Throbbing Gristle
Part Two - The Endless Not
Sembrava che tutto fosse finito nell’ormai lontano 1981, pareva che la loro immagine, circondata da quell’alone intriso dei ritmi frenetici della società industriale alla fine degli anni settanta, fosse solamente un ricordo.
La loro musica era perdurata nel tempo ma la loro entità, quella no, si era in sostanza dissolta.
Quando ecco che dopo tanto tempo torna a rivivere.
Eccoli di nuovo, i principali messaggeri dell’industrial-music; forse la paura di non riuscire a soddisfare le aspettative, con un lavoro che fosse abbastanza aggiornato, è stata la principale complice di un ritardo di quasi due anni sull’uscita di questo “Part Two - The Endless Not”, ma alla fine si sono decisi e il risultato è uno degli esemplari più affascinanti dell’attuale scena industrial.
Il loro sperimentalismo non è mai banale, continua a produrre episodi di indubbio valore e la loro fantasia continua a lasciare a bocca aperta.
Sembrano aver relegato da parte l’improvvisazione per un ordine prestabilito, che di certo non compromette la qualità della loro musica, anzi in alcune situazioni ne amplifica la scorrevolezza.
Fulminante l’introduzione “Vow of silence”, perché sì, non è altro che un’introduzione al nuovo linguaggio dei Throbbing Gristle, intriso di un’elettronica che sbeffeggia, percussiva e sfolgorante che riassapora il sound anni ‘80 dei Coil più sfrontati.
“Rabbit Snare” profuma di industrial-jazz ed è degna di una colonna sonora di un film di David Lynch, mentre “After The Fall” è l’esempio del fatto che la musica ambient può evolversi ancora in mille e mille forme.
La cosiddetta devoluzione industriale sembra essersi di nuovo rimessa in atto: augurarsi che avvenga il suo definitivo compimento non è una speranza, bensì una convinzione.
Le macchine nella “Death Factory” dei Throbbing Gristle si sono rimesse in moto: questa è la nostra più grande certezza.
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