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R Recensione

7/10

Massimiliano Pagliara

Focus For Infinity

Ci son cose che noi italiani sappiam fare meglio di chiunque altro. Una di queste è maneggiare ad arte la materia disco music che scorre nelle nostre vene, capitalizzando decenni di cultura melodica che abbiamo alle spalle e mettendo in gioco quella tipica eleganza di composizione che punta sullo stile e non ama gli eccessi. Alcuni di noi han capito bene il valore di questa marcia in più e la stanno sfruttando a dovere, tra veterani come Guglielmo Bottin (che su questo profilo ormai ci sta costruendo la propria immagine di caratura europea) e nuove promesse come Deep88 (già sbarcato a Berlino, sulla carta rischia un'analoga esplosione). E in fondo non c'è tanto da stupirsi se dietro al fenomeno disco dell'anno Tiger & Woods, che ha scatenato il chiacchiericcio in ogni angolo del globo (ascolto obbligato del loro "Through The Green" per toccare con mano la precisione del groove da ballo), gira voce si nasconda una colonna tricolore come Marco Passarani.

Ci son però cose che noi italiani siam costretti a fare più di tanti altri, come espatriare lontano dalla nostra terra per poter realizzare le proprie ambizioni. Massimiliano Pagliara, di origine pugliese, è approdato a Berlino 10 anni fa (perché per un giovane con talento e voglia di riuscire, si sa, in Italia c'è poco spazio) e lì ha lasciato che la propria passione si sviluppasse, prima come dj in locali sempre più prestigiosi, e poi come compositore in solitaria, pubblicando alcuni singoli ed EP di sicuro interesse ("Transmissions Florales", "Toxic Love", "Keep On Dreaming"), sempre in bilico tra deep, electro e house. L'album di debutto arriva quest'anno, e stavolta trattasi di un sodalizio tenace con quella disco norvegese che ormai ha in Lindstrøm e Prins Thomas i suoi numi tutelari. Rimane però intatta quella peculiare raffinatezza del sound italo, che lavora di produzione per puntare ad un suono pulito e senza sbavature, ritrovando eleganza nella predilezione del classico.

"Focus For Infinity" è un album che si fa strada con lentezza e decisione, e spinge a ripetere gli ascolti. Colpisce per la sicurezza con cui l'autore combina flemma deep e ariosità disco (I'll Never Be, As The Night Breathes), curando tanto la sostanza ritmica quanto la dolcezza melodica. E nei momenti migliori, quando si perde nelle pieghe cosmiche di In Order Of More Depth e Feel So Real o quando spinge il pedale italico con Fade The Light, può lasciare a bocca aperta per la precisione dell'incastro e la cura degli equilibri sonori. Pagliara si presenta come fine architetto di beats e abile inventore di groove, e solletica l'orecchio quanto un massaggio defaticante dopo la notte in disco. Un italiano di gran classe: nella speranza che qualcuno all'estero si ricordi di noi senza per forza pensare a spaghetti, mandolini e berlusconi.

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