James Holden
The Idiots Are Winning
Questione genetica: gli inglesi ce l'hanno nel sangue, la capacità di prendere suoni nati altrove e reinventarli dandogli nuova forma e vigore.James Holden poi non è certo l'ultimo arrivato: fondatore della Border Community, (l'etichetta di Nathan Fake, per intenderci), produttore prodigioso nella sua capacità di trascendere suoni e generi: trascorsi nella trance, presente in un microcosmo musicale parallelo che vive e opera con regole tutte sue. Il disco di cui trattiamo viene annunciato come un Ep, ma ha peso specifico (e durata) da album di debutto.
Il punto di partenza è una terra di nessuno a cavallo tra house e techno minimal, il risultato è difficilmente collocabile: il disco spinge un pò più in là il gioco della sperimentazione con l'elettronica ballabile compiendo allo stesso tempo un piccolo miracolo divulgativo, a renderne imprescindibile e appagante anche l'ascolto casalingo.
James Holden rievoca in ordine sparso tutte le suggestioni dell'elettronica sperimentale degli ultimi anni, dalla microhouse al glitch, dall'indietronica alla techno minimale e le fonde in un suono mutante ed eclettico in grado di travolgere anche ascoltatori non avvezzi a queste sonorità e di stupire i più scafati : Lump pare un remix minimal dei Radiohead di Kid A, 10101 è una microhouse scaldata da synth trance e sfaldata in mille particelle glitch, Corduroy è la Warp riletta da Vitalic, techno cosmica che lascia spazio all'incubante ambient di Flute, spettrale thriller sonoro tagliato da rapide lame sonore e saturato progressivamente da distorsioni e feedback, Idiot è techno minimale dall'inaspettato affondo lirico e dall'elevato tiro epico, melodramma per synth disturbati e psicotici, Lumpette segna lo stacco, sancito definitvamente da Intentionally Left Blank.
Due minuti di silenzio assoluto, ennesimo segnale di libertà di un disco senza limiti, cesura a segnare idealmente la fine della prima metà del disco: al termine dei due minuti si entra nella seconda parte-epilogo , girone più ostico e intransigente. Dal beat ossessivo di Idiot Clap solo a quello imploso di Quiet Drumming.
Non sappiamo dove potrà portare Holden il famoso album di debutto, ma già ora abbiamo a che fare con qualcosa di importante: un disco in grado di sintetizzare anni di fermenti elettronici underground e non, di dargli una nuova forma universale e renderli accessibili, di portare, attraverso questa sintesi, il percorso dell'elettronica oltre: è di dischi come questo che si nutre la storia dell'elettronica, di animi liberi come Holden, capaci di condensare genio musicale e talento melodico, apertura e libertà mentale, amore per la sperimentazione ed eclettismo.
Tweet