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R Recensione

5/10

Johannes Heil

Loving

Sono passati più di dieci anni da quando, nel 1998, la mitica Kanzleramt Records di Heiko Laux rilasciava Paranoid Dancer, una delle sue hit più conosciute ed apprezzate nel mondo, ad opera di Johannes Heil, giovane producer da sempre attratto in ugual misura da sonorità Techno ed Electro. Oggi, divenuto uno dei nomi di riferimento della scena dance tedesca, dà alle stampe un nuovo album, intitolato semplicemente Loving, sulla Cocoon records di Sven Vath.

Il concept alla base del disco è una dichiarazione d’amore, appunto, nei confronti della musica elettronica, con lo stesso autore ad affermare di aver voluto abbracciare il mondo intero, perchè questo viaggio alle origini della Techno attraverso la moderna Detroit, l’High Tech Soul e l’House proviene dal profondo del suo cuore. E siccome it began in Africa, l’incipit spetta ai canti tribali di Hallelujah che pian piano lasciano spazio ad una soffusa lounge house.

Da qui in avanti per le altre undici tracce il sound dominante è quel mix tra la Techouse digitale e la deep che imperversa sui dancefloor mitteleuropei, con qualche richiamo alla melodia della Motor City e qualche inframezzo Electro ma senza comunque allontanarsi dal rassicurante 4/4. In effetti l’intento di Johannes di esprimere una sintesi dei suoi 15 anni di onorata carriera è ampiamente rispettato, poiché da sempre il Dj tedesco ha fatto della capacità di adattarsi ai trends e dell’incostanza sui marchi di fabbrica, alternando lavori di qualità eccelsa (vi ricordate 20.000 leagues under the skin?) a tamarrate degne della peggio periferia di Francoforte (una su tutte The World lp).

Tutto ciò nel microcosmo di Loving si riassume in un mare di tools in cui spiccano le gemme neo Detroit Freedom of Heart e Loving o nelle deep Twentythree e Could be this.

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