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R Recensione

6,5/10

Murmur

Murmur

Come sono unanimemente definiti i Don Caballero? Math rock. Che cosa vuol dire math rock? Tutto e niente. Ok, ma nello specifico? A piacimento: ritmiche dispari (e/o irregolari e/o irregolarmente accentate e/o in sommovimento), chitarre arpeggiate, chitarre percosse in tapping, chitarre pencolanti, riff di chitarra zeppi di semitoni, chiaroscuri e salti di tonalità, nessuna voce (o forse sì), basso, chitarra e batteria che agiscono come tre corpi separati (dal progetto segretamente in comune), scale jazzate o di quinta suonate su intervalli non convenzionali, eccetera. Tutto e niente, quindi? Sì. Ma tutto ciò non l’avevano già fatto i King Crimson? Sì, prima del math rock ci sono stati (anche) i Crimson, certamente. Dunque i Crimson possono essere considerati padri del math rock? I Crimson sono padri dell’80% dei generi oggi in circolazione. Ok, ma nello specifico? Anche. E quindi i Don Caballero… Sono figli anche dei King Crimson, certamente. E qual è il primo brano math rock mai composto? Ti consiglierei di ascoltare “Larks’ Tongues In Aspic”, tutt’al più “Discipline”. Ci troverò molto dei Don Caballero? Abbastanza. E i Crimson erano di Chicago? No, di Londra. Ma nemmeno i Don Caballero sono di Chicago, vero? No, di Pittsburgh. E allora perché tutti citano Chicago? Perché di Chicago sono Shellac e Gastr del Sol, che sono venuti prima dei Don Caballero. E perché a Chicago suonano tutti così? Così come? Tipo King Crimson. Vallo a sapere… Sarà la località turistica preferita di Fripp.

Li conosci i Murmur? No, chi sono? Questo gruppo qui, sì, insomma, nuovi… Nuovi? Sì. Di Chicago. Anche loro tipo King Crimson? Non direi. E allora come? Mmm… experimental metal. Che? Avant metal. Temo di non aver capito. Ma sì, dai, insomma, metal un po’ così… Così come? Così, un po’ difficile, contorto, maligno. Maligno? Era per dire: ci hanno pure piazzato un toro tricefalo in copertina. E incazzato? Anche. Gli hanno ritagliato gli occhi. Vedo. E secondo te si ritaglieranno pure un loro spazio? Non so. In che senso? Nel senso che è difficile, sai, che questi gruppi experimental metal… Che? Avant metal… Temo di non aver capito. Allora facciamo così: hai presente i Kayo Dot? Sì. Non c’entrano niente. Ok. Hai presente gli Shining? Sì. Ecco, lì c’entrano già di più. Perché? Perché suonano metal concettualmente estremo con la libertà d’associazione mentale tipica dei jazzisti. Sembra la descrizione dei King Crimson. No, erano gli Shining! Ma tu sapevi che gli Shining avevano fatto la cover di “21st Century Schizoid Man”? No. Ecco. Anche i Murmur hanno fatto una cover della seconda parte di “Larks’ Tongues In Aspic”. Allora vedi! Cosa? Che assomigliano ai Crimson. No, agli Shining! Vabbè.

Basta così? No. Ti ascolto, allora! Ascolta questa. Che cos’è? È tratta dal loro disco… La seconda parte di “Zeta II Reticuli”. Mmm… Bella. Sì. E quindi? Non capisco che tempo sia. Mmm… Lo senti? Sì. Allora? Mi ricorda “I” dei Meshuggah suonato dai Mr. Bungle. O dagli Shining. O dagli Shining. Chissenefrega! Non ho voglia di stare qui a contare le signatures! Come preferisci. E questo cos’è? La cover dei Crimson, quella di cui ti ho parlato prima. Ah, sì. Ascolta questa: gli Opeth acustici con Paco De Lucia a diradare le nebbie del loro dark prog. Povero Paco, morto così e nessuno se l’è cagato. Meglio pochi ma buoni. Sì. Come questi Murmur. Sarà. Te lo dico io. Come si chiama il brano? “Recuerdos”. Bello. Assomigliano un po’ anche ai momenti distensivi degli El Doom & The Born Electric. Pessimi ricordi! Sì. Però Matthias Vogels non sembra proprio Ole Petter Andreassen. Eh, beh! Questo ringhia che è un piacere. Sì. Ma canta anche? Sì. Dove? Prendi questa… “When Blood Leaves”. Non vorrei rimarcare, ma sembra il blackgaze secondo Adrian Belew… Chi è? Una delle storiche voci dei King Crimson. Ancora! Ancora. Non solo. Cosa? Ti ricordano niente gli arpeggi? I King Crimson? No. I Don Caballero? Nemmeno. Chicago? Più o meno. Gli Slint? Precisamente. Ma gli Slint non erano di Louisville? Fa niente.

Tanto nuovo, a me, questo experimental metalAvant metal… Cosa che sia, a me non sembra ci siano elementi sufficienti per gridare al miracolo. Non ti piacciono? Al contrario. “Al-Malik” è un brano fenomenale, con la Bessarabia in una stridente chitarra salmodiante frustata da una serie di devastanti accelerazioni… Tipo cosa? Citerei gli Sleepytime Gorilla Museum. Ok. Poi quel lunghissimo scambio strumentale, quell’infida fogna di bassi e sintetizzatori che la soffocano in una palude… Sì? Dalla quale riesce a liberarsi solo sul finale, tech metal sordo ed assordante. Quindi ti piace. Abbastanza. Anche “Water From Water” è bella. Sì. Le senti queste chitarre, di nuovo? Sì. È Fripp, non trovi? Sì. Modello death metal. Sì. Una “Level Five” catastrofica e sparata nell’Iperuranio degli Ulcerate. A tratti poche note, ma buone. Sì. Charlie Werber invece mitraglia con un paradiddle dietro l’altro, e decisamente tutti buoni. D’accordo. Gelido questo growl. Molto. Classico, anche. Sì. Ora la chitarra corre, prende il volo. Dove sei? A “Bull Of Crete”. Quello incazzato della copertina? Probabile. Epperò senti che ritorna, il Belew degli anni ’80. Davvero? Finale eloquente, non trovi? Non so. Te lo dico io. Ma quel theremin conclusivo ad esplodere sul terremoto ritmico? Jimmy Page lo detestava. Ok.

Bravi son bravi. Decisamente. La cattiveria c’è. Puoi dirlo forte. La genialità dell’architettura anche. Sì. Non parliamo poi dell’inventiva. Quindi? Non so se li riascolterò ancora. Perché? Mi piace il math rock. Lo so. Non disdegno i classici death. E poi? E anche la scena di Chicago. Dunque? E soprattutto i King Crimson. Oh. Esatto. Preferisci gli originali alla somma delle parti? Tu lo dici.

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