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R Recensione

9/10

AFX

Chosen Lords

Vedete, io sono un perfezionista. Alla sincera naturalezza di un live preferisco l'impegno del lavoro in studio. Ad un riff di chitarra, sintesi di spontaneità e ispirazione della mente umana, antepongo la scrupolosa ricerca di suoni, geometrie, correlazioni che costituisce il lungo operato di un musicista elettronico. Non vado matto per le sbavature, per gli errori, anche se riconosco che spesso sono la cosa più vera che ci sia. Però vedo nell'arte la ricerca della perfezione assoluta, lo sforzo dell'essere umano di raggiungere ciò che non gli appartiene, di oltrepassare i confini della dimensione a cui è relegato.

 

E' per questo che considero Chosen Lords l'opera migliore di Aphex Twin. Già, ancor più del profetico precursore Selected Ambient Works 85-92 e del folle e geniale ...I Care Because You Do. Perchè la perfezione è equilibrio: un insieme di elementi eterogenei tra loro, che convivono in armonia senza che nessuno domini sugli altri, realizzando un quadro complessivo che vale molto più della somma delle sue parti. Un risultato avvicinabile solo con tanta determinazione, un gran bagaglio acquisito di esperienza e padronanza dei mezzi e una lunga serie di tentativi falliti alle spalle. Un traguardo forse irraggiungibile dalla specie umana ("Have no fear of perfection: you'll never reach it" diceva Salvador Dali), ma finchè ciò non sarà dimostrato in maniera inoppugnabile ci è dato sperare, quantomeno.

 

Stiamo parlando di ambient-techno, ed è bene chiarirne i confini, anche a costo di apparire noiosi. Si tratta di un territorio diverso dall'ambient pura, dal chill-out o dal downtempo, stili rilassanti nei quali domina la componente melodica. Ma d'altra parte, siamo lontani anche dal glitch, in cui il fattore preponderante è la spigolosità, l'aritmìa e, per certi versi, il rumore. Ecco, l'ambient-techno è esattamente la terra di mezzo che collega le due sponde. Una piccola, intima isola sonora che equilibra al meglio le correnti che viaggiano ai suoi lati. Un villaggio poco abitato nel cuore del vasto continente IDM, i cui indigeni passano l'intera vita a cercare la ricetta migliore, dosando gli ingredienti in maniera accurata nel vano intento di trovare il sacro Graal, l'armonia suprema. La perfezione, appunto.

 

Probabilmente la vera perfezione è una chimera. Di sicuro nessuno scenziato, filosofo o artista potrà mai arrogarsi il merito di averla raggiunta. Ma ogni volta che ascolto i Chosen Lords di AFX, mi stupisco di trovarci tutte le componenti tipiche del suo genere e nessun eccesso o stonatura. Prendiamo Fenix Funk 5, posta in apertura: una partenza all'insegna del rumore, una ritmica appuntita che però, gradualmente, cede il passo alla melodia, sfociando in un'atmosfera malinconica che si avviluppa nella fitta rete di ossessioni elettroniche. In soli 5 minuti trova spazio ogni componente, il ritmo trascina l'emozione, i synth intersecano le note, cibando mente, corpo e anima. Non c'è supremazia di un singolo aspetto, ma un effetto integrale che sa aderire con grande precisione al nostro orientamento percettivo.

 

Non è un momento isolato in Chosen Lords. Il meccanismo di graduale progressione si ripete, invertito e speculare, nella successiva Reunion 2, in cui stavolta è l'affascinante loop melodico che ci conduce in ritmi irregolari ad alta complessità. L'alternanza delle componenti è una costante per tutto il disco, a testimonianza del fatto che l'abilità dall'artista è finalmente messa per intero al servizio dell'ascoltatore. L'esteso ventaglio di umori generati è atto a nutrire ogni possibile appetito, dai misteri inesplicabili di Crying In Your Face agli echi sottomarini di Boxing Day, dagli effetti ipnotici subliminali di Pitcard alla psico-danza robotica di Batine Acid: Aphex dà il meglio di sè, sollecitando sapientemente i comandi dei suoi strumenti analogici per creare ambientazioni futuristiche e surreali.

 

Dopo svariati anni e una mole imponente di composizioni, proprio in quella che dovrebbe essere la fase del declino, il genio dell'elettronica dimostra di aver ancora tanto da dire: Chosen Lords è il suo album più "d'atmosfera", quello meglio orientato all'ascolto. Non ci sono le follie sperimentali da corto circuito sinaptico dei suoi album più conosciuti, ma un microclima altamente controllato, in cui ogni elemento è orchestrato ad arte. Il fine ultimo è quello di riscoprire la ragion d'essere originaria dell'IDM, ossia musica elettronica per la mente, che sia in grado di prendersi cura delle emozioni ma anche di soddisfare le esigenze cerebrali dell'individuo. Deciso nel percorrere i vari stilemi della techno, ma attento a non tralasciare il fine ultimo dell'ambient, l'album diventa così l'ideale punto di raccordo tra gli Autechre più taglienti e i Global Communication più rarefatti.

 

Non siamo in presenza di un capolavoro assoluto della musica. Ma limitatamente a quella ambient-techno che fa storia da due decenni, Chosen Lords si avvicina alla perfezione espressiva più di chiunque altro. Massima stima per gli efficacissimi risultati ottenuti da Plaid, Boards Of Canada, KLF o Future Sound Of London, ma in questo caso la palma d'oro spetta di diritto al maestro.

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Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 4 voti.
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C Commenti

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TexasGin_82 alle 15:15 del 21 luglio 2010 ha scritto:

grandissimo. da giovane ascoltava claudio coccoluto.

tramblogy (ha votato 8 questo disco) alle 21:03 del 21 luglio 2010 ha scritto:

a non stefano meraviglia....

TexasGin_82 alle 9:49 del 22 luglio 2010 ha scritto:

RE: a non stefano meraviglia....

Eh no, quella è la Monae. Comunque si chiama Stefanuccio!

synth_charmer, autore, alle 18:41 del 10 settembre 2010 ha scritto:

il maledetto mi ha fregato 7.50€. Sul sito della Rephlex non era chiaro che con "Acquista" avrei comporato solo il download delle tracce..

LucaJoker19_ alle 17:46 del 12 agosto 2017 ha scritto:

Bellissimo ma il mio preferito rimane probabilmente saw2 insieme al primo e rdja. In generale vado matto per il primo , il secondo e il quarto album . L ultimissimo così così (il cheetah ep )