Airbourne
Runnin Wild
Delusi da Black Ice degli AC/DC? Abbiamo la cura per voi.
Uscito ben prima del succitato disco, vi troverete comunque di fronte a un evento raro. Un insolente clone, privo di ogni ritegno. Eppure, ricordo di tempi passati, esistono due modi per copiare una versione di greco. Il primo è ricalcare la stessa struttura del compagno di banco, variando giusto di qualche parola. L’altro è imparare l’arte, approfittare dello studio dell’altro/a per applicare le proprie capacità linguistiche e variare sul pezzo. Risultato? Se lo studioso è fuori forma riuscirete tranquillamente a prendere un voto più alto. Poco corretto? In campo musicale avrete comunque 11 tracce da urlare suonando air guitar.
È imbarazzante ascoltare questo disco. Ruffiano, affatto originale e sfrontato. Eppure ha il giusto fascino per fregare chi lo ascolta. I due fratelli Joel e Ryan O’Keeffe cominciarono molto presto a ricalcare le orme di AC/DC e Rose Tatoo, ingraziandosi il vicinato con batteria e chitarra elettrica. La polizia della piccola Warrmabool è stata il primo vero pubblico a rimanere colpito dalla capacità dei giovinastri. Con un solo EP, dopo essersi trasferiti a Melbourne con gli altri due componenti del gruppo, riuscirono a meritarsi il ruolo di spalla per Rolling Stones e Motley Crue (anche grazie a un contratto per cinque album che li lega alla Capital Records).
I ragazzi hanno sudato sangue per arrivare a produrre il loro primo vero album (registrato e prodotto negli USA), dando fuoco alle polveri e regalando alla label un fiume di birra e adrenalina. Provate ad ascolta Too Much, Too Young, Too fast e Cheap Wine & Cheaper Women senza farvi rimanere i ritornelli in testa e canticchiarli sotto la doccia.
La voce è il punto di forza del gruppo, anche se totalmente distante, in questo sì, dagli AC/DC, gruppo di cui ricalcano soprattutto i primi album. Ben più convincenti sono le 8 tracce del loro EP d’esordio (Ready to Rock, 2005), meno curato e più spontaneo, soprattutto musicalmente. Sono infatti le chitarre e il basso a persuadere meno, come se fossero tenute a freno. Insomma ascoltate queste tracce con la consapevolezza che i ragazzi hanno solo iniziato a far intravedere le loro capacità.
In fondo non è difficile immaginarsi da dove viene la loro carica. “Siamo cresciuti in un paesello come Warrnambool, e tutti non facevano che dirci che le nostre band preferite facevano roba vecchia, e che sarebbe stato meglio se avessimo fatto musica alla Blink 182” (Joel). I due spregiudicati fratellini hanno trovato l’altra chitarra (David Roads) in un albergo dove lavorava Joel, mentre il bassista è frutto di un incontro tra Rian e Justin Street, entrambi ubriachi fradici quando cominciarono a parlare di musica, per scoprire di avere gli stessi interessi.
Per tirare le somme eccovi davanti agli AC/DC dei tempi migliori, con una voce più profonda e meno acuta, e qualche idea nuova. Il tutto ovviamente con un suono pulito degno delle nuove tecnologie di produzione. Se amate l’hard rock e il rock’n’roll questo concentrato sarà un glorioso pezzo della vostra collezione (di certo non un capolavoro, bisogna sempre tenerlo presente). In fondo la stessa copertina è un omaggio ai loro precettori, che mai hanno pensato di nascondere. Alla professoressa lo hanno detto che la versione è stata copiata, ma hanno anche dimostrato di averci messo molto di loro. Per quest’anno i maestri sono stati superati.
È un esordio da incoraggiare, sperando che i fratelli O’Keefe abbiano qualcosa di più da dirci. Nel frattempo entrate pure now we’ve got what you want/and we’ve got what you need/so get your ass down here/and let your ears bleed (Stand Up for Rock’N’Roll).
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