R Recensione

7/10

These New Puritans

Beat Pyramid

Insomma è pazzesco...uno si guarda in giro ed è pronto a scommettere che il revival wave sia finito, sparito, in completa via di estinzione. Uno vede la decadenza di tutti quei gruppi (Interpol, Bloc Party, Franz Ferdinand in primis) che si rifacevano espressamente alla stagione d’oro 1978-83 (indicativamente) contaminandola col new rock e pensa che ormai il discorso sia chiuso e non ci sia altro da aggiungere. Soprattutto perchè la musica di fine decennio sembra andare in altre direzioni, tra cui quel cosiddetto nu rave, nuova definizione modaiola dopo gli esordi di Digitalism, Klaxons e Justice. Uno pensa tutto questo e poi salta fuori il gruppo che tenta di coniugare queste due anime musicali dai risvolti molto diversi cercandosi come padrini putativi i giovincelli Klaxons (già diventati dei capi-scuola?) e i più veterani Primal Scream.

Forse si generalizza un pò però, perchè in effetti non è facile riuscire a inquadrare completamente Beat pyramid per le tante sfaccettature che lo compongono. È indubbio però che in generale prevalga un elettro-pop con tendenze new wave e post-punk (esemplare di queste varie contaminazioni la traccia d’apertura Numerology (aka Numbers)). Tuttavia se i Klaxons sono uno dei gruppi che tornano più spesso in mente (sentire 4 pounds, C. 16th +- e Navigate-colours per farsi un’idea) non si può dire che sia così semplice dare una linea unitaria per l’intero disco. Colours ad esempio è un elettrowave che si prende meno sul serio con dei riff presi a prestito dai Franz Ferdinand e con un’andatura tipica dei Bloc Party. L’impressione di già sentito però è sgradevole e si preferiscono di gran lunga le sorprendenti contaminazioni hip-hop che si trovano in Swords of truth (fuso tra foga post-punk e solide distorsioni shoegaze) e in Infinity Ytinifni (clima underground alla Dizzie Rascal). Doppelganger poi profuma meravigliosamente di primitivismo Liars affondato in un morbido velo di elettronica.

Talvolta viene a mancare l’ispirazione e si cerca di compensare con esercizi di stile che poggiano su classici giri di accordi new wave ormai saturi e abusati: è il caso di MKK3 ma anche della melodrammatica Costume. Tuttavia pezzi come En papier e Elvis esaltano. E se nel primo tornano ancora una volta i Klaxons il tratto comune stavolta è dato dai Primal Scream del periodo d’oroa Evil Heat-XTRMNTR. Elvis poi è probabilmente il brano migliore del disco, un singolo che ha tutto per far godere sia alternativi che discotecari: basso tipico new wave inserito in un accattivante elettro-rock per cui si potrebbero anche scomodare dei Kasabian alleggeriti da ritmi più tirati e da una maggiore velocità di esecuzione.

Beat Pyramid è nel complesso un ottimo esordio che seppur in gran parte derivativo riesce a rielaborare brillantemente alcune delle istanze musicali dell’ultimo periodo. Soprattutto sembra confermare l’idea che rock ed elettronica siano sempre più destinate ad andare a braccetto. Forse tra vent’anni sarà cancellata quella proverbiale divisione tra rockettari e seguaci della disco che nacque sul finire degli anni ’70.

In attesa di sapere se queste profezie avranno buon esito si può ingannare l’attesa ascoltando l’opera di questi giovani inglesi guidati da Jack Barnett. E non dimentichiamoci che i ragazzi che compongono la band non hanno neanche vent’anni...

V Voti

Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 13 voti.
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.... 8/10
Cas 6/10
target 5/10
REBBY 6/10

C Commenti

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.... (ha votato 8 questo disco) alle 13:18 del 8 febbraio 2008 ha scritto:

finalmente mi sono registrata...

e scrivo! beh a me è piaciuto moltissimo il loro lavoro, non ho degli elementi "tecnici" per commentare però li avevo già sentiti per la collona sonora del fashion show di Hedi Slimane (dior homme) che, oltre a stilista, reputo ottimo artista che va a braccetto con la musica e in un certo senso è stato lui a "sdoganarli". bella la recensione sono d'accordo soprattuto con il riferimento ai Primal Scream (e a momenti anche i Rapture) e l'elettro rock che però trovo sempre lineare mai sporco. Secondo me vale la pena di ascoltarli!

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 7:33 del 19 febbraio 2008 ha scritto:

I ragazzi sembrano avere dei numeri e anche una

certa dose di originalita'. Potrebbero forse in

futuro riservarci delle sorprese, se solo avranno

voglia di proggredire e contemporaneamente si

affineranno dal punto di vista tecnico. Per il

momento mi pare che non abbiano abbastanza materiale per un album. Forse un EP sarebbe stato

meglio (io lo faro' con Numerology, Elvis, En

papier e Sword of truth)! Sarei stato sicuramente più generoso. Così per me meriano un 6 +.

simone coacci (ha votato 8 questo disco) alle 20:27 del 21 febbraio 2008 ha scritto:

Un vero e proprio collage di suoni e prospettive angolari. Analogico e digitale, atonale e melodico, vuoto e pieno, post punk e math-tronica si dispongono simmetrici come i termini d'un equazione algebrica. E, come nel quadrato magico di Duhrer, ogni numero ha un suo significato. Che trascende in una sorta di antimateria sonica in grado di rappresentare per il rock (e il pop) l'equivalente di ciò che il grime ha significato nell'hip-hop. Appaga l'intelligenza senza mortificare i sensi. Il nume Fall che getta uno sguardo benevolo sui pronipoti. Un esordio difficile da ignorare.

target (ha votato 5 questo disco) alle 14:44 del 23 febbraio 2008 ha scritto:

Moltissimo fumo e pochissimo arrosto

Ben vengano le sperimentazioni, le ricerche, le oltranze, le mescidanze tra generi discosti, siano anche hip hop e new wave. Ma questo disco è costruito su due idee e su una serie di sbrodolamenti a sfondo esoterico del tutto gratuiti, spesso appena abortiti e inscatolati in tutta fretta per sfruttare l'hype. E che una della due idee sia eccellente (Elvis) poco conta. Che l'altra (Colours), poi, sia ripresa a distanza (Navigate - Colours) indica che davvero i giovanotti avevano poca carne al fuoco. Un EP, allora, sarebbe stato più adatto. E se proprio devi fare un disco, almeno non infarcirlo di trovate riempitive inutili per scimmiottare una struttura circolare che possa far tremare di ammirazione l'appassionato di scienze geometriche e di magia nera. Peccato, perché la stoffa c'è.

Lezabeth Scott (ha votato 8 questo disco) alle 11:15 del 24 febbraio 2008 ha scritto:

NO!

D'accordo con Simone, una sospirata boccata d'ossigeno!

Allosanfan!

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 20:30 del 27 marzo 2008 ha scritto:

Ah, le piramidi sonore!

Alla fin fine non mi dispiace nemmeno troppo. Trovo però che, oltre ad essere contenutisticamente un po' povero (come già faceva notare, con garbo, il sempre puntuale Francesco: anch'io avrei gradito di più un EP!), si compiaccia di alcuni clichè che, ahinoi, hanno riportato alla ribalta un certo tipo di rock britannico e con questo milioni di band fotocopia l'una dell'altra. Detto ciò, credo che la sufficienza piena sia comunque lecito darla: ci sono ottimi pezzi come "Elvis" oppure "Colours", continue battute fra post punk ed electro-clash (non ditemi nu rave che sennò mi incazzo), un cantato new wave interessante, scarno, incolore (nel senso positivo) e nevrotico. Li attenderò alla prossima fatica con più idee, più originalità e più personalità. Fiducioso.