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R Recensione

8/10

Magnetic Man

Magnetic Man

L'attesa intorno a questo disco era enorme. E di certo non perchè non si sapeva cosa aspettarsi: i due singoli I Need Air e Perfect Stranger avevano ricevuto diffusione capillare anche attraverso i media, ed era già chiara la direzione in cui stavamo andando a parare. No, in realtà il motivo per cui tutti stavamo aspettando questo LP era un altro. Volevamo prendere coscienza del modo in cui il nuovo post-dubstep sarebbe stato battezzato dal supergruppo Magnetic Man, dietro al quale si celano tre nomi che fanno paura: Benga, Skream e Artwork. Per intenderci, è come se Rossellini, De Sica e Visconti a un certo punto si fossero riuniti per chiedersi: "E adesso di questo neorealismo, che ne facciamo?".

Di consacrazione si tratta e non di invenzione, visto che la neonata creatura aveva emesso già diversi vagiti negli ultimi tempi. Dalle mosse di gente come Mount Kimbie, Actress, Brackles, era già chiaro che il filone dubstep aveva deciso di uscire dal cunicolo buio in cui aveva vissuto per tutto il decennio passato, e finalmente vedere cosa offriva la superficie. Poi si sa, guai a pensare che il ribollire di questo movimento possa essere rinchiuso per intero tra quattro mura. E allora una volta vista la luce, c'è stato chi è andato al mare (era estate), chi ha visitato località esotiche (last minute imperdibile) e chi ha fatto un giro al museo (pioveva).

Se sei a Londra, però, non puoi perderti l'ebbrezza del clubbing notturno, il confondersi tra le masse danzanti, l'immergersi nei luoghi e nei suoni più "fashion" del momento. E così i tre londinesi ci conducono di locale in locale, in mezzo ai posti che conoscono bene, privilegiando in particolare le piste dello UK bass e della trance. In un'alternanza a prova di stanchezza, si balla e si salta ora tra i bassi vibranti di The Bug o Mad, ora tra i bleep stordenti di Anthemic o Ping Pong. E nel tragitto da una sala all'altra, salgono a bordo alcuni ospiti di sicuro interesse: una Ms Dynamite in piena forma ci regala la bomba hip-hop-groove-bass Fire, mentre sulle voci di Angela Hunte e Katy B prendono forma, tra le altre cose, i due singoli di cui sopra.

Le tracce sono quattordici, le menti sono geniali, e di nuove idee ce n'è a bizzeffe. Dimenticate profondità dub, intimismo e oscurità, perchè qui è un susseguirsi di potenziali hit, una continua vittoria di architetture catchy. La massiccia presenza di componenti vocali ci avvicina spesso e volentieri al pop-step, con apici irresistibili in Crossover e Boiling Water. E nel realizzare che questi sono ormai suoni pienamente consolidati, rivalutiamo nel frattempo quell'Outside The Box pubblicato dallo stesso Skream pochi mesi fa, che dava già un'importante scossa in questo senso.

In Magnetic Man c'è tutto questo e anche tanto altro: veloci incursioni nell'hardcore (Karma Crazy), sprazzi di cosmic music (Box Of Ghosts), pizzichi di delicato oriente (Flying Into Tokio) e una chiusura splendida con Getting Nowhere, perla soul-step di immenso fascino. Che lo vogliate o no, signori miei, questo disco contiene tutte le potenziali next big things, tutti i germogli appena sbocciati da quel terreno un tempo rigoglioso di ramificazioni dubsteb. Perchè a queste latitudini il tempo scorre dannatamente in fretta, le radici possono raggrinzirsi molto velocemente, e i passi mossi ieri sono già storia.

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Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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TexasGin_82 alle 11:31 del 13 ottobre 2010 ha scritto:

è una mia senzazione o lei canta uguale a Santogold?

synth_charmer, autore, alle 13:29 del 13 ottobre 2010 ha scritto:

RE:

non so, dovresti chiedere a lei

tarantula (ha votato 5 questo disco) alle 20:25 del 13 ottobre 2010 ha scritto:

Il bistrattato ultimo disco di Skream a me sembra molto meglio di questo: lì c'erano almeno 4 pezzi killer ed altre 3-4 buoni. Poi c'era anche tanto mainstream piuttosto scipito ma qui, a parte la buonissima "Mad" e la buona "Bug" non trovo molto altro ed il mainstream superficiale la fa da padrona.

synth_charmer, autore, alle 20:57 del 13 ottobre 2010 ha scritto:

RE:

mi rendo sempre più conto che sono in molti a pensarla come te. Questo generale avvicinamento del mondo dubstep al pop e alla dance sta facendo storcere più di un naso, immagino che questa nuova tendenza faticherà molto ad entrare nelle grazie della critica. Io (s'è capito) la considero una mossa molto interessante, soprattutto pensando che alle spalle abbiamo un intero decennio passato nei sotterranei. E' probabile che le classiche sonorità dubstep continueranno a convivere con quelle nuove, niente si ferma da un giorno all'altro. Però, cacchio, quanto è interessante questa direzione..

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 12:00 del 17 ottobre 2010 ha scritto:

Una fottutissima fabbrica di possibili (e probabili) hit! Bandita ogni introspezione dub, prende forma e direzione quella pericolosissima strada "mainstream" che potrebbe davvero portarci a nuove frontiere musicali. Il confine tra bello e finto bello continua ad assottigliarsi sempre più. Al solito, ottima proposta.

loson alle 14:33 del 30 gennaio 2011 ha scritto:

"Perfect Stranger" e "Crossover" divine. E la ragazzetta Katy B ha continuato su ottimi livelli sia con "Lights On" (il ritorno della dance-pop anni '90s con infiltrazioni dancehall) che con un'altro gioiellino del calibro di "Katy On A Mission" (sempre Benga in cabina di regia). A questo punto l'attesa per l'album si fà cocente. Sul resto di "Magnetic Man" devo tornarci, ma c'è il rischio che io e Carletto ci si trovi nuovamente d'accordo (il che è sconcertante ;D). E comunque questa deriva "poppy" del dubstep mi sta piacendo davvero, spero che prenda piede in modo definitivo e riesca ad infiltrarsi capillarmente nel mainstream d'oggi.

loson alle 14:34 del 30 gennaio 2011 ha scritto:

RE:

Sì, ok, "un altro" senza apostrofo. Svista...

synth_charmer, autore, alle 15:02 del 30 gennaio 2011 ha scritto:

RE:

toh guardalo, uno dei mie dischi dell'anno anch'io sto aspettando l'esordio di Katy B a fine marzo, sarà il battesimo ufficiale dello UK funky nel mondo discografico. Qui ho adorato non solo le forme pop, ma anche le incursioni trance, funky e (non dimentichiamoci la bellissima Getting Nowhere) soul. Versante pop-step, hai già recuperato l'ultimo di Skream, los?

loson alle 18:20 del 30 gennaio 2011 ha scritto:

RE: RE:

Versante pop-step, hai già recuperato l'ultimo di Skream, los? ---> Nein. Ma di Skream mi piacciono poche cose (dall'ultimo album la sola "Where You Should Be"), così come degli altri due signori titolari della ditta Magnetic Man. Se avrà il coraggio di una svolta "pop" potrebbe piacermi, perchè così com'è adesso il panorama dubstep ha bisogno di una boccata d'ossigeno immediata. Gli ultimi Scuba, Vex'd, Benga e Shackleton mi hanno quasi infastidito nel loro girare a vuoto su queste sonorità enfaticamente e tenebrosamente UK Bass, manifestazioni di un'avanguardia che fà la voce grossa ma, nei fatti, non si scosta sensibilmente dai primi Boxcutter e Burial del 2006. Persino quest'ultimo ha capito che il futuro del dubstep è di "infettare" il pop, e con "Untrue" decide di rischiarare le tenebre puntando sull'appeal delle voci soul "pitchate". Ikonika è una piacevole sorpresa, ma tutto sommato marginale. Forse il disco dubstep che più mi è piaciuto lo scorso anno - e che ora sto riscoprendo, dopo averlo messo un po' da parte - è "O.M.G.!" di Rusko, davvero immaginifico e appiccicoso senza nulla perdere in temerarietà.

synth_charmer, autore, alle 18:42 del 30 gennaio 2011 ha scritto:

RE: RE: RE:

Maddai, a me Rusko è piaciuto davvero poco invece! Comunque è vero, questo riversamento sullo UK bass è stato proclamato come la grande novità del mondo dubstep, quando di nuovo ha davvero poco. E in un genere come questo, dove l'introduzione di nuovi stili è praticamente l'essenza stessa della faccenda, la mancanza di novità diventa un difetto più evidente. Il rifiuto dei suoni tenebrosi tipici dello uk bass è stato proprio la svolta chiave del 2010, e di fatto la fine dell'era dubstep, grazie all'introduzione di atmosfere solari - vedi Mount Kimbie e le loro affinità IDM - o danzerecce, o (più in là) malinconiche, coi Darkstar. Ohi, mezzo Outside the box è pop-step eh, che poi è anche il motivo per cui è stato stroncato un po' ovunque io l'ho rivalutato proprio dopo Magnetic Man, quand'era uscito ero stato un po' tirchietto

loson alle 20:00 del 30 gennaio 2011 ha scritto:

RE: RE: RE: RE:

Mount Kimble li apprezzo più per le intenzioni che per i risultati, almeno stando a quello che ho ascolticchiato finora: poppeggiano, armeggiano con glitch e chitarre, ma lo fanno in modo molto pudico, senza quel guizzo... Rusko invece ha scavlcato di netto la questione, coniando un bizzarro wonky-pop dalle mille sfumature, coraggiosamente melodico ma frastagliato come pochi album di dubstep hanno saputo essere. Poi i Darkstar, anche loro han fatto una piccola rivoluzione (che pochi hanno notato, presi com'erano dal denunciare i limiti del "solito disco synth-pop" e baggianate varie). I Darkstar hanno utilizzato la tavolozza "espressiva" del dubstep per creare musica che col dubstep non c'entra praticamente nulla (se non per il mood malinconico che può richiamare il solito Burial). Questo sì ha segnato un superamento deciso di quell'estetica, a mio avviso, oltre ad aver generato un disco bellissimo. Riascolterò "Outside The Box", anche se non lo ricordo così pop-step come dici. E se scopro che effettivamente non lo è, suono il tuo campanello di notte e scappo. XD