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R Recensione

9/10

Meshuggah

Destroy. Erase. Improve

Tra i numerosi gruppi degli anni ’90 che hanno apportato delle innovazioni in campo metal creando un nuovo modo d’intendere il genere pesante, i Meshuggah rientrano sicuramente tra i nomi più noti. Esponenti di punta della scena estrema delle ultime due decadi, i nostri si formano ad Umeå (Svezia) nel 1987. Dopo un primo album (“Contradictions Collapse”, 1991), grezzo ed ancora legato alle sonorità del thrash ottantiano ma che presentava già degli spunti sperimentali interessanti, i nostri rilasciano nel 1995 quello che viene considerato il loro capolavoro assoluto ed insuperato: “Destroy. Erase. Improve”.

Le intuizioni che già facevano capolino nell’esordio, sviluppate in seguito nell’ottimo EP “None” (1994), giungono a perfetta maturazione in questo disco, vero e proprio caposaldo del thrash-progressive del decennio passato. “Destroy. Erase. Improve” va infatti visto come un ponte di collegamento tra la vecchia generazione degli ’80 e quella moderna, quella di gruppi come Dillinger Escape Plan, Botch, Car Bomb, A Life Once Lost ecc., i quali devono moltissimo a questa grandissima band svedese.

Un disco in grado di soddisfare i palati più diversi, grazie alla grande varietà di soluzioni adottate e le influenze dai generi musicali più disparati: il thrash di Pantera, Megadeth e Metallica viene ispessito a contaminato con elementi jazz-fusion e progressive (vedi “Future Breed Machine”, vero e proprio manifesto programmatico del loro sound, ma anche “Beneath”, “Soul Burn”, “Vanished”). La batteria di Thomas Haake è serrata ma irregolare, e molto spesso sfocia in tempi dispari, difficili da assimilare ai primi ascolti, complici anche le chitarre di Fredrik Thordendal e Mårten Hagström, nervose e spezzate, meccaniche ed industriali (i richiami dei Voivod del periodo “Nothingface sono evidenti). Altro aspetto da sottolineare a livello tecnico è l’uso della doppia cassa che segue la chitarra ritmica, procedendo in modo sincronizzato: una caratteristica ripresa (per non dire abusata) dal 90% dei gruppi technical metal di oggi, tant’è vero che se i nostri avessero deciso di mettere il brevetto su questa maniera di suonare adesso sarebbero più ricchi di Berlusconi.

Non mancano parti più prettamente ambient, ma vengono inserite in un contesto violento e dissonante, poste solo per permettere all’ascoltatore di concedersi una breve tregua prima che ricominci il massacro sonoro: basta vedere lo stacco centrale della già menzionata “Future Breed Machine o la bellissima “Acrid Placidity”, oscura ed atmosferica.

Il cantato di Jens Kidman è semplicemente magistrale: una via di mezzo tra il growl e lo scream in grado di mettere veramente paura, capace di ergersi a capo di questo marasma di suoni tanto caotico quanto razionale e d’interpretare ogni singolo pezzo con una personalità unica.

Menzione a parte meritano i testi, spesso criptici e ricchi di metafore e paradossi alludenti al caos e al disagio della vita moderna. In questo album in particolare viene trattato il problema del contrasto “uomo-macchina” e la paura che in un futuro non troppo lontano i robot prendano il sopravvento sugli umani. Il testo di “Future Breed Machine” (il brano più amato dai fans della band, spesso proposto nei live a fine concerto) è in tal senso esplicativo:

Evolution in reverse / Now it’s time for me changing / What am I to be contorted / An eternity defeated / By the new machine

In sostanza, “Destroy. Erase. Improve” è uno dei dischi più creativi, originali ed innovativi degli anni ’90. Un disco che potrà sembrare ostico ai primi ascolti (soprattutto per chi non ha affinità con la fusion o il progressive), ma che una volta compreso entrerà in circolo come la peggiore delle droghe. E liberarsene non sarà affatto semplice…

V Voti

Voto degli utenti: 8,3/10 in media su 9 voti.
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REBBY 6/10
B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10

C Commenti

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SanteCaserio alle 14:52 del 18 novembre 2008 ha scritto:

Incuriosito

andrò a colmare la lacuna. La recensione è riuscita a dare il via a una lunga serie di stimoli (nono, tutti positivi :-O) quindi, per quanto valgano, i miei complimenti!

Nucifeno, autore, alle 19:56 del 18 novembre 2008 ha scritto:

Sono contento che non ti abbia fatto cagare la rece d'altronde ad un disco così bisogna rendere giustizia. Comunque cercalo, ai primi ascolti ti sembrerà strano ma poi non te lo scavi più dalla testa

SanteCaserio alle 20:21 del 18 novembre 2008 ha scritto:

Dato che è nella lista ascolti

fra tre/quattro giorni saprò anche darti qualche impressione.

Se dovessi dimenticarmene, cercami e minacciami

Utente non più registrat (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:28 del 24 novembre 2018 ha scritto:

Chi mai avrebbe detto appena dopo la doppietta Images & Words / Awake qualcuno sarebbe riuscito a reinventare il prog-metal in maniera così brillante? Assieme a Demanufacture e Destroy Erase Improve archiviano un sound estremo e cybernetico che segnerà a fuoco il resto dei '90 e non solo