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R Recensione

6/10

Fawn Spots

From Safer Place

La buttano giù facile e veloce questi tre debuttanti provenienti da York: hardcore "pensoso" tipico degli anni '90, chitarre precise, pochi fronzoli e un suono potente e compatto. "From Safer Place" racconta il passaggio dalla spensieratezza adolescenziale ("il posto sicuro") all'affascinante incertezza della maturità, e lo fa usando un linguaggio che unisce l'emotività punk dei Rites of Spring (o degli Husker Du, se preferite) all' oscurità del post-punk (Joy Division, o fate voi i nomi). 

L’assalto in puro stile Dischord inizia subito con “New Sense” e riesce a dominare il proprio caos nel minuto tiratissimo di “I’m not a man, I never will be”. Questa è la matrice evidente e dichiarata di tutto il disco eppure, nonostante la compattezza del suono, Jonathan Meager (cantante), Oliver Grabowski (chitarrista) e Paddy Carley (batterista) sono particolarmente abili nel personalizzare una formula così solida con precisi cambi di tempo, aperture melodiche vicine agli ultimi Fugazi o ai …And You Will Know Us By The Trail Of Dead (tutto nella splendida “A Perfect Pleasure”), chitarre new wave (in “Black Water” ad un certo punto sembrano una versione incazzata degli Interpol), sterzate pop (“From Safer Place”) e uno pezzo strumentale ottimamente costruito (“In Front of the Chesnut Tree”). 

Un bel debutto che vuole porsi a metà tra passato e futuro, ridando lustro e speranze ad un genere intero. Con semplicità ma senza rinunciare alla creatività. Perché ormai anche il punk ha imparato a sfogarsi in molteplici modi.

Ventiquattro righe per ventiquattro minuti. E sufficienza raggiunta.

 

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