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R Recensione

6/10

秘部痺れ (Hibushibire)

Freak Out Orgasm!

Mai fidarsi troppo dei musicisti giapponesi, soprattutto di quelli che scelgono di farsi produrre l’esordio da mr. Kawabata Makoto delle Acid Mothers Temple. Da Ōsaka con furore (ed ampolle di mescalina), gli Hibushibire – in kanji 秘部痺れ – sprizzano grottesca, fumettistica esagerazione da ogni poro: e con loro il torrente lavico che scorre nelle vene di “Freak Out Orgasm!” (nient’altro che l’adattamento anglofono del monicker originale). Siamo in ballo, dunque balliamo: più che chiedersi, černyševskijanamente, che fare?, sarà utile domandarsi cosa aspettarsi? Riff hendrixiani di grande impatto che deragliano in sanguinosi shredding free form (non potevano trovare un nome migliore di “Trepanation Breakdown”), una zurna che stride lacerante in un epilettico heavy psych a volumi da contraerea (“Lucifer’s My Friend” squassa ogni oggetto nell'arco di parecchi chilometri), il dinamismo plastico degli Atomic Bitchwax suonato con i bizantinismi degli Earthless e disciolto in jam di puro acido (“Hallucination Valley Blues – Flying Shiva Attack – Hallucination Valley Blues (Reprise)” è una perfetta Ringkomposition) e infiniti mantra mesmerizzanti su cui spirano venti esotici (santur, berimbao e altre percussioni ampliano il parco sonoro di “Deep Throat River Holy Mountain High”).

Non si può parlare propriamente di “composizione” per dischi del genere, ma l’approccio al suono degli Hibushibire, nella forma prima ancora che nella sostanza, mantiene un certo profilo jazzistico: una frase d’apertura ben definita, lunghe fughe strumentali semi-improvvisate che giocano ad ampliarne o a demolirne le armonie, conclusione in linea con l’attacco. La novità del risultato finale, rispetto alle decine di produzioni simili che ogni anno affollano gli scaffali degli appassionati, è la potenza di fuoco realmente ottundente sprigionata dal power trio nipponico, che nel cerbero impazzito di Chang Chang – quasi un Niko Potočnjak del Sol Levante – trova il suo centro focale (il ritorno della sua chitarra distorta nell’ultima sezione di “Deep Throat River Holy Mountain High”, per dirne una, è un’esplosione atomica).

Certo, permane quella leggera patina di noia che accompagna ogni sfrontata esibizione di muscoli ma, tutto sommato, “Freak Out Orgasm!” può avere il suo perché. E poi, intendiamoci: se siete qui, sapevate benissimo a cosa sareste andati incontro…

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