V Video

R Recensione

5,5/10

Aidan

The Relation Between Brain And Behaviour

Citare Sleep, Melvins ed Isis come influenze principali e fari guida del proprio suono, e annoverare James Plotkin in cabina di regia a mixare il proprio esordio, sono elementi che, da un lato, sottolineano molto chiaramente una certa attitudine ed un certo bagaglio culturale, dall'altro chiudono esplicitamente la porta in faccia ad ogni altro tipo di discorso. Non c'è traccia del trademark Osborne (quello di fine anni '80, primi anni '90, intendiamoci) in “The Relation Between Brain And Behaviour” dei patavini Aidan, ma tutto il resto sì, compreso un certo, pronosticabile imballamento da primi passi nei cicli e ricicli strumentali di cui sono intessuti i sette brani del first act.

Skippando inutili dettagli, ciò che mi chiedo più spesso, e a cui mentalmente faccio sempre riferimento durante l'ascolto del disco, è: come sarebbero suonati gli Aidan nel decennio d'oro? Meglio, sarebbero esistiti senza quel decennio d'oro? E ancora: come poter fare i conti, oggi, con l'inevitabile eredità artistica dei padri, senza sfiorare la decalcomania? Mi viene agevole un paragone, prossimo, con gli Ornaments, il cui “Pneumologic” è stato un altro primo capitolo italiano ben messo in evidenza nel corso della scorsa primavera. Lì contavano, oltre alla lunga gestazione (tanto che l'etichetta di “esordienti” può calzare solo fino ad un certo punto), indubbie capacità tecniche e la volontà di mantenere immacolata l'ortodossia concettuale di fondo. Questo permetteva un totale controllo sul processo creativo che, impostato per suonare “puro”, a tratti si sfilava dalla necessità di seguire determinati tracciati. È questo il punto di maggior divergenza fra i due gruppi. “The Relation Between Brain And Behaviour” è il parto di un insieme di giovani che fanno ricerca con vent'anni di ritardo, senza peraltro curarsene: nulla da eccepire. Ne risentono, però, il dinamismo del platter e la facilità di assimilazione.

Inutile recriminare. Se non potete rimanere un giorno senza Neurosis, non vi costerà nulla buttare un orecchio anche agli Aidan, che non potrebbero in nessun caso suonare diversi da come suonano oggi. Traccia chiave: l'epica marziale, ma a buon prezzo, di “Lone Mountain”.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.