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R Recensione

6/10

Umberto

Night Has A Thousand Screams

Dopo “Prophecy of the Black Widow” sembrava che Umberto avesse deciso di sterzare e di dedicarsi ad altri generi: “Final Exit” (2011) era un angosciante bordone di 15 minuti da ascoltare, secondo le intenzioni dell’autore, come colonna sonora del proprio suicidio (non è dato sapere se qualcuno l’ha fatto davvero), mentre il debole “Welcome to the Chill Zone” (2011) cercava di declinare l’onda glo in una chiave ambient piuttosto infelice. È salutare, dunque, questo “Night Has a Thousand Screams”, con cui l’americano torna a lavorare sui suoi territori preferiti, tra Goblin, horror italiano anni ’70, John Carpenter e synth-pop con il trucco gotico.

 

Pubblicato dall’etichetta dei Mogwai (con cui nulla condivide), il disco è nato su commissione, come colonna sonora da riusare durante il festival cinematografico di Glasgow lo scorso febbraio, tanto da essere filologicamente incorniciato tra “Opening Titles” e “End Credits” che si riprendono in modo circolare (il film in questione è un classico del genere datato 1982: “Pieces” dello spagnolo Juan Piquer Simon). In mezzo si distendono ampie rivisitazioni del canone horror-disco, tra alcuni intermezzi d’atmosfera in cui Umberto riplasma le sue ultime scampagnate ambient (“Puzzled”, “The Pool”, “The Waterbed”), omaggi goblineschi decorati di synth noir secondo il canone (“The Dance Studio”), e suite rétro riempite di bassi in odore funk e macchine analogiche in costante marcescenza (“The Investigation” e “Paralyzed”) spalleggiate da cori spettrali e deliri thriller di moog e campanelli.

 

Come nel passato, l’approccio di Umberto è rispettoso della tradizione: nessuna reale influenza witch si insinua (come in uno Xander Harris), per un effetto di antiquariato sicuro. E se il disco non è all’altezza delle due perle di Matt Hill (“From the Grave” del 2009 rimane imbattuto), almeno lo restituisce a quanto sa fare meglio, nella speranza che trovi, all’interno del genere, variazioni vivificanti. Per l’autunno è già annunciato un nuovo lavoro per la Not Not Fun.

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Dr.Paul alle 14:17 del 24 novembre 2012 ha scritto:

forte umberto!! ottiene il massimo col minimo sforzo! target voto cosi basso solo xche il disco è una "ripetizione" di Prophecy of the Black Widow? PS non ho idea di chi sia xander harris e/o le perle di matt hill!!

target, autore, alle 11:12 del 25 novembre 2012 ha scritto:

Sì, Paul, il voto bassino è anche per l'effetto ripetizione: conta che prima di "Prophecy" era uscito "From the grave", che era costruito sullo stesso materiale (forse con le suggestioni goblinesche ancora più spiccate). In più mi sembra che rispetto a quei dischi ci sia anche un po' meno qualità. Matt Hill è il vero nome di Umberto! Su Xander Harris abbiamo una recensione di Affatigato (è la prima linkata nella colonna di destra). Ciò detto, a me 'sta roba continua a interessare molto!