R Recensione

7/10

The Coathangers

Scramble

Recita il vecchio adagio: “Le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive dappertutto”. Se questo corrisponde a realtà, allora le Cothangers, four piece al femminile originario di Atlanta qui al secondo album, faranno davvero tanta strada. Che direste infatti se una sconosciuta vi invitasse a Nestle In My Boobies (un po’ la versione vezzeggiativa del sempre sia lodato e provocatorio Suck My Left One firmato Kathleen Hannah) o se la sua amica prendesse apertamente le parti di Tonya Harding (la strega cattiva americana per eccellenza: quella che mandò il suo uomo ad azzoppare la pattinatrice rivale ai Giochi Olimpici Invernali), come fanno loro nello speziato e promettente disco d’esordio omonimo? Sarebbe amore a prima vista o scappereste via inorriditi? D’accordo, de gustibus non est dispuntandum e quello che volete, ma Julia Kugel (chitarra), Stephanie Luke (batteria), Candice Jones (tastiere), Meredith Franco (basso), sono le classiche ragazzacce che fanno casino fino alle sei del mattino al piano di sopra e che se bussate alla loro porta per protestare sono capaci di strapparvi tutti i bottoni del pigiama e convincervi che la cosa migliore è restare su con loro a fare baldoria. Sono sexy, toste, sfacciate, divertenti e soprattutto sanno suonare.  

Non ci credete? Allora ascoltatevi il nuovo Scramble che poi ne riparliamo. Se gli ingredienti rispetto al disco d’esordio non sono mutati - post punk da party venato di garage revival suonato con attitudine selvaggia e ormonale da riotgrrrls - le nostre hanno sicuramente perfezionato dosaggi e tempi di cottura. Sempre le quattro che si alternano alla voce in call and response che mescolano cinguettii da sirenette, ragli sgolati tipo doposbornia, a frustate isteriche e lancinanti, un taglio netto alle tastiere e alle farfisa che imperversano nel primo a duettare con la chitarra qui risparmiate in veste prettamente ritmica, numeri melodici meno scoperti, più sporchi e velati, e soprattutto una frenesia entropica e destrutturante che preme incessantemente contro le pareti dei “tre accordi in due minuti scarsi” minacciando, da un momento all’altro, di far saltare tutto per aria.

Gettin’ Mad and Pumpin’ Iron, cattiva, isterica, percussiva come la conta di bambine che giocano a campana con anfibi e tirapugni, le tastiere sottocutanee che mandano in ebollizione il muro di chitarra sbrecciata alla Bikini Kill, Pussy Willow foxy-no wave ipnotica ed ossessiva che s’interrompe senza preavviso in un finale sussurrato e sibilato a cappella che è una delle cose più anarchiche e deliziosamente dispettose che abbia ascoltato ultimamente, 143, con i suonini di tastierine e vibrafonini su chitarre stridenti ed abrasive che sembrano gli Young Marble Giant frastornati con genuina furia punk e il garage-wave nervosamente passeggiato di Stop Stomp Stompin’ sono i pezzi forti di un opera fulminea, impellente e compatta. Che non disdegna variazioni sul tema pop come Dreamboat che suona come Phil Spector in galera che recluta quattro detenute e forma un riotgrrrl-group, un collage decostruito come Bobby Knows Best, virate garagedeliche come Killdozer, hardcore alla maniera di Washington D.C., Cheap Cheap, e puntatine sulla novelty più demenziale e dichiarata Arthtritis Sux.

Vale sempre la pena di fare due passi nel sottobosco seattleiano (le signorine incidono là per la Squeeze Suicide) per raccogliere ghiotti e acerbi frutti come questo.

LINK:

Sito ufficiale: www.thecoathangers.com

Myspace: www.myspace.com/fuckthecoathangers

VIDEO:

"Stop Stomp Stompin'": www.youtube.com/watch

"Killdozer" e "Dream Boat" (live a Chicago): www.youtube.com/watch

"Gettin' Mad and Pumpin' Iron" www.metacafe.com/watch/1784671/the_coathangers_getting_mad_and_pumping_iron/

V Voti

Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 3 voti.
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Cas 5/10
target 6/10

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 8 questo disco) alle 12:31 del 13 luglio 2009 ha scritto:

simo sei stato fin troppo stretto. Per quanto mi riguarda questo è con ogni probabilità (il dubbio è dovuto giusto al fatto che siamo a luglio) il disco punk dell'anno! Di una freschezza disarmante. Grezzo e raffinato allo stesso tempo. Chitarre ferrose alla Asheton e coretti che talvolta sfiorano il commerciale alla Pipettes. Io queste le amo!

Alessandro Pascale (ha votato 8 questo disco) alle 12:32 del 13 luglio 2009 ha scritto:

voto 8 ma sono stato molto tentato di votare 9. Siamo cmq sull'8,5 pieno

simone coacci, autore, alle 14:42 del 13 luglio 2009 ha scritto:

Si, beh, è un disco che spicca sopra la media (e la media diciamo che per me è 6). Sicuramente. Avessi i mezzi punti sarebbe 7,5. Fossi "Blow Up" sarebbe 7/8. Comunque ci sanno fare.

Cas (ha votato 5 questo disco) alle 11:58 del primo agosto 2009 ha scritto:

mi sa che devo fare la voce fuori dal coro...sinceramente non riesco a trovarci nulla di affascinante in questo lavoro, a partire dalla sgradevolissima voce della cantante. Per non parlare poi dei pezzi: eccessivamente abbozzati e scheletrici, spesso già sentiti e troppo legati all'imitazione di certa no-wave di fine anni '70. Insomma, preferisco gli originali oppure il rumore delle Vivian Girls...

target (ha votato 6 questo disco) alle 12:52 del primo agosto 2009 ha scritto:

Anche a me, in effetti, il disco non esalta, e nell'ambito delle riot grrrls aggiornate a un garage-wave furioso e senza fedeltà preferisco le Ragazze Viviane. Però il primo pezzo, "Toomerhead", con quella voce krauta e quell'intro post-punk con chitarrina piagnosa, è francamente maraviglioso.