V Video

R Recensione

7/10

Napalm Death

Time Waits For No Slave

Enemy Of The Music Business”, risalente ad ormai nove anni fa, era stata l’occasione per i Napalm Death di rinnovare la propria ricetta musicale e di risollevare le sorti di una carriera che si stava un po’ appannando dopo le ultime uscite non brillantissime per la storica Earache. Il sound contenuto in quell’album era una miscela di tutte le sperimentazioni condotte dal gruppo inglese nel corso degli anni: partendo da una solida base death-grind, i nostri aggiungevano dosi notevoli di hardcore punk, crust e quelle venature industrial e dissonanze noise che avevano fatto capolino in dischi come “Diatribes” e “Inside The Torn Apart”. Un impasto sonoro decisamente ricco d’ingredienti, quindi, efficace ed assolutamente distruttivo, che i nostri hanno rinnovato nel corso degli ultimi anni grazie a dischi come “The Code Is Red… Long Live The Code” ed il più recente “Smear Campaign”.

Ebbene, questo nuovo “Time Waits For No Slave”, che inaugura l’inizio del nuovo anno, non fa eccezione: ritroviamo infatti gli stessi elementi che hanno caratterizzato il suono dei Napalm Death del 2000. Ma se i precedenti dischi riuscivano ad essere esaltanti e carichi di adrenalina dal primo all’ultimo secondo, questo nuovo episodio comincia a mostrare un po’ la corda, pur tuttavia essendo un album assolutamente degno del loro nome. Qualsiasi ricetta alla lunga stanca, per quanto possa essere buona, ed è quello che sta accadendo al gruppo di Mark “Barney” Greenway e compagnia.

I primi 4 brani in scaletta ci riportano dritti dritti all’atmosfera respirata negli ultimi episodi: “Strongarm”, “Diktat”, “Work To Rule” e “On The Brink Of Extinction” hanno un tiro micidiale, con un riffing assassino supportato da una sezione ritmica davvero eccellente, veloce, precisa e variegata. Ritroviamo anche il solito caratteristico growl di Barney Greenway, davvero in forma e incazzato più che mai.

Con la title-track cominciamo a viaggiare in territori diversi: i riffs si fanno più acidi e dissonanti, creando un’atmosfera decisamente tesa e profonda. L’utilizzo dei cori dona al brano un tocco ancor più alienante e minaccioso, ma che richiede un paio di ascolti in più del normale per poter essere compreso. In “Fallacy Dominion”, dai tratti quasi post-core, si respira un’atmosfera più sospesa, per certi versi simile a quella di “Leviathan” dei Mastodon, mentre “Larceny Of The Heart” presenta dissonanze di sonicyouth-iana memoria, ma inserite in un contesto molto più violento.

Purtroppo non tutti gli esperimenti sono riusciti pienamente: “Life And Limb” apre con un riff cadenzato che rievoca vagamente i Voivod di “Negatron”, ma per il resto è una traccia abbastanza standard, che manca di guizzi particolari, mentre “Passive Tense” e “Procrastination On The Empty Vessel” appaiono povere di mordente e tendono a passare in secondo piano rispetto ad altre tracce. Infatti i brani che sembrano girare meglio son proprio quelli più tradizionali: la thrasheggiante “Downbeat Clique” e la conclusiva (e più hardcoreggiante) “De-Evolution Ad Nauseum” ne sono la prova schiacciante. In “A No-Sided Argument” troviamo un riff, circa a metà canzone, che sembra essere stato ripreso pari pari da “Screaming Of The Unborn” degli Anaal Nathrakh (con i quali il bassista Shane Embury, non a caso, ha collaborato di recente).

In conclusione si può considerare “Time Waits For No Slave” come un episodio di transizione, che alterna ottimi brani ad altri un po’ meno riusciti. Non si tratta di un album di facile assimilazione, vista anche la sua durata consistente (ben 50 minuti). Tuttavia resta un buonissimo disco che ci presenta una band con ancora molto da dire dopo più di 25 anni di onorata carriera; ma ormai è giunto il momento per i Napalm Death di esplorare nuove vie, in modo da non rimanere prigionieri dell’impianto sonoro da loro stessi creato. Teniamo le dita incrociate in attesa di sviluppi futuri.

V Voti

Voto degli utenti: 5,3/10 in media su 4 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
IcnarF 5/10
rael 3/10

C Commenti

Ci sono 6 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 16:56 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

Spacca veramente a iosa, anche se, in taluni episodi, vorrei sentire ancora i Napalm Grind e un po' meno i Napalm Death (perdonate la freddura, fra l'altro non mia, che si riferisce in particolare a "Procrastination On The Empty Vessel", priva di nerbo). Comunque buono, sicuramente un bello schiaffo in faccia per iniziare l'anno alla grande. Bravo Mattia, scrittura perfetta!

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 16:57 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

P.S. La copertina è però quella di "Leaders Not Followers".

Nucifeno, autore, alle 17:16 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

O.o

Ma che è successo? Io ho messo la copertina del nuovo cd, ne sono sicuro e ce l'ho ancora salvata nel mio pc, perchè hanno messo questa? Tu Marco sai a chi posso rivolgermi?

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 17:19 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

Tranquillo, fra un po' verrà cambiata

Nucifeno, autore, alle 17:24 del 9 gennaio 2009 ha scritto:

RE:

Ah ok Comunque grazie per il commento. A proposito di metallo, stamattina ho trovato un link che faceva sentire in anteprima circa 20 secondi di una canzone del nuovo Mastodon, se le premesse sono quelle il 2009 è già posto con le uscite estreme

IcnarF (ha votato 5 questo disco) alle 12:49 del 27 gennaio 2009 ha scritto:

Delusione...

Voto.