R Recensione

5/10

Cavalera Conspiracy

Inflikted

Molti di voi si saranno chiesti il perché di questo progetto nuovo di zecca che vede protagonisti i fratelli Cavalera, Max e Igor degli storici Sepultura, Marc Rizzo, chitarrista dei Soulfly e Joe Duplantier dei francesi Gojira. Che senso ha far uscire nel 2008 un normalissimo disco che si rifà all’ondata post-thrash/groove metal della prima parte degli anni ’90, quella di Machine Head, Pantera, Fear Factory e, appunto, Sepultura? Certo, il ritorno a certe asperità metalliche del passato può essere comprensibile se si pensa al pessimo nuovo corso intrapreso dalla storica formazione di Belo Horizonte, in quanto il nuovo singer, Derrick Greene, ha irrimediabilmente fatto scendere le quotazioni della band proseguendo per il sentiero del nu-metal/hardcore che ha fatto storcere il naso a tanti, forse troppi fan. Ma la domanda resta sempre quella: che senso ha far uscire un disco come “Inflikted”? La risposta è proprio davanti ai nostri occhi: nessuno.

Il materiale proposto in questo disco d’esordio dei Cavalera Conspiracy, per dirla tutta, non è affatto di pessima qualità, in quanto la potenza chitarristica, il groove assassino e la batteria pestona ma non ignorante ci riportano all’atmosfera che si respirava in dischi come “Arise” e “Beneath The Remains”; basta sentire l’uno-due iniziale (la title-track e il primo singolo estratto, “Sanctuary”, per altro uno dei migliori pezzi del lavoro) per rendersene conto.

Ma è impossibile proseguire lungo l’intera durata del disco senza avvertire quel senso di deja-vu che in un lavoro del genere è assolutamente riscontrabile: sembra proprio che la combriccola di Cavalera abbia ripreso pari pari la ricetta messa a punto circa 20 anni fa senza apportare una minima variazione, anzi, forse addirittura riducendo quella vena sperimentale che faceva capolino in capolavori come il già citato “Arise” e “Chaos A.D.”. Ed è un vero peccato perché di fronte a brani come “Terrorize” e la velocissima (e purtroppo una delle più brevi dell’album) “Nevertrust” è impossibile resistere all’headbanging più puro ed incontrollato.

Ma è proprio nella parte centrale che il disco perde quota, ed è così che ci ritroviamo con una serie di brani tutti ben suonati ma che si dimenticano dopo pochi ascolti: “Hex” e “The Doom Of All Fires” sembrano davvero delle scialbe outtake di “Beneath the remains”, mentre “Bloodbrawl”, “Hearts Of Darkness” e la conclusiva “Must Kill” sono semplicemente trascurabili.

Le tematiche sono quelle di sempre: guerra, società, violenza e chi più ne ha più ne metta. Testi quindi tutti politicamente impegnati ma che a tratti paiono parecchio superficiali e che ripetono sostanzialmente le stesse cose trite e ritrite da una vita.

Tirando le somme, “Inflikted” è un disco assolutamente nella norma, che nulla aggiunge e nulla toglie alla scena metal e che sarà destinato a finire nel dimenticatoio tra pochi mesi. Il buon Cavalera, a mio avviso, dovrebbe rimanere con i suoi Soulfly (di cui uscirà il nuovo album a fine luglio), di gran lunga più ispirati, sperimentali e creativi di questi Cavalera Conspiracy, che suonano come una scialba copia dei Sepultura dei tempi che furono.

V Voti

Voto degli utenti: 6,1/10 in media su 7 voti.
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C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 11:41 del 6 agosto 2008 ha scritto:

Coriaceo, sparato, fulmicotonante, non degenere dei loro autori. Per chi non si rassegna al ricambio delle stagioni musicali. D'altronde: "questo non è un paese per vecchi".

I Cavs fanno quello che possono.

Marco_Biasio (ha votato 5 questo disco) alle 13:41 del 6 agosto 2008 ha scritto:

Bravo Mattia, ottima recensione, sono d'accordo con te. Il disco in sè non è brutto, e nemmeno poco ispirato, ma è statico da far paura, troppo prevedibile, poco coraggioso. "Sanctuary" e "Bloodbrawl" pompano che è un piacere, ma lo skip è dietro l'angolo. Purtroppo per me non raggiunge la sufficienza.

SanteCaserio (ha votato 4 questo disco) alle 16:35 del 23 gennaio 2009 ha scritto:

Peccato

era una bel progetto sulla carta. Giustissima recensione, soprattutto nel precisare che a 'sto giro son scontati pure i testi