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R Recensione

7/10

Holy Other

Held

Lasciando stare il folclore maledettista, i simboli impronunciabili e i video dei Mater Suspiria Vision, qualcosa di buono il fenomeno witch house ce l’ha dato. Su queste pagine già ci siamo soffermati su oOoOO, Balam Acab, Modern Witch e Salem (che di buono hanno fatto almeno il singolo-manifesto “King Night”), e qualche sviluppo recente (Purity Ring, Lake Radio) ha confermato come quei semi, così apparentemente infruttuosi, si prestino in realtà a essere piantati in terre meno aride e a dare frutti quantomeno interessanti.

Spesso, come in questo caso, la terra è quella di Albione: dietro Holy Other si nasconde (è il caso di dirlo, viste le sue apparizioni con velo) un ragazzo di Manchester che, con questo suo primo disco sulla lunga distanza, ribadisce le impressioni positive dell’Ep “With U” e mostra gustose triangolazioni (eh) di generi su base witch. L’etichetta, d’altronde, è sinonimo di qualità, almeno a queste latitudini post-stregonesche, e suggerisce già nel nome l’idea di tentare sponde angolose restando all’interno del sottogenere hauntologico (per la Tri Angle è uscito anche How To Dress Well).

 

Holy Other qua gioca su rimpiattini tra ambient, dubstep residuale, future garage, persino tracce chillwave. Si cerca (e ottiene) un effetto teatrale, come se l’ossessione per le lenzuola (già nella copertina dell’Ep) nascondesse un rinvio al sipario, col surplus di implicazioni assieme sensuali e funebri. “Held” è un disco d’amore, come testimoniano le parole scarnificate in sample sempre molto Burial sparse per le canzoni, ma è un amore quasi distruttivo, adolescenziale per l’enfasi e maturo per gli abissi che apre. Un ascolto empatico può prosciugare, così come un ascolto in superficie può fare da perfetta colonna sonora alle notti sui letti sfatti.

 

La frantumazione vocale non significa ermetismo, tanto che il disco entra quasi a livello fisico (“Nothing Here”). Molti i momenti notevoli: “In Difference” sembra un remix emo di un pezzo dei The xx, “Tense Past” recupera persino un’aura new age (se gli Enigma avessero conosciuto la witch), “Past Tension”, come in qualche accenno di “With U”, fa sua la lezione glo-fi, con i synth acquatici che mimano la fluttuazione nella dolcezza del ricordo. “Love Some1” è l’apice drammatico: l’amore diventa abisso solitario, auscultazione del sé più remoto e scomodo, lenta autoanalisi, finché solo alla fine il beat si apre nello splendido finale r'n'b. Eccellente “Held”, in cui ai due minuti compaiono persino echi morriconiani, prima che il pezzo si sciolga nel piano (da dove James Blake e Nicolas Jaar risalgono per un saluto).

 

Inattesa grazia.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 2 voti.
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andy capp 6,5/10

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