorosamente in tedesco, sull’inizio della caduta e capitoli chiusi.

Il tema del disco è appunto il rapporto tra la voce e il rumore meccanico, dove l’elemento umano è sia veicolo di messaggi che fonte sonora pronta per essere plasmata in una nuova forma. Succede quindi che il coro finale dei dieci minuti della start track diventi il soffice appoggio ambientale per un malinconico pianoforte. Le atmosfere sono spettrali: se Fall segna il passaggio alla vita ultraterrena, Once again con le sue campane è la condanna dello spirito ad infestare uffici abbandonati per l’eternità facendo scattare stampanti e macchine da scrivere in corto circuito. Non si può fuggire dalla città elettrica costruita dalla società industriale, nemmeno con la morte in un continuum imipiegato-zombie impiegato-fantasma.

È la solitudine dei numeri primi quella della cover di One, scritta da Harry Nilson, in cui il leader degli Einsturzende si fa dolce per intonare versi come t’s just no good anymore since you went away, Now I spend my time just making rhymes of yesterday e ancora One is the loneliest number that you’ll ever do, mentre Alva Noto tratteggia la rotta col blip di un radar.

Ret Marut Handshake (in cui Ret Marut è lo pseudonimo del misterioso autore tedesco B. Traven) è il patto del Diavolo tra l’industrial e il minimalismo, il comandamento definitivo tra le scuole qui rappresentate: il rock di Blixa picchia sui chiodi sonori di Carsten e le frese digitali graffiano più di chitarre distorte.

Bersteinzimmer, ovvero della lontananza, una lunga suite dapprima isolazionista e quindi sinfonica, con un aristocratico lied finale: vi lascio soli nella mia camera d’ambra affinchè vediate le terre che possiedo. I wish I was a mole in the ground sono le parole che i fans della prima ora degli Einsturzende Neubauten non vedevano l’ora di risentire. You as an insect, you mimic yourself è il ritornello della title track Mimikry che sgorga da fat beats technoidi. Inquietante: gli oggetti sulla scrivania prendono vita e si nascondono a loro volta. Che sia un riferimento al più famoso locale della città in cui Nicolai vive? Un titolo come Berghain nella comunità techno non si prende alla leggera ed effettivamente, tra i sibili delle gallerie della centrale energetica di Friedrichschein, la violenta miscela ritmica che vi si produce e riferimenti testuali a disco labirinto, sembra proprio che quest’ipotesi non sia così campata in aria.

Una tormentata Wust circa il significato dell’amicizia ci porta all’ultima canzone, Katze, glitch pop a base di miagolii, naturlich, ed inviti stile Alice nel Paese delle Meraviglie ad entrare in un mondo, quello dell’elettronica, in cui, specularmente a quello reale, tutto è finzione, danza di elettroni.

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Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 13 voti.
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favaron 10/10
giank 7/10
REBBY 3/10
bonnell 7,5/10

C Commenti

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synth_charmer (ha votato 7 questo disco) alle 9:42 del 22 novembre 2010 ha scritto:

lo sto ascoltando da una settimana circa. Nonostante in genere non ami la minimal questo in realtà mi sta piacendo. Ero per mezza stelletta meno, ma mi do ancora un po' di tempo

paolo gazzola alle 10:49 del 22 novembre 2010 ha scritto:

Per ora so solo che mi sognerò la copertina stanotte. Ascolterò...

TheManMachine (ha votato 8 questo disco) alle 10:23 del 23 novembre 2010 ha scritto:

Bel disco, bella recensione, stupendo artwork, una delle copertine più notevoli del 2010. Complimenti Federico!

synth_charmer (ha votato 7 questo disco) alle 20:58 del 23 novembre 2010 ha scritto:

Sì, confermo le sensazioni iniziali. Matrimonio ben riuscito, anche perchè non ci si abbandona totalmente al rumorismo minimale, ma la forma-canzone rimane. Non era facile recensire questo disco, bravo tu a scegliere l'approccio "visionario" che ben rende l'idea

djsynth, autore, alle 21:23 del 23 novembre 2010 ha scritto:

grazie

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 14:34 del 25 novembre 2010 ha scritto:

bravi decisamente. certo, non so quanto possa ancora girare nel mio lettore sto disco... un bel lavoro da consultare oooogni tanto! ))

Lobo alle 12:44 del 8 dicembre 2010 ha scritto:

Ma che è st'affare? Non si capisce niente. La tipa in copertina invece si capisce perfettamente

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 19:21 del 18 dicembre 2010 ha scritto:

Giustamente, adoro.

sbaiubern (ha votato 9 questo disco) alle 21:49 del 6 gennaio 2011 ha scritto:

PER ME DISCO DELL'ANNO

avanguardistico

salvatore alle 12:36 del 30 maggio 2011 ha scritto:

Che poi Veruschka oltre che cantare (?????) nell'ultimo brano, è la modella in copertina. Anche se io preferisco ricordarla così: