Prehistoric Pigs
Dai
Best kept secret dellheavydelia di casa nostra, nella pletora di gruppi e gruppuscoli che affollano il panorama stoner italiano i Prehistoric Pigs si pongono fra i più originali nellimpostazione e fra i più micidiali nella resa dei propri autografi. Data lampiezza del catasto con cui i tre ragazzi di Mortegliano hanno deciso di misurarsi, non è certo poco. Anzi: a riprova che il buon esordio Wormhole Generator (2012) e lexploit dellottimo sophomore Everything Is Good (2015) sono stati tutto tranne che un fuoco di paglia, arriva oggi un po a sorpresa, nella sottoesposizione di una generica autoproduzione il terzo lavoro lungo Dai, un manrovescio che lascia il segno (in tutti i sensi).
Poco più di mezzora è sufficiente per scrivere in caratteri maiuscoli unaltra grande pagina di underground stoner. I cultori del genere esalteranno, e a ragione, la prova maiuscola del chitarrista Juri Tirelli, sempre più a suo agio nel modellare gli stilemi dei numi tutelari (per costruzione armonica, il nome più spendibile rimane quello dei Kyuss) su di unoriginale sensibilità psichedelica, innervata da groove contagiosi, la cui elettrica matrice blues si solidifica a tratti in colate di metallo incandescente (lo scorticante riff in 9/8 del singolo Pest, i Tool risuonati coi volumi degli Sleep, sta lì a testimoniarlo). Altrettanto notevole è, tuttavia, la sezione ritmica, dove il basso di Jacopo Tirelli contrappunta con efficacia le invenzioni chitarristiche del fratello ritagliandosi il ruolo distrione nella prima metà dellacid-desert a battuta libera di No Means No e nel calligrafico omaggio ai Fu Manchu delliniziale Hasensijo e la batteria di Mattia Piani disegna sullo sfondo geometrie progressive, come nellincastro matematico di fill che sfodera tutto il suo potenziale nellesaltante ed epico crescendo del brutalismo doom di Geppetto M24 (il brano migliore del disco).
A tratti i musicisti si fanno ancora prendere troppo la mano dal virtuosismo, confezionando jam travolgenti ma un filo noiose (lheavy-funk flangerato di Soft-Sheel Crab), ma è ormai una tentazione controllata. Poco da dire: i Prehistoric Pigs sono pronti a diventare grandi.
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