R Recensione

8/10

Sunn 0)))

Monoliths & Dimensions

La colonna sonora di un viaggio all’inferno. O forse anche di più… Un iter nelle zone più remote ed oscure della coscienza umana, che chiunque ha timore di esplorare, ma che abbiamo tutti dentro e che tace finchè questo mare di drones e riverberi che salgono e scendono come onde indomabili, riportano a galla, corrodendo l’anima…

Tutto ciò non è uno scherzo, e neanche una metafora per enfatizzare le sonorità che caratterizzano la ricerca sonora che Stephen O’ Malley e Greg Anderson portano avanti da più di dieci anni, volta al limite della sopportazione e della coscienza umana.

Questo è un album che sigilla lo stomaco in una morsa letale, deteriora i timpani e strema i nervi con una valanga di rumore nero che si riversa come lava incandescente sulla pelle.

Le quattro tracce scorrono come un flusso ininterrotto di 50 minuti saturi di elettricità, discostandosi dalle atmosfere asfissianti degli esordi per avvicinarsi verso sonorità arricchite da venature classiche, ambient e sinfoniche, aprendo uno squarcio di luce barocco nel panorama pesto e buio del duo di Seattle.

Traghettatori di questo lungo viaggio sono i soliti Stephen O’ Malley e Greg Anderson, accompagnati dal leader dei maestri Earth Dylan Carlson, Il cavaliere nero Attila Csihar e il trombettista ex militante dell’orchestra di Sun Ra Julian Priester. Le quattro tracce che compongono l’album (Agartha, Big Church, Hunting & Gathering, Alice), costituiscono una valanga ininterrotta di drones e feedback che salgono e scendono bruciando l’anima in una coltre di lava….

Durante questo percorso Agartha è un drone doom magmatico che trascina nei sotterranei dell’anima (Agartha è il nome del famoso regno sotterraneo raccontato in molte mitologie e racconti fantastici), mentre Big Church alterna momenti di rumore nero a frangenti di calma apparente scanditi da rintocchi di campana e dalla voce di Attila che brandisce omelie dall’oltretomba che si alzano in un climax di organo e drones fangosi.

Hunting & Gathering è black metal ossessivo, contorto e dilatato, che si apre a partiture d’organo e fiati mentre voci e cori dipingono un paesaggio oscuro e tetro dove non v’è null’altro che buio, mentre le onde sonore generate dalle chitarre strappano via l’anima gettandola nell’oblio fra i lamenti della dannazione. L’unico appiglio è il filo di feedback che introduce ad Alice, il bagliore di luce in fondo al tunnel, in cui i drones si librano leggeri nell’aria come anime dannate ormai redente in una pace eterna in un crescendo maestoso ed imponente…

Traccia chiave di tutto l’album, la conclusiva Alice, è la catarsi di tutto il percorso musicale/spirituale del duo di Seattle, è la via d’uscita dalle tenebre, è la purificazione e la pace eterna dopo undici anni di scavi nelle fosse del male, celebrato dal suono mite e calmo della tromba di Julian Priester che rievocano la luce di corni paradisiaci spalancando i cancelli dello spirito.….

I sacerdoti del suono hanno sigillato il loro capolavoro in queste quattro tracce. Lasciatevi guidare dalle onde dei drones in questo viaggio all’interno dell’essenza umana…..

V Voti

Voto degli utenti: 6,4/10 in media su 10 voti.
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rael 4/10
luca.r 6/10
REBBY 4/10

C Commenti

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ozzy(d) (ha votato 9 questo disco) alle 12:19 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

Uno dei migliori album dell'anno per me.

sbaiubern alle 2:10 del 25 aprile 2010 ha scritto:

RE:Uno dei migliori album dell'anno per me

anche per me. Secondo il mio modesto parere l'evoluzione sonora è evidente; sarò forse un pazzo, ma ogni loro album mi sembra completamente diverso dagli altri, la formula è quella, ma la sostanza, il mood, i testi (quando ci sono) e il SUoN(N)O mi paiono estremamente multiformi e inafferrabili. Vero però che per ascoltarli adeguatamente devi essere in uno stato mentale sufficientemente aperto e ricettivo, altrimenti sembrano assolutamente privi di senso.

Ivor the engine driver (ha votato 8 questo disco) alle 12:32 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

molto bello, stranamente comunicativo per i canoni dei Sunn O))). Big Church nel suo reiterarsi ciclico e col crescendo mantrico del cantato, è un piccolo gioiello (nero). Lo sento poco, come tutte le cose sunniche, ma porta decisamente meno sfiga di molte altre cose fatte (soprattutto del precedente Black One, quello sì porta na sfiga tanta!)

fgodzilla alle 14:23 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

mah

io non ci capisco ma per me sono semplicemente inascoltabili si vede che devo ancora evolvere prima di poter apprezzare questo tipo di musica.

Luca Minutolo, autore, alle 18:30 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

Stentavo a capirli, ma quest'album mi ha aperto un mondo nuovo...Questo è sicuramente l'album più "ascoltabile" della loro discografia...

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 20:17 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

Sei molto entusiasta verso O'Malley e soci, vedo. In effetti la loro destrutturazione di rock è affascinante, se non fosse che è rimasta immutata nel decennio che li ha visti nascere, crescere e consacrarsi. Non ho, a conti fatti, sentito una crescita così esponenziale come mi era stata comunicata in questo "Monoliths & Dimensions", anche se "Alice" è un pezzo molto bello. Margini di evoluzione ci sono, bisognerebbe però portare avanti il discorso con più piglio, personalità e... sostanza: basta dronate da un quarto d'ora l'una! Sennò davvero diventano Sonn O))

Luca Minutolo, autore, alle 22:22 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

Infatti sarei curioso di ascoltare le loro chitarre maestose all'interno di un contesto più metal o doom clasico...Nel senso con batteria, basso (anche se questo verrebbe sovrastato dalla potenza delle chitarre) e voce...Secondo me sarebbero spettacolari...

Ivor the engine driver (ha votato 8 questo disco) alle 10:18 del 7 ottobre 2009 ha scritto:

se gli mettete il resto del vestiario rock, i Sunn O))) perderebbero quel poco di fascino che si portano dietro. Secondo me nella musica dei sunniti c'è un buon 35% di presa per il culo, sta a noi/voi capire fino a che punto farci prendere in giro...

REBBY (ha votato 4 questo disco) alle 10:37 del 7 ottobre 2009 ha scritto:

"... un buon 35% di presa per il culo"

Grande Ivor! Anch'io ho avuto questa sensazione

ascoltando un loro precedente disco. Ma davvero

Luca questo "è più ascoltabile"? Nulla a che fare

con "le bestie di satana" vero? (eheh)

rael (ha votato 4 questo disco) alle 11:58 del 7 ottobre 2009 ha scritto:

YEOWNNN

ThirdEye (ha votato 5 questo disco) alle 0:51 del 18 febbraio 2010 ha scritto:

Mah...

Mi scazza da morire quando quel tipo che ora collabora con loro rantola come una strega con le emorroidi...Dei Sunn amo molto OO Void (forse il loro piu bello) e White 2...