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R Recensione

6/10

Codeina

Quore - Hidalgo Picaresco

Codeina – Significato 1: oppiaceo utilizzato come analgesico, ottenuto prevalentemente tramite metilazione dalla morfina. Assumibile per via orale o rettale, di norma non produce dipendenza.

 

Codeina – Significato 2: rock band brianzola all’esordio discografico, formata da Mattia Galimberti (chitarra e voce), Emanuele Delfanti (basso) ed Emiliano Maggioni (batteria).

 

I Codeina sono al primo album, ma non è un nome nuovo nella scena indipendente nazionale. In effetti esistono dal 1998, e dopo il solito periodo formativo trascorso nelle cantine lombarde, con conseguente assestamento della line up, hanno iniziato un’intensa attività live. Di quei live che ti fortificano, su palchi spesso improvvisati, aprendo magari per musicisti meno bravi di loro, a volte senza neanche la possibilità di fare un soundcheck, scaricandosi tutta la strumentazione con la grandine in strada, e trenta gradi dentro il locale. Apprendiamo dal simpaticissimo comunicato stampa che accompagna “Quore” che “la sala prove dei Codeina si trova nel paese di un famoso politico. Questo politico non è molto alto, sorride sempre e racconta spesso barzellette”. Forse lui non ha mai sentito nominare i Codeina.

 

Ai Codeina piacciono i feedback e le distorsioni, ed il loro Quore – Hidalgo picaresco è un trionfo di suoni grunge – stoner, solo parzialmente alleggeriti da piccole dosi di indie rock e qualche briciola di math, mai troppo cervellotico. Dentro ci sono echi di Alice In Chains (la title track) e Kyuss (È tutto grasso che cola), ma anche il funk dei primi Red Hot Chili Peppers (Carnevali E.) e qualche sortita psichedelica (nello strumentale Tesla vs Marconi che chiude i giochi).

 

La rabbia dei testi e la violenza dell’approccio musicale raggiungono l’apice in brani come Ridi pagliaccio e Vitupera, ma soprattutto nella devastante Piorrea, uno degli episodi più potenti ascoltati negli ultimi mesi da una band italica. I detrattori non si lasceranno sfuggire l’occasione di sottolineare quanto questo dischetto nulla aggiunga e nulla tolga al panorama musicale alt rock di casa nostra. Lasciateli parlare e godetevi l’energia sviluppata in queste infuocate dieci tracce. Semmai auguriamoci che nei prossimi capitoli la band riesca a costruirsi una personalità più spiccata, imprimendo il proprio marchio a fuoco in maniera maggiormente caratterizzante.

 

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