Fugazi
In On The Kill Taker
La città era il solito agglomerato di pregiudizi e solitudine, piccola e meschina. Un nido di api incazzate. Una Babele affamata di bugie e avidità. Un mostruoso imbroglio che ha sostituito letica con lopportunismo politico dei mentecatti, e il baratro sè spalancato di fronte alle nostre coscienze. Arretriamo inermi, come mosche in un barattolo. E quando scende la notte sulla dignità degli uomini, la città urla. Si contorce, impreca. Non respira. Soccombe. Cè un vicolo cieco tra la pioggia acida di ottobre, bagna marciapiedi stretti e cade sfinita nei tombini. Un sibilo lontano, una sirena improvvisa richiama lattenzione (pericolo!), il basso di Lally avanza velenoso, poche note insistenti e confuse deflagrano in un riff potente, necessario ("Facet Squared"). Sono pugni che sanguinano su un muro nero e altissimo di menzogne col tacco. E il potere usuraio che non logora mai chi controlla lopinione, torna ad avvitarsi intorno al collo e stringe forte ("Returning The Screw").
Immagina un luogo dove sfogare la tua frustrazione, contro una società che scolorisce lindividuo e un parlamento prostituito agli interessi di pochi. Immagina "Public Witness Program", le chitarre impetuose di Ian MacKaye (chitarrista e fondatore degli storici Minor Threat) e il canto nervoso di Picciotto, due minuti stimolanti quasi quanto un ricreativo weekend in Valtellina insieme a Caterina Murino. "In On The Kill Taker" era la frase di una vecchia lettera trovata dal vocalist Guy Picciotto: catarsi e urla implose, vuoti e chitarre abrasive ("Rend It"), intenso e meditativo slow-core che al minuto 256 muta in una viscerale digressione post-rock, post-noise, post-tutto degna della Gioventù Sonica ("23 Beats Off"), proiettili pulphardcore di chirurgica e polemica precisione rispediti al mittente prevaricatore ("Great Cop"). "In On The Kill Taker" è il terzo grande (forse grandissimo) album targato Fugazi da Washington D.C.
Resistere non è un comodo rifugio ai sensi di colpa, resistere significa coinvolgersi perché ...They should never touch the ground. Irony is the refuge of the educated, always complaining but they never quit. Cool's eternal, but it always dated... Riavvolgo il nastro. Dicevo che i Fugazi rimangono indelebilmente lespressione più sincera e militante dellutopia rock, dello spirito indipendente DIY (Do It Yourself) senza compromessi e catene mercantili, fin dalla fondazione a Washington nel 1987. Fugazi è lacronimo di Fucked Up, Got Ambushed, Zipped In (Fottuto, preso in unimboscata, accerchiato), frase utilizzata dai soldati americani in Vietnam per segnalare situazioni di pericolosità estrema. "In On The Kill Taker" amplia e definisce gli orizzonti post-hardcore dellepocale "Repeater" (1990) e di "Steady Diet Of Nothing" del 91. Uscirà nel maggio 1993 per la rigorosa Dischord Records del boss MacKaye, prodotto dai quattro anti-eroi dellunderground U.S.A. con Ted Niceley.
Un album incendiario come benzina sul fuoco, che ogni bravo ragazzo cresciuto tra volontà e fallimento dovrebbe mandare a memoria. E perdersi istintivamente nel funk mentale di "Sweet And Low", in cui la sezione ritmica di Joe Lally e Brendan Canty incrocia lirismi elettrici à la Slint. Nelle nevrosi di "Instrument", con un Picciotto che richiama magistralmente il canto indolenzito dei fratelli Mothersbaugh. Nel vigoroso omaggio al nume tutelare John regista di Gloria" ("Cassavetes") e nei titoli di coda sullultima, sgranata immagine al ralenty di "Last Chance For A Slow Dance". Unamara danza moderna sui detriti della città devastata. Le nubi sembrano diradarsi nei cieli incerti di ottobre, e "Smallpox Champion" schiuma rabbiosa abnegazione da un anonimo appartamento. Prima che il Ministero dellInformazione venga a prendermi, prima che la polizia sfondi la porta, buchi il soffitto e mi porti via incappucciato. Dopo una firma sulla ricevuta.
...You saw what you wanted. You took what you saw. We know how you got it. Your method equals wipe out. The end of the frontier and all that you own, under the blankets of all that you've done. Memory serves us to serve you...
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