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R Recensione

9/10

Deep Purple

Made In Japan

I Deep Purple sono un'istituzione dell'hard rock, quelli che lo hanno reso, assieme ai Led Zeppelin, un genere famoso in gran parte del mondo. Sono uno dei gruppi più longevi ma anche dei più instabili. Nati nel '68, scioltisi nel '76, riformatisi nel '84 e tutt'oggi attivi, nel loro lungo percorso ebbero vari cambiamenti di formazione. La più famosa è quella con Blackmore alla chitarra, Lord alle tastiere, Paice alla batteria, Glover al basso e Gillan alla voce: la cosiddetta Mark 2.

Con questa formazione vissero il loro periodo di massimo splendore: vendevano dischi come il pane e le loro esibizioni dal vivo erano travolgenti. La testimonianza migliore di questo momento di grazia è immortalata nel doppio LP Made In Japan, uno dei più grandi album live della storia del rock, documento della loro tournée estiva in Giappone. Si narra che in questo disco non ci siano state sovraincisioni, che tutta la carica di quelle esibizioni venne registrata e pubblicata così com'era. Furono delle serate a dir poco magiche quelle in terra nipponica, nelle quali i cinque musicisti trovarono un affiatamento e una coesione che non seppero, per loro stessa ammissione, mai più ripetere. E' soprattutto un saggio della loro bravura tecnica, unita ad una grande energia.

Ci sono praticamente tutti i loro classici del periodo. I primi tre ricalcano, migliorandole, le versioni in studio. Highway Star è semplicemente fantastica:  gli assoli di organo e chitarra, la voce potente al punto giusto e una sezione ritmica che gira a mille, rendono il brano uno dei capolavori dell'hard-rock. E' praticamente impossibile rimanere fermi di fronte a questo travolgente muro di suono. Child In Time ha un inizio che ricorda molto Bombay Calling degli It's A Beautiful Day, poi entra in scena  la voce di Gillan, che prima sussurra e poi esplode in tutta la sua potenza; nel mezzo Blackmore dimostra di essere davvero un grande chitarrista e sciorina un lungo e strepitoso assolo di chitarra, per poi tornare con la ripresa del tema iniziale.

La terza traccia inizia col riff più famoso della storia del rock, quello di Smoke On The Water, come al solito energica e trascinante e più conosciuta in questa versione che in quella originale. The Mule funge da vetrina per la bravura di Paice , che si esibisce in un lungo e coinvolgente assolo. In Strange Kind Of Woman sono Paice e Blackmore a dare spettacolo, ingaggiando una sfida epocale. Qui il cantante riesce ad imitare alla perfezione le note alte dello strumento.

In Lazy, invece, Paice ha poco spazio: ci pensano l'organo e la chitarra a impreziosirlo con pregevoli virtuosismi. Space Truckin' è il brano che viene stravolto maggiormente. Da semplice pezzo hard-rock si trasforma in una vera e propria suite di quasi venti minuti, dove Lord si diverte a maltrattare il suo hammond e a creare effetti che rimandano ai Pink Floyd. Il migliore disco dei Deep Purple insieme ad In Rock e punto di partenza fondamentale per chi vuole addentrarsi nel mondo dell'hard-rock. Chi ama questo genere non può non possederlo.

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Voto degli utenti: 9,2/10 in media su 30 voti.

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claudio56 (ha votato 8 questo disco) alle 16:56 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Di solito i live sono riempitivi che ci costringono a riascoltare canzoni già sentite 100 volte. Ma qui è un'altra storia. Pezzi che pareva non potessero dare più di quello che già davano, sono stati rivitalizzati. E pensare che inizialmente doveva uscire solo sul mercato giapponese...

bart, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 12:10 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

RE: Di solito i live sono riempitivi

E'vero. A parte questo, "At Filmore East" degli Allman Brothers Band, "Live/Dead" dei Grateful Dead e pochi altri, raramente un album live è fondamentale nella discografia di una band.

Bellerofonte (ha votato 8 questo disco) alle 10:08 del 18 ottobre 2010 ha scritto:

RE: RE: Di solito i live sono riempitivi

Live-Dead, mamma mia!!! daccordissimo con te

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 10 questo disco) alle 20:10 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Beh, era un classico che mancava, quindi bravo e grazie. Il disco l'ho praticamente consumato e lo conosco a memoria in ogni suo passaggio. Devo fare una precisazione: la versione di ''Highway Star'' che hai linkato non è quella di Made In Japan, sebbene su youtube ci sia scritto così, ma proviene dal cofanetto triplo cd ''Live in Japan'', che riporta i tre concerti da cui fu estratto Made In Japan. La ''Highway Star'' contenuta in Made in Japan è quella del 16 agosto, non questa che è del 15. Comunque, non è una critica a te, sono io che sono un po' fissato, non ti preoccupare.

bart, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 22:19 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

RE:

PetoMan hai ragione, la versione di ''Highway Star'' che c'è nel video non è tratta da Made In Japan. Quella è inimitabile!

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 10 questo disco) alle 20:14 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Ora può suonare un po' datato come disco, ma bisogna considerare la portata che ebbe all'epoca. Era un live doppio completamente privo di overdub, tranne in un frangente durante il quale, se non ricordo male, cadde l'asta del microfono o qualcosa del genere, e la qualità delle esecuzioni è pazzesca. Con questo disco di fatto furono stabiliti nuovi standard per gli album live e nessuna rock band dopo potè più sottrarsi al banco di prova del disco on stage.

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 10 questo disco) alle 20:27 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Quel che più colpisce è la capacità della band di stravolgere letteralmente i pezzi, di reinventarli e portarli a nuova luce. Non si trattava solamente di allungarli a dismisura, pratica peraltro comune ad altre band del periodo, ma rinnovarli, arricchirli: ogni assolo, di chitarra, organo o batteria che fossero, è più ispirato, più fantasioso, più geniale, non solo più lungo. Si tratta di un disco perfetto proprio per questo: tecnica e feeling che vanno a braccetto. La forza dirompente dell'hard rock (Highway Star), l'abilità tecnica del progressive (Child In Time), la passione del blues (Strange Kind of Woman). Tutto in un solo album. Piaccia o non piaccia, è roba che scotta.

lev (ha votato 8 questo disco) alle 0:15 del 21 ottobre 2010 ha scritto:

un classicone!

ne ho fatti di salti ascoltando highway star. oggi però i deep purple sono un gruppo che non mi va più di ascoltare.

bart, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 14:41 del 21 ottobre 2010 ha scritto:

Anch'io in passato ho fatto indigestione di questo disco, adesso lo ascolto di meno, ma ogni volta godo! Dal tuo avatar desumo che ascolti molto volentieri i Roxy music.

lev (ha votato 8 questo disco) alle 23:47 del 21 ottobre 2010 ha scritto:

si, mi piacciono molto i roxy music. anche se a dir la verità conosco solo i primi due dischi. sta foto di manzanera è troppo divertente (ma che minchia di occhiali c'ha? ), così ho pensato di usarla come avatar.

bart, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 23:50 del 21 ottobre 2010 ha scritto:

Anch'io conosco solo i primi 2 dischi, e sono grandiosi, speciamente il primo.

bart, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 23:51 del 21 ottobre 2010 ha scritto:

specialmente

dalvans (ha votato 10 questo disco) alle 14:49 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Devastante

Il terzo capolavoro dei Deep Purple

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 12:39 del 30 ottobre 2012 ha scritto:

made in japan è il rock. Sentire Gillan e Blackmore qui è da infarto. Child in time versione made in japan è qualcosa di incredibile,impossibile non rimanere a bocca aperta.

nik2 (ha votato 10 questo disco) alle 12:06 del 26 novembre 2013 ha scritto:

Posso aggiungere solo una cosa: PERFETTO!!!!!!!!!!