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R Recensione

7/10

Samiyam

Sam Baker's Album

Torna in studio Samiyam, ovvero Sam Baker, il fratello d'arte prediletto di mr. Flying Lotus. Lo stesso che avevamo conosciuto proprio accanto al producer newyorkese nel progetto FLYamSAM e che nel 2008, con Rap Beats vol. 1, si era fatto conoscere come una delle migliori interpretazioni della formula wonky-hop. Uno dei pochi che riescono ancora a tenere alta la bandiera statunitense nella rivalità con le coste britanniche (dove gente come Lukid e Hudson Mohawke non fanno sconti), in un genere in cui il "rigore serio" americano ha trovato il suo spazio naturale.

Torna, dicevamo, e riduce notevolmente il proprio retaggio hip-hop, deciso a far quadrato intorno al wonky per quel che ormai è: scienza moderna del mood. Il Sam Baker's Album è uno studio accademico sull'ambientazione vibrante, l'accompagnamento al pensare black del nuovo millennio, con la bassline ovviamente come compagna di viaggio obbligata (e in che forma, vedi Bedtime), focalizzata in quella forma hop-oriented che solletica qui volentieri le geometrie degli Electric Wire Hustle (le luci soffuse di Pressure e Lifesized Stuffed Animal). Gli ospiti abituali invece sono i synth gloss che fan presenza scenica (spiccano gli effetti paillette di Frosting Packets), gli affezionati 8 bit ormai elevati a simbolo generazionale (i blips di My Buddy e Understanding ammiccano a certa classe Kyle Hall) ed un gangsta-movin' che rimane sottinteso per tutto l'ascolto (esplode in Kitties, mentre una cadillac smaltata attraversa velocissima l'incrocio).

Il sophomore di Sam è un disco senza sbavature, eligibile ad emblema di quell'estetica electronica che più della altre si fa carico di staccare col passato recente. Capace di dar belle soddisfazioni, anche se un appunto va fatto: sono esattamente gli stessi piaceri offerti da dischi come Los Angeles, Chord o Butter, e dall'avvento dell'era wonky è passato un tempo sufficiente perché ora si possa chiedere qualcosa di (ancora) più coraggioso. Non può esserci un Cosmogramma al mese, vero, ma i grandi son quelli che non si accontentano.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 23:57 del 6 luglio 2011 ha scritto:

Bello, questo mi piace un bel po'. Non saprei neanche come definirlo, ma se Carlo mi dice che è wonky-hop, allora wonky-hop sia!