Royal Blood
Royal Blood
Tutto è successo qualche settimana fa. Facevo uno svogliato zapping fra i canali di musica, e ad un certo punto mi imbatto in quella che riconosco come la voce di Jack White, il geniale fondatore di White Stripes, Raconteurs e Dead Weather. Mi viene un colpo: so tutto di Jack White, conosco ogni sua canzone, ma quella proprio non lho mai sentita. Eppure il riff potrebbe essere benissimo opera sua, e la voce mi sembra incredibilmente simile. Non riesco nemmeno ad attendere la fine del video per sapere di che cosa si tratta, attivo immediatamente Shazam. La canzone è Figure It Out dei Royal Blood. Mai sentiti nominare, devono essere una novità. Vado subito a cerare informazioni su internet, e lì mi si apre un mondo.
I Royal Blood sono un duo formatosi a Brighton, Regno Unito, nel 2013. E già qui rimango sorpreso: tutto il casino che ho sentito in Figure It Out era prodotto solamente da due persone. Ma la vera notizia arriva dopo: il duo è formato da Ben Thatcher, alla batteria, e Mike Kerr, voce e BASSO. Come?! E la chitarra?! E impossibile, avranno dei musicisti che non fanno formalmente parte della band ma che hanno partecipato alle registrazioni! Per sciogliermi il dubbio vado a cercare video di qualche live. Maledizione, Il buon Kerr fa davvero TUTTO con il basso. E qui che mi rendo conto di trovarmi davanti ad una cosa che non si vede spesso, e mi fiondo a procurarmi lalbum.
E così eccomi qui a recensire lomonimo debutto dei Royal Blood, uno dei migliori lavori che il 2014 abbia regalato fino ad ora. Un disco di rock grezzo, puro, senza mezze misure. 10 pezzi di voce, basso (ancora non ci credo) e batteria di rara potenza, senza ballate ne tastiere varie. Innegabile linfluenza dellhard rock venato di blues degli anni 70, nellinterpretazione garage che già i sopracitati White Stripes e i Black Keys hanno fatto loro lo scorso decennio.
Ovviamente se vuoi usare solo due strumenti oltre alla voce è inevitabile che le tue canzoni si assomiglino un po tutte, ed è quello che succede anche in questo album; è difficile distinguere un brano dallaltro, ma il fatto che i pezzi siano soltanto 10 permette allascoltatore di non annoiarsi e di arrivare alla fine del disco appagato e carico di unenergia hard rock che pochi artisti hanno saputo dare negli ultimi anni.
Di particolare impatto sono i singoli, che al momento in cui scrivo sono già 5, quindi ben metà album. Su tutti, spicca la traccia dapertura, Out Of The Black, che mette subito in chiaro le cose: preparatevi ad una mezzora abbondante di headbanging senza sosta.
Solo applausi per il duo inglese, autori di un lavoro che, pur non facendo delloriginalità il suo punto forte, rappresenta comunque una ventata di aria fresca nel panorama del rock contemporaneo. Hanno già ricevuto attestati di stima da artisti del calibro di Arctic Monkeys, Metallica e sua Maestà Jimmy Page dei Led Zeppelin, e ora i Royal Blood si apprestano a conquistare la fama mondiale.
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