R Recensione

5/10

Jimmy Eat World

Chase the Light

Album del genere fanno riflettere: perchè ormai - arrivati al quinto album - dai Jimmy Eat World di sicuro non ci si aspetta un capolavoro, ma piuttosto un'indicazione su quali saranno le prossime tendenze musicali di un certo ambiente americano. Con gli album precedenti, in bilico fra punk-pop e emo, senza disdegnare tocchi epici, i quattro americani hanno aperto le porte a gruppi come Fall Out Boy, Panic! At The Disco e tanti altri.

Questo "Chase This Light" segna in parte un ritorno alle origini, lasciandosi decisamente alle spalle le tinte scure del discreto precedente "Futures" per tornare all'immediatezza degli esordi. O almeno, questo è di certo il tentativo del gruppo: ma inevitabilmente, a otto anni da quello che forse è il loro miglior disco ("Clarity") l'immediatezza e lo smalto dei tempi migliori sono irrimediabilmente persi. A nulla serve la produzione "commerciale" e pulita di Butch Vig, che sembra essersi dimenticato di aver collaborato a un capolavoro come "Siamese Dream" degli Smashing Pumpkins: le chitarre qui hanno lo stesso, fastidioso, suono di plastica che penalizzava gli ultimi Garbage (creatura dello stesso Vig).

Per chi cerca ritornelli di facile presa da mandare a memoria e senza troppe pretese questo disco potrebbe comunque funzionare, e a dir la verità qui ci sono almeno tre buone canzoni: "Let It Happen" è un inno tutto sommato credibile, con un testo molto più diretto delle metafore degli esordi e un arrangiamento discreto; "Electable (Give It Up)" non fa che confermare la sensibilità pop di Jim Adkins e soci; il testo è però appesantito da una critica  - che suona a dir la verità molto poco sentita - all'attuale governo americano, ormai un must per qualsiasi gruppo (chissà con quanta onestà). "Dizzy" è una ballata più che discreta che alza il tasso sentimentale (emo?) dell'opera. Poi però "Here It Goes", suona come la versione emo-pop di una boyband qualsiasi, fra battimani e sintetizzatori, fra cui il gruppo sembra davvero poco a proprio agio.

Un capitolo a parte merita invece l'oscura "Gotta Be Somebody's Blues", un mid-tempo che vede i Jimmy Eat World alle prese con gli archi e l'elettronica, in quella che è forse unico grande brano di quest'opera, un pezzo che ci si potrebbe aspettare forse dai Depeche Mode e che stupisce piacevolmente; viene quasi voglia di ascoltare una versione più coraggiosa, più sporca di quest'album. "Chase This Light" parte bene per poi appiattirsi sulla scia delle canzoni che l'hanno preceduta; quando arriva "Firefight" a svegliare l'ascoltatore è ormai troppo tardi. Tutto sommato quindi la strada commerciale imboccata con "Chase This Light" può essere considerata come un mezzo fallimento; il problema è che dubito - nell'epoca dei My Chemical Romance e compagnia bella - che un disco del genere, che suona già datato, possa procurare nuovi fan al gruppo o riportarlo in auge.

V Voti

Voto degli utenti: 2/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

C'è un commento. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

gerogerigegege (ha votato 2 questo disco) alle 18:33 del 19 dicembre 2007 ha scritto:

mamma mia

recensione esemplare: come sono caduti in basso questi ragazzi...