Gone Is Gone
Gone Is Gone [EP]
Ci si può mettere tutta la buona volontà di questo mondo, per carità. Ma pensare a pezzi di Queens Of The Stone Age, Mastodon (o Today Is The Day, per rimediare allucronia, toh) e At The Drive-In che, ventanni fa, uniscono le forze per un unico obiettivo è assai improbabile: che senso avrebbe avuto, commercialmente e artisticamente parlando? Allora verano giovinezza, virtù, ingenuità, eccitazione: la frenesia cieca dei debutti, la convinzione incrollabile dei primi passi, la maturità addavenire. Tutto questo è oggi andato, volato via, e per sempre. Cest la vie, baby, le proprie vite da condurre, le famiglie da mantenere, il pubblico da soddisfare In unepoca in cui fare e disfare coincidono sul piano spaziotemporale, lannuncio di mirabolanti nuove formazioni sottende, oramai, una sistematica tendenza ad arraffare larraffabile, a plasmare un pubblico-Frankenstein generalista composto dalla somma imperfetta delle relative audience di riferimento. Qualche volta va bene: probabilmente dei Palms non si ricorda già più nessuno, ma allepoca il gioco funzionò. Qualche volta va male: nessuno ha ancora capito, ad esempio, che farsene dei Killer Be Killed che, pare, siano addirittura intenzionati a scrivere un seguito dellorrendo esordio di un paio danni fa. Cosa non si fa per unire lutile e il dilettevole
Voce e basso di quel crocchio di (vecchie?) glorie dellalt metal era ed è Troy Sanders, chiamato allultimo momento da Tony Hajjar e dal polistrumentista Mike Zarin per unirsi ad un progetto, Gone Is Gone, dapprima sigla-fantoccio per il loro lavoro di sonorizzazione di film e videogiochi e poi, con lavvento delliperattivo Troy Van Leeuwen, allargatosi a gruppo vero e proprio. Formicolate dalla curiosità di sapere come potrebbe suonare un mix del genere? I primi due brani dellomonimo EP uscito a giugno (ma è davvero possibile chiamare EP un lavoro di otto pezzi e di oltre mezzora?) ve ne daranno unidea più che esaustiva. Violescent è un massiccio alt-stoner con seghettature chitarristiche canoniche, ma non banali: come i Queens Of The Stone Age di My God Is The Sun mixati agli A Perfect Circle di The Outsider (e un assolo minimalistico di Van Leeuwen, non a caso già sei corde di entrambi i gruppi summenzionati, che trafora i timpani: garantito). Starlight balugina su di un oceano di suoni fluttuanti, gli stessi incorporati a loro tempo nel dna dei Deftones: anche se la performance vocale di Sanders manca della giusta profondità, linterplay strumentale, una shibboleth new wave che veleggia sostenuta per plumbee lande quasi post rock, è ricchissimo di ombreggiature, di grigi intermedi. Si tratta della prima elaborazione di un concetto estrinsecato a meraviglia nella conclusiva This Chapter: chitarre twang ricche di riverbero, slanci romantici allineati su di unepica metallica mai fastosa, un tumultuoso crescendo post-core che esplode nel feedback.
Sembrerebbe, insomma, di avere di fronte tutto, tranne che un progetto collaterale di poco conto. Anche nei suoi frangenti più deboli (linnocua Stolen From Me), lintesa fra i musicisti e la volontà solo parzialmente rispettata, a dire il vero di interagire su soluzioni differenti rispetto a quelle del recente passato producono frutti assolutamente degni di considerazione: abbiamo in mente il puntinismo esasperato di Praying From The Danger (che si apre ad un ritornello di inusitata grazia) ancor prima di One Divided, dove le strofe agiscono come catalizzatori di tensione ed elettricità (cè un che degli ultimissimi Kayo Dot nella volumetria dei suoni) per la spianata chitarristica dellinterludio. Il corpo in caduta immortalato sulla copertina, così, pur mantenendosi rigido (è da dieci anni che Sanders si incaponisce a cantare: decisamente non è il suo mestiere), mantiene una sua certa, elegante flessuosità: nella foresta umana e virtuale che ci circonda, ci giunge solo una debolissima eco dellalbero abbattuto.
Lantipasto, piuttosto corposo, mette lacquolina in bocca. E adesso, cosa succederà? Pare che i Mastodon stiano scrivendo non uno, ma ben due dischi inediti: dei Killer Be Killed si è detto; gli At The Drive-In, tra un problema e laltro, portano avanti il loro tour, con la speranza di poter riprendere anche lattività in studio (Omar Rodríguez-López ed Antemasque permettendo); e persino i QOTSA hanno fatto il punto, positivo, della situazione, a tre anni di distanza da Like Clockwork. Lagenda, come da copione, è insomma abbastanza folta. I prossimi mesi ci diranno se i Gone Is Gone siano destinati a finire nel dimenticatoio, come i fantomatici Seagullmen, o se verrà loro garantita una certa autonomia dazione. Quantè bella giovinezza
Tweet