These New Puritans
Beat Pyramid
Insomma è pazzesco...uno si guarda in giro ed è pronto a scommettere che il revival wave sia finito, sparito, in completa via di estinzione. Uno vede la decadenza di tutti quei gruppi (Interpol, Bloc Party, Franz Ferdinand in primis) che si rifacevano espressamente alla stagione d’oro 1978-83 (indicativamente) contaminandola col new rock e pensa che ormai il discorso sia chiuso e non ci sia altro da aggiungere. Soprattutto perchè la musica di fine decennio sembra andare in altre direzioni, tra cui quel cosiddetto nu rave, nuova definizione modaiola dopo gli esordi di Digitalism, Klaxons e Justice. Uno pensa tutto questo e poi salta fuori il gruppo che tenta di coniugare queste due anime musicali dai risvolti molto diversi cercandosi come padrini putativi i giovincelli Klaxons (già diventati dei capi-scuola?) e i più veterani Primal Scream.
Forse si generalizza un pò però, perchè in effetti non è facile riuscire a inquadrare completamente Beat pyramid per le tante sfaccettature che lo compongono. È indubbio però che in generale prevalga un elettro-pop con tendenze new wave e post-punk (esemplare di queste varie contaminazioni la traccia d’apertura Numerology (aka Numbers)). Tuttavia se i Klaxons sono uno dei gruppi che tornano più spesso in mente (sentire 4 pounds, C. 16th +- e Navigate-colours per farsi un’idea) non si può dire che sia così semplice dare una linea unitaria per l’intero disco. Colours ad esempio è un elettrowave che si prende meno sul serio con dei riff presi a prestito dai Franz Ferdinand e con un’andatura tipica dei Bloc Party. L’impressione di già sentito però è sgradevole e si preferiscono di gran lunga le sorprendenti contaminazioni hip-hop che si trovano in Swords of truth (fuso tra foga post-punk e solide distorsioni shoegaze) e in Infinity Ytinifni (clima underground alla Dizzie Rascal). Doppelganger poi profuma meravigliosamente di primitivismo Liars affondato in un morbido velo di elettronica.
Talvolta viene a mancare l’ispirazione e si cerca di compensare con esercizi di stile che poggiano su classici giri di accordi new wave ormai saturi e abusati: è il caso di MKK3 ma anche della melodrammatica Costume. Tuttavia pezzi come En papier e Elvis esaltano. E se nel primo tornano ancora una volta i Klaxons il tratto comune stavolta è dato dai Primal Scream del periodo d’oroa Evil Heat-XTRMNTR. Elvis poi è probabilmente il brano migliore del disco, un singolo che ha tutto per far godere sia alternativi che discotecari: basso tipico new wave inserito in un accattivante elettro-rock per cui si potrebbero anche scomodare dei Kasabian alleggeriti da ritmi più tirati e da una maggiore velocità di esecuzione.
Beat Pyramid è nel complesso un ottimo esordio che seppur in gran parte derivativo riesce a rielaborare brillantemente alcune delle istanze musicali dell’ultimo periodo. Soprattutto sembra confermare l’idea che rock ed elettronica siano sempre più destinate ad andare a braccetto. Forse tra vent’anni sarà cancellata quella proverbiale divisione tra rockettari e seguaci della disco che nacque sul finire degli anni ’70.
In attesa di sapere se queste profezie avranno buon esito si può ingannare l’attesa ascoltando l’opera di questi giovani inglesi guidati da Jack Barnett. E non dimentichiamoci che i ragazzi che compongono la band non hanno neanche vent’anni...
Tweet