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R Recensione

7/10

Le Scimmie

Dromomania

Ispirano simpatia fin dal nome scelto, ‘ste Scimmie, e confermano l’impressione dedicando il disco all’ “unica persona che ha sempre promosso e sostenuto Le Scimmie dall’Origine”. Che di mamma, si sa, ce n’è una sola. Loro invece sono in due (la definitiva line-up ideale del nuovo rock) e arrivano da Vasto. Dopo un EP che aveva catturato l’attenzione di molti nel 2007 (“L’Origine”), ritornano con questo concept intitolato “Dromomania”.

Nonostante un’apparente omogeneità sonora (il disco è – in sostanza – un monolitico intreccio tra la chitarra di Angelo Xunah Mirolli e la batteria di Mario Serrecchia), nei 40 minuti interamente strumentali di “Dromomania” convivono e si amalgamano le radici stoner dei Kyuss (“Frustrazione della Psiche”, “Dromomania”, “Nostofobia”), tentazioni doom (“L’Oblio Mistico”), pieni-vuoti di matrice math-rock (“Athazagorafobia I”), e alcune forme libere assai divertenti (il delirio psych-rock di “Il filo di Lana” è degno di certi cari vecchi Motorpsycho).

Non inventano niente, questo è chiaro, però mettono in quello che fanno un bel quantitativo di personalità e una sana attitudine per il gioco. Sono scimmie, mica pappagalli.

 

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NathanAdler77 alle 19:55 del 19 marzo 2011 ha scritto:

Il nome promette bene...E la rece è sintetica al punto giusto: il sogno di ogni recensore, fab!