Motörhead
The Wörld Is Yours
Dunque, ricapitolando: un boogie che non sarebbe scorretto definire rocknroll vitaminizzato con chitarroni splendidamente distorti (Born To Lose), il singolo in cui limmarcescibile al netto dei vizi, aggettivo particolarmente azzeccato Lemmy beve catrame come un assetato biker, prendendo a pugni leconomia mondiale (Get Back In Line), una scarica heavy vecchio stile (Outlaw), qualche veloce razzia punk dal sapore particolarmente titanico come I Know How To Die o I Know What You Need i Motörhead sono ormai attempati signori di andante mezzetà e sanno molte più cose di noi comuni mortali , un numerone ai limiti del doom che ridicolizza gli steroidi degli High On Fire e ricicla Kilmister in versione Caronte (Brotherhood Of Man), più svariate altre canzoni, riuscite o meno, dalle sonorità hardnheavy grossomodo intercambiabili. Tutto questo è The Wörld Is Yours, ventesimo disco in studio del terzetto britannico e primo per la loro neonata etichetta Motörhead Music, costola indipendente dalla EMI.
Non sono la persona adatta per comporre unappassionata apologia delle cariatidi, specialmente di quelle che vivacchiano per anni nel metal. In RockNRoll Music, modesto midtempo di metà scaletta, cè però un verso che salta subito allocchio ed impressiona per la sua efficace semplicità: Rocknroll music is a true religion, never let you down if you dance on the rhythm. Questa è una frase che potrebbe dire un giovinastro ventenne alle prime esperienze con gli amplificatori. Lemmy ha suonato negli Hawkwind, ha cambiato innumerevoli volte gruppi e formazioni, si è circondato di musicisti ed amici affidabili per dare vita ad uno stile che, lo possiamo dire?, è pienamente e veramente suo. In particolar modo, si accinge a festeggiare i, udite udite, sessantacinque anni. Cosa può spingere un nonnetto di questetà ed esperienza a lasciarsi ancora andare ad una delle sue dissolutezze predilette di sempre, se non unincrollabile e tenace passione per il proprio mestiere, assieme a tutto quello che ne deriva? Quale vantaggio avrebbe, il gruppo, di girare lEuropa, impegnarsi in estenuanti tour e poi rinchiudersi in studio per scrivere un altro album, se la fatica non fosse compensata dalla gratificazione madre dellaffetto del pubblico?
Si sente dire in giro che i Motörhead non hanno più nulla da dire, e forse è vero (ma ci sarebbe un recente Inferno del 2004 a seminare qualche dubbio aggiuntivo tra i meno integerrimi ). Quando, però, vengono sollecitate delle alternative allinterno della stessa etichetta, si propongono nomi come Trivium o Swords che, mi consentirete linciso, non solo sono poco affini con la proposta degli inglesi, ma hanno una caratura qualitativa sostanzialmente inesistente. No heires available: la realtà è una sola. The Wörld Is Yours vi farà sorridere per anacronismo, oppure spazientire per la sua granitica, consolidata propensione allinvarianza. Eppure merita rispetto, nonostante la lista dei lapalissiani difetti che potrete trovarvi. Vi sono milioni di epigoni costruiti sul canovaccio di una, diciamo, Bye Bye Bitch Bye Bye, ma nessuno ha ancora quel tiro, quella concretezza e quegli assoli (nota a margine: rispetto a Motörizer, il chitarrista Phil Campbell si è proprio sbizzarrito ). Semplicemente perché nessuno e non si tratta di conservatorismo populista, ma di limpida sincerità si chiama Motörhead.
Messaggio alle nuove leve: il mondo sarà pure vostro, ma prima di scalzare gli eterni maledetti della sporcizia hard dovrete lavorare di mano!
Tweet