Korpiklaani
Korven Kuningas
I Korpiklaani sono molto difficili da classificare: metal e folk che si abbracciano e cominciano a ballare su note di pura humppa non si sentono tutti i giorni.
Non piaceranno a tutti, i Korpiklaani, sono discutibili, frivoli, leggeri, festaioli e in puro clima di una festa paesana, trasmettono allegria, gioia, voglia di movimento. Non sono degli innovatori (i Finntroll sono i re del genere, e con essi hanno stretto tra laltro unassidua collaborazione), non sono dei rivoluzionari, ma la fantasia non manca loro. Hanno cercato di descrivere la loro cultura e il loro paese attraverso i suoi canti e le sue danze, la sua innata allegria che da essi deriva. Certo la Finlandia non è un paese esaltante, ma sono riusciti a renderlo tale.
Korven Kuiningas è il quarto disco dal 2003, anno di fondazione del gruppo, dopo la decisione del leader del gruppo, Jonne Järvelä, di distaccarsi dagli Shaman, suo gruppo precedente, per formare proprio i Korpiklaani. A lui si unirono Jaakko Lemmetty al violino, il batterista Matson, un vecchio amico di Jonne, il bassista Arto Tissari, il chitarrista Toni Honkanen e il percussionista Ali Määttä. Le sonorità sono semplici,molto veloci, la gamma di strumenti ampia, dalle fisarmoniche al violino, dal basso elettrico al tremendamente nordico tamburo di guerra, nonché il corno. Non si fanno mancare niente i Korpiklaani.
Tra le altre si annoverano varie ballate tipicamente nordiche e canzoni dal discutibile contenuto, tutte condite da una fluidità e simpatia notevoli, oltre a ben due tracce completamente strumentali. Decisamente scomoda è lultimo brano, di ben 24 minuti, scanditi dal già noto tamburo.
Non è una rivoluzione. Non è un disco che rimarrà negli annali. E solo quello che è. Un magnifico disco solo se non lo si prende troppo sul serio, passando una serata con gli amici o per scatenare il pogo più sfrenato.
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