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R Recensione

8/10

Vex'd

Cloud Seed

Sono passati 5 anni dall’uscita di Degenerate, uno dei primi album dubstep di successo, che contribuì ad imporre definitivamente la scena degli ultra bassi a livello internazionale. Oggi quel dubstep è un lontano ricordo perso nelle sue mille mutazioni genetiche così come Jamie e Roly da molto tempo non incrociano più le loro strade. Cloud Seed è quindi un album postumo, un requiem fatto di tracce realizzate tra il 2006 e il 2007, pubblicato di forza dalla Planet Mu ma col fermo rifiuto da parte dei due producers di toccare alcunchè in quanto impossibile intervenire sullo stato d’animo di quel periodo. Allo stesso tempo però questa release è una risposta alle tante domande dei fans circa i singoli ed i remix post Degenerate, ed è sorprendente come le sonorità risultino comunque fresche, non legate al passato.

Con il poster gigante di Kevin Martin appeso al muro, il tema portante resta Blade Runner (la straziante fuga crepuscolare di Remains of the day) e gli scenari da day after guerre atomiche, dove le cheerleader si esibiscono sullo sfondo di una scuola ancora in fiamme (Take time out col featuring di Warrior Queen, la vocalist preferita, neanche a chiederselo, di The Bug). La nebbia tossica non ha però oscurato del tutto gli esseri umani ed i loro sentimenti, che riescono comunque a conservare dolcezza e tentare slanci verso il futuro (Heart space interpretata da una soulfull Anneka). Se il fascino per il buio del duo è dovuto all’influenza di Kevin Martin, i lampi di luce sono diretta responsabilità di quell’Untrue firmato Burial. Tra i remix presenti spiccano quello ai Plaid, Bar Kimura restrutturato in una casa degli spiriti completa di catene cigolanti, e a Fallen di Distance che viene asciugata e resa ancora più spigolosa.

Il muro di suono eretto dai Vex’d è invalicabile e, quella che appare come una crepa di silenzio da usare come appiglio per tentare la scalata, è in realtà una trappola ancora più dolorosa. Peccato che Jamie e Roly non lavorino più insieme, ora non sapremo mai come andrà a finire questo film.

C Commenti

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Roberto_Perissinotto alle 16:10 del 22 aprile 2010 ha scritto:

Ho sentito alcuni brani...belli sicuramente per potenza evocativa, ma proprio non riescono a liberarsi da un certo senso di vecchiume...come un bel mobile completamente coperto di polvere.

synth_charmer (ha votato 7 questo disco) alle 20:01 del 26 aprile 2010 ha scritto:

strana entità, il dubstep. Nasce come evoluzione, poi assurge il ruolo di genere a sè e inizia a spaziare in varie direzioni, finendo giocoforza per migrare fuori dai suoi (stretti) confini verso gli stili da cui partiva, come avviene in quest'album. Io non impazzisco per il genere, ma ne apprezzo la propria capacità di lasciarsi "inquinare"

djsynth, autore, alle 13:36 del 3 luglio 2010 ha scritto:

ehm forse vi è sfuggita la frase in cui si dice che è tutto materiale di 5 anni fa...e belin magari la polvere fosse sempre di questo livello!!!

Btw l'attuale set di jamie Vex'd è una furia...

Roberto (ha votato 7 questo disco) alle 19:05 del 15 luglio 2010 ha scritto:

Non male. Ma "Triangulation" di Scuba a mio avviso è superiore