R Recensione

7/10

Settlefish

Oh Dear!

Abbiamo iniziato a cercare  Oh Dear! , l’ultimo disco dei Settlefish, incuriositi dall’ascolto di Summer drops : uno di quei pezzi che ti catapulta in un’atmosfera decisamente  da maniche corte e riverberi estivi.

Poi ci siamo lasciati catturare dal suono nell’insieme.

I  cinque bolognesi, lontani un bel po’ dall’emo-core, chiave di volta per capire i due precedenti lavori, abbracciano un’attitudine più accostabile a quella dei Death Cab for Cutie in stato di grazia, dei Modest Mouse, degli italianissimi Disco Drive.  Atmosfere trasognate trovano spazio in un disco a metà fra l’essere cornucopia di pezzi gemelli (in qualche modo collegati fra loro) a formare una storia unica (come le memorabili Interlude 1-2-3-4) e un concept album che, come dichiarano i Nostri: “parla di infanzia, di superare momenti, ritrovarsi nudi, cercare quel lato naif che tutti abbiamo dentro. Rispolverarlo”.

Con  Oh dear! la platea “emo-core” non è affatto al  suo giro di boa,  anzi: i Settlefish rappresentano una boccata d’aria che rimpolpa il panorama musicale italico, capace di sapersi esprimere molto bene, purtroppo non senza “fagliare” in fatto di creatività.

E così  eccoti la succitata Summer drops che vale metà disco, L’energetica This City  il cui intro è perché no, assai assonante con Memorize the city delle canadesi Organ, Whirlwind Delivery  soave ballata con tanto di percussioni iniziali,  in un avvicendarsi di tracce sanno inventarsi sempre nuove.

Quel che dispiace è constatare che la musica italiana di qualità nel riscoprirsi migliore debba per forza  scimmiottare l’indie americano riuscendo comunque oggetto di scarsa attenzione per la (bolsa) critica.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.