Santa Banana
La Vita Agra
Al centro delle categorie radiali di velocità e contenuto si contrappongono, antinomicamente, il coitus interruptus e la sveltina, National Geographic e le breaking news: per cui chi è terrorizzato dal concetto archetipico di tempo cerca strenuamente di soggiogarlo, intontendolo con le proprie armi o giocando dassalto. Se dobbiamo dare retta allassioma ultrasinistra = ultradestra di Giovanni Scuderi (e perché non farlo, aggiungo, se persino Adinolfi ha un pubblico di lettori?) a finire disintegrato, nelluno e nellaltro caso, è lapparato neuromotorio di chi interpreta il ruolo tematico dellascoltatore, incapacitato di cogliere un significato finale coerente e costruttivo. Eppur si muove!, urleranno indignati sia gli esaltatori del dinamismo tutto urla-e-sudore, che i difensori del riformismo graduale e ragionato (ultrapunk = ultraprog?). Per muoversi si muove, no doubt about that: ma come si muove?
I Santa Banana sono la soluzione alla domanda non pienamente esplicitata: il posto di blocco con vista sulla dead zone immediatamente antistante leccesso, il non ritorno. Per dire, non cè limite teorico alla sintesi, alle sforbiciature, la reductio ad unum può protrarsi lungo cicli di microfasi senza approdo terminale. Epperò bisogna vedere se il formalismo rimane medium per qualcosaltro, o si fa direttamente, a scanso di ulteriori mediazioni, quel qualcosaltro. Più chiaramente: questi quattro squinternati bolognesi ex Laghetto, ex Danny Trejo, ex Autistic Front e tutto quello che vi pare velocizzano il velocizzabile, vitaminizzano il vitaminizzabile, shakerano lo shakerabile e in otto minuti e cinque secondi si catapultano fuori, nel mondo, con La Vita Agra (da anni Bianciardi aveva bisogno di scrostarsi di dosso un po di sovrastrutture baustelliane) che, a dispetto della sua formidabile concisione (piacciono qui dentro i Minutemen, sì?), riesce a non sacrificare una singola oncia di esaustività. Lanciano il destriero a folle corsa verso il burrone, frenandolo un attimo prima della caduta nel vuoto: così che si conserva la bellezza dellattività e se ne evitano gli strascichi collaterali.
È suonato bene? Altroché (D. Boon e East Bay Ray in combutta ne Il Diavolo E Il Telecomando). È un prodotto strettamente for fans only? Piuttosto il contrario (certi attacchi, ad esempio quello di Petralia Was Right, sembrano filtrare il punk 77 attraverso il passino degli Agent Orange). È esagerato? A volte, pur ironico (Membri Di Governo) o esistenziale (Mamma Roma, frusta liricamente, eccellente a livello strumentale) sembra segnare il passo: funziona meglio dove si pensa di più a suonare e di meno a vaticinare (Valanga). È fantasioso? Manco a dirlo (1010011010), perdendo ovviamente qualcosa nel formato super size (Pane E Merda dura centotrentatre secondi e ce ne sono comunque una ventina di superflui). Recensione terminata. Punto (?).
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