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R Recensione

9/10

Mayhem

De Mysteriis Dom Sathanas

Premetto subito col dire che non sono mai stato un particolare fan del black metal, a parte un breve periodo durante il quale ho approfondito un po’ il filone (ah, i cari vecchi 16 anni!). Tralasciando le consuete critiche ideologiche che spesso si muovono contro il genere (molti gruppi sono stati infatti accusati di inneggiamento al nazi-satanismo, evidente il tal senso è il caso di Burzum), non ho mai apprezzato il modo di suonare tipico di molte band dedite a questo sottogenere di metal. Canzoni spesso troppo uguali a loro stesse, riff ripetuti fino alla nausea, registrazioni molto spesso confuse ed approssimative (spesso quasi al limite dell’amatoriale) e un growl gracchiante e fastidioso per nulla satanico o malefico come vorrebbe e dovrebbe essere in teoria.

Tuttavia, di fronte ad un disco come “De Mysteriis Dom Sathanas” quasi tutti questi pregiudizi non possono fare altro che crollare, visto che siamo di fronte ad uno degli episodi più cruenti, oscuri, nonché importanti per la storia della musica estrema. Inutile dire che i norvegesi Mayhem sono stati (e sono tutt’ora) esponenti di punta del movimento black metal, sviluppatosi appunto nel nord Europa e che del quale si individuano generalmente due ondate: la prima, quella degli anni ’80, più grezza e legata alle radici thrash e heavy (pensate a gruppi come i Bathory o i Venom, tanto per intenderci), mentre la seconda si sviluppa a partire dalla decade successiva, quando sulla scena musicale cominciano ad affacciarsi nomi del calibro di Immortal, Burzum, Darkthrone, Marduk e, per l’appunto, i Mayhem.

È appunto nei primi anni ’90 che, grazie agli esordi dei gruppi sopramenzionati (“Diabolical Fullmoon Mysticism”, “A Blaze in the Northern Sky”, l’omonimo di Burzum e via discorrendo) che il black metal comincia a prendere forma nella maniera in cui la conosciamo oggi, ma è proprio grazie a “De Mysteriis Dom Sathanas” (1994) che il genere arriva al grande pubblico, portando il gruppo alla definitiva consacrazione e all’entrata nella storia della musica estrema.

E bisogna dire che pochi dischi vantano il fascino malato, cupo e realmente infernale di questo lavoro. Aggettivi che spesso si sprecano quando si recensiscono dischi di questo genere (che di malato, cupo e infernale hanno solo la copertina, talvolta nemmeno quella), ma qui le cose stanno diversamente, trattandosi di un vero e proprio classico imitato da legioni e legioni di gruppetti che tentano di emulare quest’album ma senza averne la stessa carica espressiva.

8 tracce che seguono più o meno lo stesso canovaccio presentato dalla traccia d’apertura “Funeral Fog”, che non lascia respiro sin dai primi secondi: si viene catapultati immediatamente in un vero e proprio inferno sonoro, angosciante e privo di luce. La batteria, velocissima, accompagna dei riff taglienti e gelidi. L’esecuzione è frenetica ma precisa, e le note si susseguono in maniera torrenziale, come un fiume in piena, pronto a straripare. Su tutto si staglia la voce di Attila Csihar, storico leader dei Mayhem, che è di difficile definizione: non è né un growl, né uno screaming, né un pulito! Il cantato pare più un rantolo soffocato, sommesso, sofferto, che esplode in brevi e catacombali urli per poi tornare a “sussurrare” in maniera incomprensibile e discontinua. Il che, di norma, lascia perplessa la maggior parte degli ascoltatori di metal medi, abituati come sono a sentire gli acuti tipici dell’heavy metal, gli urli potenti del thrash o i growl tipici del death metal. Secondo il modesto parere di chi scrive, invece, questa maniera di cantare così fuori dagli schemi si rivela efficace e si sposa benissimo con il tipo di musica prodotta,  diventando una caratteristica peculiare del disco.

Il resto delle tracce si sposta più o meno sullo stesso sentiero del brano appena descritto, tra brusche accelerazioni thrash, sfuriate grind e rallentamenti al limite di certo doom funereo e sepolcrale. Difficile però, forse impossibile, dire quali tracce si elevino rispetto alle altre, poiché tutte si mantengono a livelli altissimi mai più raggiunti dalla band; semplicemente perché il senso di oppressione, morte, disagio ed angoscia che emanano queste composizioni è difficilmente raggiungibile per chiunque. E non è un caso che brani come la title-track, “Freezing Moon” e “Life Eternal” siano diventati dei veri e propri classici del gruppo, inni di battaglia che ancora adesso, a distanza di 16 anni, vengono proposti ai concerti dei Mayhem riscuotendo sempre un successo immediato da parte dei propri fan.

In conclusione, “De Mysteriis Dom Sathanas” è un disco obbligatorio per ogni amante del metal che si possa definire tale, in quanto ha gettato le basi di un nuovo modo d’intendere la musica pesante. L’album ideale per dare libero sfogo alla propria rabbia repressa o per scaricare lo stress e la tensione, la colonna sonora giusta per dare voce a quelle pulsioni primitive e barbare che, in fondo, sono parte di ciascuno di noi.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 7 voti.
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loson 7/10
poiuy 10/10
bart 7/10

C Commenti

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bart (ha votato 7 questo disco) alle 15:20 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Non mi fa impazzire il black-metal, preferisco l'heavy metal classico. Devo però ammettere che questo disco ha un suo fascino malsano e probabilmente rappresenta la pietra miliare di questo genere. Tutti i gruppi black-metal che vennero dopo sono in pratica gli imitatori di questi malati di mente.

loson (ha votato 7 questo disco) alle 18:46 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Tutti i gruppi black-metal che vennero dopo sono in pratica gli imitatori di questi malati di mente.

Ascoltati il miracoloso "Bergtatt" degli Ulver, potresti cambiare idea.

bart (ha votato 7 questo disco) alle 16:34 del 11 settembre 2010 ha scritto:

RE: Tutti i gruppi black-metal che vennero dopo sono in pratica gli imitatori di questi malati di mente.

Ti ringrazio del consiglio, lo ascolterò.

salvatore alle 23:40 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Matteo non sapevo che mi eri anche un po' metallaro

loson (ha votato 7 questo disco) alle 10:43 del 11 settembre 2010 ha scritto:

RE: Matteo non sapevo che mi eri anche un po' metallaro

Eh eh, stavolta mi sa che t'ho deluso... ;D Ma mi piacciono veramente poche cose, io e il metal non andiamo molto d'accordo. Però certi frangenti black metal mi aggradano assai, specie se - come nel caso di "Bergtatt" degli Ulver - particolarmente melodici, dall'appeal misto brutale/celestiale, intrisi di folk apocalittico. Ad ogni modo, spiego meglio la mia posizione sul black nella rece di Burzum qui all'angolo.

salvatore alle 13:30 del 11 settembre 2010 ha scritto:

RE: RE: Matteo non sapevo che mi eri anche un po' metallaro

E allora vado a leggere lì le tue idee sul metal , ma ti confesso che non ascolterò né questo cd né quello di Burzum. Mio fratello prima ascoltava tantissimo metal (Opeth, Slayer, Darkthrone, lo stesso Burzum, ecc.) e qualcosina ero costretto a sorbirmela. E' più forte di me, lo trovo inascoltabile. Proprio non ce la faccio!

FrancescoB alle 8:49 del 11 settembre 2010 ha scritto:

Pure io non sono fantico del genere così come di quasi tutto il metal (fanno eccezione poche band, ed il death metal), in ogni caso qui proverò.

Nucifeno, autore, alle 11:32 del 12 settembre 2010 ha scritto:

Urca quanti commenti!

Grazie ragazzi per aver commentato. Poche volte nelle mie rece vedo così tanti commenti!

salvatore alle 20:13 del 12 settembre 2010 ha scritto:

Nucifeno il fatto è che le tue recensioni sono troppo "estreme". Io vedo le cover dei dischi è già mi viene la tachicardia

fabfabfab alle 22:27 del 12 settembre 2010 ha scritto:

RE:

ahahaha! Mattia è vero, sei il nostro Ozzy Osbourne, il nostro Undertaker, il nostro Freddie Krueger! Su Storia l'aspetto più heavy è effettivamente migliorabile: non abbiamo neanche "Chaos AD" dei Sepultura... solo tu ci puoi salvare. Bella rece questa, tra l'altro, di un disco che non conosco ...

Nucifeno, autore, alle 18:33 del 13 settembre 2010 ha scritto:

RE: RE:

Uhm... guarda Fabio, a me "Chaos A.D." non è mai piaciuto moltissimo, l'ho sempre trovato un po' sopravvalutato. Magari farò la rece di "Beneath the Remains" che considero il loro apice (sì lo so, anche più di "Arise", almeno per me). Daniele_83: hai ragione, sono troppo estremo nelle mie proposte, da domani Katy Perry & Lady Gaga per tutti!

fabfabfab alle 0:05 del 14 settembre 2010 ha scritto:

RE: RE: RE:

Urca! Neanche "Arise", direttamente "Beneath The Remains"... Ok allora rilancio con quelli che mi piacciono ancora, più che altro Death perchè il black non l'homai masticato granchè. Death "Symbolic", Atheist "Elements", Carcass "Heartwork", Obituary "Slowly we rot", In Flames "The Jester Race", Amorphis "Elegy" (bellissimo), Bolt Thrower "...For Victory", Brutal Thruth "Need to control" (mi sa che ce l'abbiamo però), Moonspell "Wolfheart" (meraviglia), Tiamat "Wildhoney" (pure) ... sì insomma, tra il 1992 e il 1995 ero abbastanza fissato... che mi dici (poi ti lascio in pace,Mattia, giuro)

Nucifeno, autore, alle 0:31 del 14 settembre 2010 ha scritto:

RE: RE: RE: RE:

Guarda che mica mi dai fastidio, anzi mi fa piacere parlare qui, almeno si è in compagnia di qualcuno Comunque i dischi che hai citato li conosco più o meno tutti e sono tutti capolavori (forse non me li ricordo benissimo, è molto che non li ascolto), anche se i Moonspell e i Tiamat li conosco più per l'importanza storica, non essendo mai stato un amante del filone gothic. Comunque di roba da recensire ce n'è, fino a cavarsene la voglia!

poiuy (ha votato 10 questo disco) alle 10:31 del 16 settembre 2010 ha scritto:

Il miglior album esistente.

"Attila Csihar storico leader dei MayheM"?Ma quando mai??L'hanno chiamato per cantare in questo disco perchè il loro cantante,Dead,si suicidò nel 1991.

Il vero leader del gruppo era il chitarrista Euronymous,che fu ucciso da Varg Vikernes,l'unico componente del progetto musicale Burzum,poco tempo dopo aver ultimato le registrazioni dell'album in questione (Vikernes stesso ci suona tutte le parti di basso).

In ogni caso...qua i MayheM raggiungono il loro apice,che è anche l'apice di un intero genere,e qua muoiono.La reunion del 1997 con formazione rimaneggiata (per ovvi motivi) è stata la cosa più inutile che potevano fare.E comunque replicare un simile concentrato di malvagità,distruzione e gelo è impossibile.Un disco perfetto.

Nucifeno, autore, alle 15:17 del 16 settembre 2010 ha scritto:

Va bene. Magari non era lui il leader, e come dici tu era Euronymous. In ogni caso, Csihar li ha aiutati nel realizzare il loro album più bello e rappresentativo, per questo ho scritto "storico".

Paolo Nuzzi (ha votato 9,5 questo disco) alle 13:32 del 9 settembre 2015 ha scritto:

IL disco Black. Almeno per me. Immenso.

Utente non più registrat alle 14:59 del 27 maggio 2018 ha scritto:

Ma cosa diavolo è sta merda

Paolo Nuzzi (ha votato 9,5 questo disco) alle 12:28 del 15 giugno 2018 ha scritto:

Uno dei dischi black metal più belli di sempre, ma i gusti sono gusti, per carità